Missaglia: stereotipi nei confronti degli ebrei nella serata promossa da Villa Greppi

Un incontro ricco di spunti di riflessione quello che si è tenuto nella serata di lunedì 31 gennaio presso la sala civica Teodolinda di Missaglia, dove alle ore 21 spettatori e ospiti si sono riuniti per la presentazione del libro "L'ebreo inventato".
Nell'ambito dell'iniziativa Percorsi nella Memoria, ciclo di iniziative a cura del Consorzio Brianteo Villa Greppi per ricostruire i tragici eventi che hanno toccato il nostro continente tra gli anni trenta e quaranta dello scorso secolo, è avvenuta infatti la presentazione del volume citato, alla presenza curatrice Raffaella Di Castro e con il patrocinio del Comune.

Da sinistra Daniele Frisco, Marta Comi, Raffaella Di Castro, Bruno Crippa, Simone Santoro e Donatella Diacci

Ad aprire la serata le parole del sindaco Bruno Crippa, che si è detto entusiasta della partecipazione della comunità, in occasione di un momento tanto speciale. "Se ci guardiamo intorno vediamo che c'è una frangia di popolazione negazionista che non vuole capire o imparare cosa sia successo il secolo scorso. Quello che dobbiamo fare è insistere per far capire questi messaggi: la storia non si dimentica e ci serve per non smarrire ciò che è successo e trasmettere agli altri questo impegno" ha affermato il primo cittadino in apertura, presente insieme all'assessore alla cultura Donatella Diacci. "La democrazia in questo momento è fragile e stanno emergendo sempre di più fenomeni come il razzismo: nonostante ciò, avere fiducia nelle istituzioni è importante per preservarle nella loro interezza" ha concluso, per poi passare la parola alla vice presidente del Consorzio Brianteo Villa Greppi, Marta Comi. "Ogni anno la partecipazione al ciclo di incontri organizzati cresce e abbiamo la fortuna di accogliere ai nostri appuntamenti ospiti di grande livello. È un onore vedere l'interesse del pubblico e la fiducia affidata da parte dell'amministrazione. Per questo motivo ci tengo a ringraziare in particolar modo il sindaco Crippa e l'assessore Diacci" ha terminato, lasciando spazio alla vera e propria presentazione.

A guidare il percorso il consulente storico Daniele Frisco, che ha proposto alcuni quesiti e spunti di riflessione ai due ospiti, Simone Santoro, presidente dell'associazione UGEI (Unione Giovani Ebrei d'Italia) e la filosofa e professoressa presso l'Università di Roma "La Sapienza" e l'Università della Calabria, Raffaella Di Castro.
"Gli incontri organizzati dal Consorzio quest'anno vedono come filo conduttore la volontà di ricostruire l'Europa prima della Shoah: al tempo essa era completamente diversa, i villaggi non erano stati cancellati dal totalitarismo nazista" ha affermato lo storico in apertura. "Il libro che presentiamo oggi ci aiuta ad andare oltre alle semplificazioni che si è soliti usare quando si parla di un tema così delicato come l'antisemitismo, con il volere di affrontare attraverso una serie di saggi alcuni pregiudizi come quello religioso o monetario".

Al via poi le considerazioni di Simone Santoro, che ha affermato quanto in un periodo di pandemia come quello che stiamo vivendo non sia scontato avere una sala piena di gente desiderosa di conoscere qualcosa in più in merito al tema dell'antisemitismo. "Questo libro scaturisce da un'esigenza di giovani e non giovani ebrei di difendersi, non presupponendo vittimismo ma con la volontà di avere uno strumento valido che possa essere utilizzato in contesti specifici" ha iniziato, per poi parlare della situazione della comunità ebraica in Italia. Come ha raccontato, infatti, il numero di ebrei in Italia si aggira intorno ai 20 mila, una quota veramente bassa. "Nonostante il numero sia basso, ci sono tante persone che provano un astio più o meno recondito nei confronti degli ebrei e quello che dobbiamo capire è che esso non va affrontato a sua volta con astio. Bisogna aggirare l'ostacolo e armarsi di nozioni utili a sfatare certi miti" ha spiegato.
Anche la filosofa Di Castro si è detta d'accordo con quanto affermato dal collega. "Per smontare i pregiudizi bisogna entrare al loro interno, indagando la loro apparente logica" ha affermato in apertura. "Il soggetto dell'antisemitismo non sono mai gli ebrei in carne e ossa, ma sono un'icona schematica, rigida e semplificata. Il fenomeno dell'antisemitismo talvolta non ha nemmeno bisogno di realtà storiche e non ci da mai nessuna conoscenza sugli ebrei" ha continuato, specificando che gli stessi "non sono solo vittime ma anche attori che hanno avuto la possibilità di influenzare e trasformare i contesti sociali in cui si trovavano a vivere". Di Castro ha poi illustrato ai presenti alcuni temi centrali del saggio, come l'origine dell'assurda idea delle razze o l'idea di emancipazione che si sviluppò in Francia durante la Rivoluzione. Come ha spiegato, sono tantissimi i pregiudizi che si aggirano attorno al popolo ebreo, a partire dal pregiudizio antichissimo che essi vivano disseminati e per questo la loro natura sia infima, o ancora che essi si ritrovino in comunità chiuse.

Per la cultura ebrea "la separazione a volte sembra portare all'odio e ai muri ma essa è la condizione di una relazione etica con l'altro: tutte le volte che universalismo e particolarismo vengono separati non c'è più ebraismo ma c'è solo un'azione antisemita".
Proprio per questi motivi, come ha ricordato Simone Santoro, "raccontare le storie di chi ha vissuto direttamente l'orrore è fondamentale. Per evitare una narrativa monotona e implementare una contro narrativa è importante anche raccontare quello che noi a distanza di generazioni abbiamo vissuto: guardare gli occhi gonfi di mia nonna che piange davanti all'immagine di suo padre che ha perduto in un campo di concentramento è anch'essa una testimonianza molto forte". Particolarmente toccanti, poi, le parole che ha speso per definire i soldati nazisti: "i nazisti non erano mostri ma esseri umani come noi, la sera tornavano a casa dalle loro famiglie ed erano soliti commuoversi. L'unica differenza, però, stava nel fatto che con estrema freddezza avevano la capacità di sparare ad una persona inerme".

La chiacchierata è poi proseguita con una serie di curiosità e aneddoti talvolta ironici, pur nel rispetto del delicato argomento al centro della serata. Santoro e Di Castro hanno anche affrontato il tema della pandemia, citando la tragica storia del ragazzino di 12 anni che è stato aggredito e bullizzato la scorsa settimana nel livornese, "colpevole" di essere ebreo. "Mentre lo prendevano a pugni e calci" ha iniziato il presidente dell'UGEI "i suoi coetanei hanno mostrato l'indifferenza più totale. Queste azioni intollerabili vanno combattute con elementi concreti e con solidarietà. Non possiamo più rimanere indifferenti".
La serata si è conclusa tra gli applausi del pubblico, che per tutta la durata della presentazione ha ascoltato con attenzione pareri e testimonianze.
Il percorso del Consorzio Greppi nel "mondo di ieri" continuerà nei prossimi giorni, per terminare domenica 6 febbraio a Monticello, dove alle ore 17 è previsto il Concerto della Memoria.
S.L.F.
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