Colle B.za: palloncini, striscioni e lacrime a non finire per l'addio al 19enne Thomas Tavola

Lacrime a non finire questo pomeriggio a Colle Brianza, in occasione delle esequie di Thomas Tavola. La scomparsa del diciannovenne residente con la famiglia in località Giovenzana ha scosso l'animo delle molte persone che lo conoscevano, a partire dal parroco don Alberto Pirovano che non ha nascosto il turbamento con cui ha dovuto affrontare questo tragico evento.

«Fino a questa mattina non avevo scritto niente» ha spiegato in apertura della sua omelia il religioso, aggiungendo: «la predica più bella sarebbe fare silenzio, poi mi sono detto che non sarebbe stato giusto». Iniziando il commento delle Sacre Scritture lette poco prima ha spiegato «anche noi oggi siamo come i due discepoli di Emmaus: vorremmo sfuggire dalla realtà e dire che stiamo vivendo un sogno».

Il rito funebre si è tenuto sulla terrazza vicino alla casa dove abitava il giovane rimasto vittima di un tragico incidente, lo scorso sabato 22 gennaio, durante alcune attività di taglio boschivo svolte in un terreno a Sirone. Erano presenti i genitori, i fratelli, gli zii e i tanti cugini. Ma, soprattutto, a ritrovarsi unita e vicino alla famiglia è stata l'intera comunità di Giovenzana e di Colle Brianza, rappresentata anche dal sindaco Tiziana Galbusera presente alla cerimonia in modo ufficiale, indossando la fascia tricolore.

Thomas Tavola

«Le nostre domande i nostri "perché", non trovano una risposta, i nostri volti sono tristi, i nostri occhi vedono sfocato perché sono pieni di lacrime» ha detto don Alberto rivolgendosi ai familiari. «Allora anche noi diciamo "resta con noi Signore perché si fa sera"» ha concluso il parroco ricordando l'episodio letto poco prima nel Vangelo. Con la voce più volte rotta dalla commozione il sacerdote ha aggiunto «resta con la sua mamma, con suo papà con i suoi fratelli, con i suoi parenti. Resta con tutti noi Signore perché le lacrime diventino perle preziose per averti conosciuto e averti voluto bene».

Il parroco don Alberto Pirovano

Nelle vie circostanti la casa dove abitava Thomas, nella piccola frazione di Giovenzana, erano presenti circa trecento persone, molte delle quali giovani coetanei del diciannovenne scomparso. Una partecipazione numerosa che ha visto molti raggiungere l'abitato sul Monte di Brianza salendo a piedi dalla località Nava. In tanti hanno dovuto assistere alla cerimonia osservandola a distanza, grazie a un maxischermo allestito appositamente.

Fra don Alberto e Thomas vi era un legame particolare. Il parroco ha ricordato come fin da giovanissimo Thomas aveva voluto diventare chierichetto, quando non aveva l'età necessaria e non vi era nemmeno una veste così «piccola» per lui. «Dopo un po' di resistenze - ha ricordato il parroco - ho ceduto e così due anni prima del "normale", ti ho detto "va bene"».

Da quel momento si è consolidato un legame speciale che non si è più dissolto. «Ti chiamavo cucciolino» ha spiegato Don Alberto riportando alla luce i ricordi, come i tanti abbracci di ringraziamento di Thomas che il parroco chiamava «la "cucciolata"». «La veste piccola quando volevi fare il chierichetto, è ritornata dopo tanti anni» ha ricordato il parroco riportando alla luce un episodio di qualche tempo fa quando Thomas era tornato a dirgli che la veste non andava più bene. «Non volevi dirmi che non volevi più fare il chierichetto e hai preso questa bella scusa» ha ricordato il parroco. «Anche un paio di anni fa - ha proseguito - in oratorio durante una festa mi sei saltato addosso e io ti ho detto che "eri sempre un cucciolo"».

Il commento del parroco è andato poi a un fatto occorso nei mesi più recenti. «Durante le feste di Natale ti ho visto fare la comunione, ho visto le tue mani piene di calli» ha spiegato don Alberto, commentando: «Non è una cosa normale che un ragazzo di diciannove anni avesse le mani piene di calli, vuol dire che amavi il tuo lavoro». Lavoro, quello di giardiniere, che Thomas portava avanti con una passione particolare. «Ciao "cucciolone" anche se - ha concluso il parroco - per me resterai sempre il chierichetto "cucciolo", resta con noi Signore perché si fa sera».

Commosso anche il ricordo dei familiari letto poco prima del termine della cerimonia: «Non ci sono "ma", "perché", "però" ... solo tanti ricordi che danno gioia ai nostri cuori». Momenti felici come quelli passati «a giocare sul piazzale» o le tante occasioni in cui Thomas si mostrava a disponibile ad aiutare i suoi parenti: «se mancava qualcosa la risposta era: "chiediamo a Tommy". Era sempre disponibile con tutti, mancherai tantissimo a tutti».

«Thomas era un ragazzo più che speciale» ha commentato il sindaco Galbusera aggiungendo «il suo sorriso raggiante e la gioia che ha diffuso accanto a sé non saranno mai dimenticati». «Alla famiglia - ha spiegato il primo cittadino - giunga tutto il nostro affetto, la nostra vicinanza e le nostre condoglianze. Il nostro animo sta soffrendo con voi e con tutti coloro che gli volevano bene».
Ad accompagnare il feretro fuori dalle strette vie del centro, oltre alle numerosissime persone presenti, vi erano degli striscioni con messaggi e ricordi affettuosi di Thomas, come quello realizzato dalle sue cugine, con numerose fotografie.

Il parroco ha annunciato che le donazioni raccolte durante la cerimonia verranno utilizzate per un fine particolare. «È da tempo che volevo mettere in oratorio una statua di Papa Giovanni Paolo, il Papa dei giovani» ha spiegato don Alberto precisando che servirà a «ricordare chi in oratorio è cresciuto fino a ieri».
A liturgia conclusa la salma del giovane è stata accompagnata al vicino cimitero accolta da uno schieramento di trattori, a sanciare la presenza di un ''mondo'', quello agricolo, che faceva parte della quotidianità del giovane.
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