Missaglia: gli oratori del decanato ospitano l'atleta Francesco Santorelli di Briantea 84

Gli oratori del Decanato di Missaglia hanno ospitato nella serata di mercoledì 26 gennaio uno degli atleti dell'associazione sportiva Briantea 84 che ha portato la propria esperienza di sportivo ai giovani preadolescenti delle diverse parrocchie intervenute. Un evento, che a partire dal titolo, "Non si limita il talento", è stato pensato proprio per avvicinare i ragazzi tra gli 11 e i 13 anni al tema della disabilità attraverso un ambito comune alla maggior parte di loro, ovvero lo sport.

Francesco Santorelli fra Simone Rabuffetti e il decano don Antonio Bonacina

La scelta degli animatori e dei don che hanno seguito l'organizzazione della serata, all'interno della settimana dell'educazione, è ricaduta proprio sulla Briantea 84 in quanto associazione che accoglie 159 atleti con disabilità fisiche o intellettive offrendo loro la possibilità di partecipare in 8 squadre e 11 campionati diversi in 5 differenti discipline sportive, tra cui il basket. Proprio uno dei giocatori della società canturina, oltre che atleta della nazionale paraolimpica italiana di basket, è Francesco Santorelli, ospite e protagonista della serata che si è svolta mercoledì nel salone polivalente dell'oratorio di Missaglia.

"La nostra società, anche se costituita da atleti con disabilità, non deve essere considerata da meno rispetto alle altre associazioni sportive. Ogni giorno, attraverso l'impegno e la tenacia dei nostri tesserati, cerchiamo di abbattere qualsiasi pregiudizio sulla disabilità insieme al mitismo e alla tristezza che spesso si associano a queste persone, quando invece andrebbero considerati come dei normali atleti" ha subito precisato il responsabile dell'ufficio stampa della società, Simone Rabuffetti, presente alla serata insieme a Francesco, al quale è stata data subito la parola.

Raccontando la sua storia, l'atleta è riuscito fin da subito a coinvolgere tutti i giovani nel salone, trasportandoli con sé in vicende più delicate, al partire dall'incidente che a 6 anni lo avrebbe reso paraplegico a vita, fino all'emozione della prima partita di basket in carrozzella vista dal vivo.

"Ho avuto la grande fortuna di essere circondato dal supporto e dall'affetto dei miei genitori e degli amici che mi ha aiutato a superare quel momento, nonostante inizialmente avessi preso l'accaduto quasi come per un gioco vista la mia giovanissima età. Dopo essere rientrato dall'ospedale è ufficialmente iniziata la mia seconda vita, ho iniziato a praticare sport individuali come il nuoto ma dopo poco ho capito che mi mancava lo spirito di gruppo e il gioco di squadra. A 13 anni ho visto la prima partita di basket in carrozzina e la loro grinta mi ha contagiato a tal punto da farmi decidere di iniziare il mio nuovo percorso nel basket. Dopo alcuni anni, sono stato contattato dalla Briantea 84 per far parte del loro progetto e a 18 anni ho deciso di trasferirmi dal mio paese di origine in Campania verso la Brianza, diventando sempre più autonomo e indipendente" ha raccontato Francesco ai ragazzi, sottolineando più volte i tanti sacrifici dei genitori fatti per sostenerlo nello sport e nel vederlo andare via di casa giovanissimo.

L'incidente prima e il basket in carrozzina poi hanno aiutato il giovane a vedere e vivere la vita in un'ottica diversa, con una maggiore maturità e consapevolezza. Per questo motivo, il consiglio che si è sentito di dare ai numerosi ragazzi in ascolto è stato proprio quello di dedicare ogni giorno del tempo, anche se poco, per raggiungere i propri obbiettivi. Il suo suggerimento, alla luce della vita davvero intensa e movimentata che conduce, ha assunto subito una valenza davvero importante. La settimana tipo di Francesco è infatti costituita da almeno sette allenamenti in palestra e sul campo, da un lavoro part-time in un negozio e il resto del tempo è dedicato alla gestione di un proprio locale a Monza.

"Lo sport è una costante della mia vita, è un elemento davvero cruciale, per questo la pandemia e i lockdown sono stati dei momenti duri da superare" ha proseguito nel suo intervento Francesco. "Per fortuna si è trattato di un periodo relativamente breve e sono ritornato subito ad allenarmi. Il basket in carrozzina, infatti, non è meno impegnativo di quello tradizionale perché il canestro si trova alla stessa altezza e il campo ha le stesse dimensioni. Ad ogni giocatore, in base alla sua disponibilità, viene dato un punteggio e la somma dei punteggi dei giocatori di ogni squadra non deve superare una certa soglia, per evitare di creare squilibri o vantaggi nella partita".

Al termine del suo racconto è stata data la possibilità ai ragazzi di avanzare delle domande al campione, il quale si è ritrovato con piacere a rispondere anche a curiosità più personali legati alla sua condizione di disabilità.
"Se potessi tornare indietro nel tempo? Non cambierei mai come si è svolta la mia vita, a partire dall'incidente, perché proprio quello mi ha permesso di godere di anni intensi ricchi di avventure, viaggi ed emozioni, soprattutto attraverso il basket" ha concluso Francesco, invitando i giovani a seguire la Briantea 84 nelle prossime partite dal vivo.
M. B.
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