Galgiana in festa per San Biagio. Messa solenne con il rogo del pallone

Giunti al terzo giorno delle iniziative organizzate nella Festa Patronale di San Biagio, si è tenuta questa mattina nella parrocchia della frazione casatese di Galgiana la messa solenne in occasione della speciale ricorrenza.

Il vicario parrocchiale don Piergiorgio Fumagalli

Tenutasi come di consueto alle ore 10 del mattino, la funzione per la festività ha radunato numerosi fedeli, particolarmente legati al patrono, celebre per la cura e la protezione per i malanni, soprattutto quelli stagionali come il mal di gola.

Ad aprire la celebrazione officiata da don Piergiorgio Fumagalli, è stato come da tradizione il "rogo del pallone", simbolo per eccellenza del martirio dei patroni e della dedizione alla fede fino alla morte, di cui San Biagio, vissuto in epoca di persecuzioni e torture, è uno degli esempi più clamorosi.

"San Biagio ha saputo portare a compimento la sua esistenza nel seguire il Signore Gesù, perché è stato affascinato dalla sua vita nel momento in cui - in quei tempi - l'esistenza cristiana era contrastata, le persecuzioni erano tali da impedire l'adesione alla fede in Cristo, e quindi l'essere cristiano era una lotta, una battaglia che doveva affrontare ogni giorno. Noi vogliamo onorare san Biagio perché ha saputo portare fino in fondo la sua esistenza, nonostante le contrarietà e le difficoltà incontrate, appunto, in un momento in cui era più facile prendere una scorciatoia, una vita più facile, più a portata di mano, ma ha capito, sulla parola del Signore che abbiamo poc'anzi proclamato, che chi tiene alla propria vita, cioè che la vive solo per sé stesso, secondo i propri gusti e il proprio piacere, conduce una vita sprecata, buttata via, che non ha senso, mentre il prendere in considerazione che la vita nel seguire il Signore Gesù è una vita che porta la pienezza" ha detto don Piergiorgio durante l'omelia, riferendosi alla vita sacrificata del Santo.

"Sembra strano, sembrerebbe anche nel mondo di oggi che essere cristiano non sia una gratifica, una cosa facile, anzi, è impegnativo, perché vuol dire che anche il tuo modo di parlare, di pensare, di agire, non è conforme alla maniera di pensare di una cultura che pervade le persone che non è secondo la lunghezza del Signore Gesù, non si ispira a lui, al suo modo di essere in mezzo a noi. La nostra vita, invece, è da vivere in corrispondenza a quel Dio che ci è Padre e che ci invita a lottare contro tutto ciò che è conforme ai nostri desideri immediati, ai nostri impulsi, alle nostre sollecitazioni istintive, che invece dobbiamo combattere già dentro di noi, perché ci portano fuori strada, non ci aiutano a portare a compimento la nostra vita nel modo più vero, più consono, più capace di darle qualità. Per questo in questa giornata onoriamo San Biagio, che è martire, che ha voluto andare fino in fondo con la sua fede, non tenendo conto della propria vita se non nella misura in cui era conforme al modo di sentire del Signore Gesù, che è il figlio del padre che è mandato in mezzo a noi perché noi figli potessimo realizzare la nostra vita nel modo vero, autentico, combattendo quindi tutto ciò che ci guasta, ci rovina''.

Al termine della celebrazione, una preghiera proprio dedicata al Santo, per esprimere ancora una volta la vicinanza alla figura religiosa e l'importanza che essa riveste per la frazione. E nel rispetto delle norme igieniche di sicurezza, i fedeli non hanno comunque rinunciato, a celebrazione conclusa, a portare a casa una fetta di panettone tipico della ricorrenza: d'altronde, "Quand l'è 'l dì del nòst San Bias, benedis la gola e 'l nas".

G.G.
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