Monticello: fra i mille della giuria demoscopica di Sanremo anche Giorgia Monguzzi

Il Festival di Sanremo è finito da meno di sette giorni. E' il grande evento che da ormai settantadue edizioni ci tiene compagnia per la cosiddetta "settimana santa" della musica italiana. Sono state cinque serate intense - tra le venticinque canzoni in gara e le cover - che ci hanno fatto veramente emozionare. Ha votato la sala stampa, il pubblico da casa con il televoto ed una giuria tutta nuova, quella demoscopica 1000. Ma di cosa si trattava esattamente?
A spiegarcelo Giorgia Monguzzi, appassionata di cinema, musica e sport (nonchè nostra collaboratrice) residente a Monticello, che questa iniziativa l'ha vissuta in prima persona avendone fatto parte.

''Mi sono chiesta cosa fosse appena Amadeus ha rivelato la sua esistenza durante una puntata de "I soliti ignoti" su Rai Uno'' ci ha risposto, ricordando come negli scorsi anni fosse solitamente composta da esperti della musica, influencer e celebrità varie. ''Le domande erano davvero tante e quindi mai avrei immaginato di ritrovarmi a fare parte di quei mille votanti sparsi in tutta Italia. Ho dovuto mantenere il segreto per settimane tra mail, scartoffie ed accordi di riservatezza, ma ora ve lo posso proprio dire: uno dei mille giurati della demoscopica ero proprio io'' ci ha detto Giorgia.
Tutto è iniziato con una mail arrivata nella sua casella di posta elettronica con una domanda più che mai esplicita: rientri nei nostri criteri, vuoi fare parte della giuria demoscopica di Sanremo 72?

''Ammetto che credevo in uno scherzo, poi ho capito che forse avevano preso il mio nome da un database di cinema a cui ero iscritta e così mi sono candidata con l'assoluta certezza di essere scartata al primo step. Dopotutto perché avrebbero dovuto prendere una ragazza di un piccolo paesino della Brianza? Era la fine del 2021 e da quel momento è iniziato un iter di selezione che si è protratto per circa un mese tra questionari e colloqui. Nel primo step ho semplicemente lasciato i miei dati, poi un questionario sulle mie passioni e poi uno sul mio rapporto con la musica tra strumenti suonati e generi e cantanti ascoltati, infine un colloquio telefonico per confermare che fossi una persona vera e in grado di mettere in atto scelte ponderate. Poi finalmente la conferma, ero stata selezionata!'' ha aggiunto. ''Io la facevo molto semplice, esprimere un voto e via, tutto finito, invece è stata richiesta una vera e propria preparazione tra telefonate e prove in modo tale che durante i giorni di Sanremo nulla andasse storto. Per prima cosa ci è stato fatto firmare un accordo di riservatezza dichiarando inoltre di non conoscere altri membri della giuria. Poi è stato creato un mio account personale a cui potevo accedere, tramite link e relativa password, mi portava alla schermata voto dove per circa una settimana ci si poteva esercitare''.

La giuria demoscopica ha operato per tre sere, dal 3 febbraio alla finale del 5 esprimendo preferenze su tutti i cantanti in gara. Per la serata di giovedì e per quella delle cover Giorgia ha agito in maniera pressochè identica: per ogni artista doveva dare un voto dall'1 al 10 e farlo nel momento stesso di ogni canzone, ma aveva tempo di cambiarlo fino alla fine della serata, poi entro il termine dell'ultima esibizione doveva inviare tutto quanto. Sabato sera invece la votazione era unicamente nelle mani del
Giorgia Monguzzi
pubblico almeno nella prima fase; per ogni cantante, però, occorreva indicare, di aver ascoltato la canzone. Una volta annunciata la finale a tre, i giurati sono tornati in gioco selezionando il loro preferito e giocando così l'unico voto a disposizione.
''Sanremo per me è sempre stato un avvenimento importantissimo, una ricorrenza da mettersi davanti alla televisione con tutta la famiglia per poi abbandonare la barca quando si faceva una certa ora e la palpebra iniziava a calare. Ho sempre espresso voti in famiglia e tra i miei amici, così senza prenderci troppo, mai avrei immaginato di fare parte di una vera e propria giuria. Quest'anno è stato tutto diverso, forse per la prima volta in vita mia ho ascoltato ogni singola canzone più e più volte senza fermarmi all'apparenza, ma sviscerandone le parole e la sonorità. Ho votato non solo con il cuore ma soprattutto con la testa, meditando ogni singolo punteggio per le canzoni in gara e facendomi un po' trasportare dall'emozione per la serata cover. Ho dato ben quattro 10 e tre 9 alle canzoni che mi hanno più emozionato, non lesinando però di piazzare diverse insufficienze ai brani che proprio non mi avevano convinto'' ha concluso.
E i vincitori Mamhood e Blanco? ''Diciamo che la loro canzone non mi è molto piaciuta e secondo i miei voti all'Eurovision avrebbe dovuto andare qualcun altro. Ma si sa, non tutti abbiamo gli stessi gusti...''.
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