Oggiono, Giornata della Memoria: in scena l'Istruttoria di fronte a un folto pubblico

Nella serata di sabato 29 novembre, presso la sala consiliare di Oggiono è andato in scena lo spettacolo teatrale "L'Istruttoria". Basato sull'opera teatrale di Peter Weiss - drammaturgo tedesco - lo spettacolo è stato messo in scena in una versione ridotta rispetto all'originale, risultata comunque valida e apprezzata dal pubblico.

«Una sala consigliare piena in ogni ordine di posto, una partecipazione silenziosa, attenta, a tratti commossa, è stata la risposta della cittadinanza alla proposta teatrale dell'Amministrazione della Città di Oggiono in occasione della Giornata della Memoria» ha spiegato Giovanni Corti, assessore alla Cultura.

L'opera teatrale racconta le vicende che si sono svolte durante i processi penali, voluti dal governo tedesco, nel secondo dopo guerra per giudicare le responsabilità del nazismo di fronte alla deportazione di milioni di persone e al loro sterminio nei campi di concentramento. Lo stesso Weiss, autore dell'opera, fu attento testimone dei processi, durante i quali raccolse le preziose testimonianze degli ex deportati, ma anche le giustificazioni degli imputati. Proprio la riproposizione parziale del processo è andata in scena con tre attrici donne appartenenti alla compagnia teatrale "Theatron": la giudice, la testimone e l'imputata.

«Il testo - ha spiegato Corti - è un documento di testimonianza civile in cui le parole crude fanno immaginare allo spettatore quello che fu il tragico percorso di morte di migliaia di persone all'interno del campo di sterminio di Auschwitz».

All'interno del testo di Weiss si trovano undici canti che narrano in modo cronologico, quasi in una presentazione dantesca, il passaggio di un essere umano all'interno del campo di sterminio. Il canto della banchina, con l'arrivo ad Auschwitz e la discesa dai treni. Il canto del lager, come visione complessiva del campo di concentramento. Il canto dell'altalena che descrive le torture praticate all'interno del campo. Il canto della possibilità di sopravvivere, ovvero dei metodi e delle scelte a cui alcuni si affidavano nel tentativo di prolungare la propria vita. Il canto della fine di Lili Tofler, vittima dello sterminio, il canto del sottoufficiale Stark, metodico carnefice, il canto della parete nera, ovvero del muro delle fucilazioni, il canto del fenolo, sugli esperimenti medici, il canto del Bunkerblok, ovvero i canili usati come metodo di uccisione. Il canto dello Zyklon B, il gas utilizzato nelle camere a gas. Il canto dei forni. Nello spettacolo andato in scena a Oggiono, sono stati riproposti sei di questi canti: della banchina, del lager, di Lili Tofler, Bunkerblok, Zyklon B e dei forni.

«A 77 anni dalla liberazione del Campo di Sterminio di Auschwitz, con sempre meno testimoni di quel terribile crimine contro l'Umanità, ognuno ha il dovere di mantenere vivo il ricordo, la memoria» ha concluso Corti.

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