Casatenovo: missionaria nel mondo, si è spenta a 82 anni suor Severa Riva

La vivacità, il sorriso sempre in volto e il cuore grande, "un cuore missionario: avrebbe dato anche le sue scarpe e la sua giacchetta se avesse potuto farlo". è questo il ricordo di suor Severa Riva tratteggiato da famigliari e consorelle all'indomani della sua scomparsa. La religiosa, missionaria della Consolata, si è spenta infatti martedì mattina nel torinese presso una struttura dell'istituto religioso dove da tempo era ricoverata a causa delle sue condizioni di salute.
Classe 1939, suor Severa, al secolo Bambina, è nata e cresciuta a Casatenovo presso Cascina Levada, con mamma Leopolda, papà Severino e sette fratelli.

Suor Severa Riva

"Ha frequentato l'oratorio di Casatenovo fin da bambina. Lì ha avuto vissuto il discernimento spirituale con l'allora prevosto, don Angelo Grossi, che era particolarmente attento a questo aspetto per tutti i ragazzi e le ragazze del tempo. Dopo un'esperienza lavorativa alla Vismara e Vister, ha maturato la sua vocazione", raccontato le nipoti. A ventidue anni, Bambina ha dunque deciso di lasciare la famiglia per trasferirsi a Torino, sede delle Missionarie della Consolata. La seconda vocazione religiosa per gli otto fratelli della famiglia Riva: anche Rita, poi divenuta suor Donatilla, aveva infatti scelto di diventare Missionaria della Consolata qualche anno prima. Dopo un periodo di formazione spirituale e gli studi per diventare infermiera e ostetrica, è dunque partita per il Brasile nel 1972. Diversi gli anni passati nel paese, vivendo esperienze intense di missione e carità in cui ha messo a frutto le sue qualità umane e spirituali. Evangelizzazione diretta, attività pastorali, promozione umana, alfabetizzazione in contesti unici e diversi tra loro, in cui suor Severa ha lasciato un segno indelebile di carità, impegno e gioia contagiosa.

Nei primissimi anni in Brasile suor Severa ha operato all'estremo nord, al confine con il Venezuela. "Insieme ad altre due suore abbiamo aperto un piccolo ospedale in mezzo al nulla, in piena foresta amazzonica. Noi eravamo incaricate di fare una prima diagnosi e il medico veniva solo una volta al giorno, alla sera. I pazienti più gravi dovevano essere trasportati con un aereo militare a Boa Vista, a circa 300 chilometri di distanza. È stata un'esperienza bella e ricca. La Missione non è mai soltanto dare. Si tratta anche di ricevere tantissimo. Le persone, di qualsiasi estrazione sociale o provenienza, hanno sempre bisogno di affetto, di uno sguardo amorevole. È il Signore l'origine di tutto quanto. Quello che si fa, nasce da dentro e dentro di noi deve sempre esserci Lui", ci aveva raccontato lei stessa nel corso di un'intervista che ci aveva concesso nel 2016. Dopo qualche anno, la religiosa è stata trasferita a Catrimani, a stretto contatto con le popolazioni indigene brasiliane, gli indios Yanomami.

Poi, ancora, una nuova sfida in un contesto diverso: un ex lebbrosario della città di Manaus, con tantissimi giovani arrivati a cercare fortuna nella città in rapida espansione. Nel 2012, invece, il ritorno in Europa a causa di alcuni motivi di salute che non sono riusciti a spegnere la passione di suor Severa. Nonostante questi, infatti, la religiosa non è proprio riuscita a rinunciare alla Missione e si è dedicata ai poveri dei quartieri popolari di Lisbona. Lì nel 2017, aveva ricevuto la visita dei viaggiatori del club casatese "I Curiosamondo", guidati dal cavalier Giovanni Beretta: in occasione del viaggio del club nella penisola iberica, proprio il cavaliere aveva fortemente voluto un incontro con la religiosa, che aveva offerto una testimonianza delle sue esperienze di carità. Tra Brasile e Portogallo, suor Severa ha lasciato un segno indelebile nel cuore della gente incontrata e delle sue consorelle, che si sono strette al dolore dei famigliari.

"Abbiamo lavorato insieme per diversi anni", le parole rotte dalla commozione di suor Ruby, madre superiora di un istituto delle Missionarie della Consolata in Argentina. Suor Ruby, che per anni ha camminato insieme a suor Severa nell'esperienza missionaria di Manaus, ha voluto ricordare la gioia contagiosa e il suo affetto per la gente, a cui si è "entregada", cioè dedicata, completamente, fino a diventare una figura materna per tanti giovani. "Ci siamo volute tanto bene e aiutate tanto nella Missione. Lei è stata una missionaria di quelle che il nostro fondatore voleva. Ringrazio il Signore per tutto quello che lei è stata per la gente dell'Amazzonia. Lei si è entregada alla gente. Usciva con la moto per visitare le famiglie più bisognose e portava le donazioni. E la gente quanto le voleva bene, non tanto per quelle cose che portava, ma per quello che lei era per ciascuno, una mamma. Ha aiutato tanti bambini Yanomami. Certamente il Signore l'ha già accolta in Paradiso e sta intercedendo per ciascuno di noi".

Anche suor Gabriela Bono, madre superiora in America, ha voluto stringersi alla famiglia e ricordare suor Severa. "Tutte le sorelle la ricordano con tanto amore, per la sua vivacità, per il suo cuore grande, un cuore missionario. Avrebbe dato anche le sue scarpe e la sua giacchetta se avesse potuto farlo. Ricordiamo la sua vicinanza alle persone, il suo modo di trattare, così pieno di gioia e di affabilità e proprio manifestando il cuore di Dio. La portiamo in cuore, tutte la ricordiamo", ha concluso.
Suor Severa lascia le sorelle Zita e suor Donatilla, e numerosi nipoti e pronipoti. I funerali si svolgeranno giovedì mattina a Grugliasco, in provincia di Torino, presso l'Istituto delle Missionarie della Consolata. Suor Severa sarà poi accompagnata presso il cimitero di Venaria.
L. V.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.