I 25 anni di Cassago Chiama Chernobyl: un riferimento per sanità e bambini ucraini

Una farfalla dalle ali azzurre vola leggera sopra un muro di mattoni gialli, arancioni e rossi: rappresenta la volontà di superare i pregiudizi per arrivare a tutta la comunità umana il logo di Cassago Chiama Chernobyl, una delle più importanti associazioni cassaghesi, che proprio in questi giorni festeggia i suoi primi venticinque anni di vita.

Al centro il presidente Armando Crippa

Il gruppo, che può contare su ottanta associati e dieci membri del direttivo, è guidato fin dall'inverno del 1996 dal presidente Armando Crippa, quando agli occhi della comunità si presentava come un semplice comitato, voluto dall'amministrazione cassaghese, in cui il presidente Crippa risiedeva all'epoca in qualità di vicesindaco. Dieci anni dopo l'incidente nucleare avvenuto nella notte del 26 aprile 1986 a Chernobyl, il comitato cassaghese cominciò ad organizzarsi per ospitare alcuni bambini ucraini a Cassago. Il primo progetto di accoglienza poté contare sull'ospitalità di trentatré famiglie che accolsero altrettanti bambini.

La preparazione del materiale sanitario da inviare in Ucraina

"All'inizio siamo stati bravi a coinvolgere anche molti comuni limitrofi nella nostra rete di solidarietà che ha fatto sì che alcuni anni riuscissimo ad ospitare anche cento bambini nelle nostre case", ha spiegato il presidente Armando Crippa. I progetti organizzati da Cassago Chiama Chernobyl prevedono l'accoglienza di bambini e ragazzi ucraini nel periodo invernale e in quello estivo, con la possibilità di allungare il tempo di permanenza nelle famiglie italiane soprattutto d'estate. Dal 1996 ad oggi la nutrita rete di associati, amici e sostenitori di Cassago Chiama Chernobyl ha permesso l'accoglienza di 2800 bambini ucraini.
Nonostante l'attività sia stata avviata nel 1996 è solo a partire dal 2004 che l'associazione ha deciso di dotarsi di uno statuto, iscrivendosi all'albo delle associazioni riconosciute dalla regione Lombardia. I progetti di accoglienza sono proseguiti annualmente anche nella nuova compagine sociale, anche se hanno subito una brusca interruzione nel 2020 quando a causa del Covid-19 non è stato più possibile ospitare bambini e ragazzi nelle famiglie.

L'ambulanza che ricorda Minella e Redaelli, i volontari recentemente scomparsi

Nonostante questo incidente di percorso, la pandemia non è riuscita a fermare l'associazione cassaghese, che dal 2014 ha cominciato ad aiutare l'Ucraina anche attraverso l'invio di materiale medico-sanitario, di cui diverse zone della nazione sono sprovviste. Apparecchiature per l'anestesia, TAC, mammografi, tavoli operatori sono partiti alla volta dell'Ucraina grazie a una forte collaborazione tra Cassago Chiama Chernobyl, il dottor Giacomo Molteni, prima dirigente dell'ASL di Lecco, e Aleandro Bonanomi che con i suoi mezzi ha permesso il trasferimento del materiale sanitario in Ucraina. "Con un pizzico di orgoglio aggiungo anche che in questi venticinque anni abbiamo regalato diciassette ambulanze ai presidi ospedalieri ucraini", ha aggiunto il presidente Crippa, ricordando l'ultimo convoglio spedito lo scorso ottobre e dedicato ai volontari, membri del direttivo e indefessi amici, Giancarlo Minella e Sergio Redaelli, scomparsi nell'ottobre del 2020.

Una manifestazione all'istituto don Guanella, per anni punto di riferimento del sodalizio cassaghese

Per festeggiare i primi venticinque anni di Cassago Chiama Chernobyl l'associazione aveva pensato a una grande festa che avrebbe visto il coinvolgimento delle tante istituzioni ed enti che negli anni hanno prestato il loro aiuto al gruppo di volontari. "Avevamo previsto la festa per sabato 15 gennaio, ma a malincuore, con grande senso di responsabilità e per non creare assembramenti abbiamo deciso di rimandarla a tempi migliori visti i crescenti contagi degli ultimi giorni", ha spiegato rammaricato il presidente Crippa. L'incontro avrebbe dato la parola in un primo momento ai veri beneficiari del lavoro di Cassago Chiama Chernobyl: nella palestra comunale i ragazzi ucraini che negli anni hanno trovato in Italia una nuova famiglia, perché orfani, o che grazie alle famiglie italiane hanno potuto costruirsi un futuro migliore, studiando e lavorando, avrebbero raccontato la loro esperienza, i timori prima della partenza e la quotidianità nelle loro famiglie ospitanti. Oltre ai ragazzi ucraini, alla parrocchia e all'amministrazione comunale, l'associazione cassaghese ha coinvolto anche i bambini e i ragazzi dell'Istituto Comprensivo Agostino d'Ippona.

L'associazione nel dicembre scorso ha incontrato online e in presenza i bambini delle elementari e delle medie raccontando loro cos'è successo a Chernobyl nel secolo scorso, gli impegni dell'associazione e gli obiettivi raggiunti negli anni. Proprio i ragazzi delle medie avrebbero partecipato all'evento programmato, scrivendo e leggendo i loro pensieri sull'accoglienza, dieci dei quali sarebbero stati premiati dall'associazione. La festa, che il gruppo di volontari si augura di poter comunque proporre al più presto, avrebbe visto l'esibizione del coro della Chiesa parrocchiale Ortodossa di Milano. In chiusura di giornata invece una messa officiata dal parroco di Cassago don Giuseppe, accompagnato dal padre ortodosso della provincia di Lecco, avrebbe impresso un sigillo di solennità alla festa per i venticinque anni di Cassago Chiama Chernobyl. Tra gli enti e le istituzioni che avevano confermato la loro adesione alla festa si ricordano il comune di Cassago, l'Istituto Comprensivo Agostino di Ippona, il consolato ucraino a Milano, la parrocchia, l'Istituto Sant'Antonio - Opera Don Guanella e la Fondazione Pro Infanzia di Chernihiv.

Immagine d'archivio delle vacanze estive terapeutiche

Negli anni l'associazione ha ricevuto diversi premi per la sua opera a favore dei bambini e della popolazione Ucraina. L'estate scorsa Cassago Chiama Chernobyl ha ricevuto il premio di San Panteleimon per aver contribuito a migliorare la sanità ucraina. Nel 2017, invece, nel venticinquesimo anniversario dell'indipendenza dell'Ucraina, l'ambasciatore ucraino a Roma ha portato a Cassago una medaglia d'oro di riconoscimento per l'attività profusa dall'associazione. E ancora, a questi premi si aggiunge anche una croce dell'ambasciata ucraina presso la Santa Sede.

Armando Crippa con un gruppo di volontari

"Al di là dei premi ricevuti, ciò che ci sprona ad andare avanti è il grazie che bambini e adulti continuano a comunicarci. Esprimono i loro sentimenti e ringraziamenti con i loro occhi ed è ciò che ci dà la carica per continuare, nonostante tutti i problemi degli ultimi anni", ha dichiarato con sincerità Armando Crippa, che mette il suo tempo a disposizione dell'associazione da venticinque anni a questa parte. "Il direttivo e le famiglie che collaborano con noi quando rallentiamo un po' il ritmo ci spronano a buttarci su un nuovo progetto. Possiamo dire che questo maledetto virus rallenta la nostra attività ma non la ferma", ha proseguito Crippa. Il presidente ricorda i fedelissimi dell'associazione e i nuovi giovani membri, in particolare quattro nuove famiglie. "Speriamo che l'angoscia portata da questo virus svanisca presto. Per il momento non possiamo che aspettare che i tempi siano migliori per riprendere tutte le nostre attività al 100%", ha concluso il presidente Crippa guardando con speranza ai prossimi mesi dell'anno.

Crippa durante la tombolata della Befana, storico appuntamento ospitato al don Guanella

Così, anche all'inizio di un 2022 che si preannunciava più spensierato degli anni passati, la farfalla di Cassago Chiama Chernobyl ha ripreso il suo volo proiettata a superare anche il prossimo ostacolo.
Martina Bissolo
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