Cassago Chiama Chernobyl in piazza per l’Ucraina: le parole di Armando Crippa e la testimonianza di Yuriy Teslik da Chernihiv

Armando Crippa
Una manifestazione silenziosa pianificata per lunedì 21 febbraio per schierarsi a favore della pace e contro ogni forma di aggressione. L’hanno organizzata le associazioni Cassago Chiama Chernobyl e Les Cultures, che da più di venticinque anni si impegnano a ospitare nel territorio lecchese bambini e ragazzi ucraini, che, in seguito alla catastrofe nucleare di Chernobyl del 1986, partono per viaggi terapeutici alla volta dell’Italia.
I membri delle due associazioni e i cittadini che vorranno partecipare si troveranno lunedì alle 19 in piazza Cermenati, nel centro di Lecco, per far sentire la loro vicinanza al popolo ucraino preso di mira dalle velleità espansionistiche della Russia. “Vista l’escalation delle minacce degli ultimi giorni abbiamo voluto con questa iniziativa condividere il pensiero degli associati e di molte famiglie a cui sta a cuore la pace, indipendentemente dalle varie posizioni politiche; quindi, scendiamo in piazza per manifestare silenziosamente il nostro supporto”, ha dichiarato il presidente di Cassago Chiama Chernobyl, Armando Crippa. Il presidente ci ha raccontato tutta l’angoscia che i membri dell’associazione e le famiglie ospitanti stanno vivendo in questi giorni visto il legame di profonda amicizia che li lega con la terra ucraina e il suo popolo, creatasi negli anni e frutto di innumerevoli scambi culturali, viaggi terapeutici e relazioni d’amicizia.
L’associazione cassaghese è in contatto con la Fondazione Pro Infanzia di Chernihiv, punto di riferimento per i continui viaggi da e per l’Italia di Cassago Chiama Chernobyl e dei bambini ucraini ospitati. Yuriy Teslik, un volontario dell’associazione, è continuamente in contatto con il presidente Crippa e gli racconta l’atmosfera incerta degli ultimi giorni. Inoltre, l’associazione riceve notizie anche dall’ambasciata italiana a Kiev, la quale sostiene che per il momento la migliore risposta è non alimentare in nessun modo la scintilla che potrebbe trasformare le minacce russe in un vero e proprio conflitto. “È importante che lo scontro si risolva per vie diplomatiche, la nostra manifestazione si schiera a favore della pace, quando poi scoppia una guerra è difficile che si torni indietro”, ha spiegato assorto il presidente.
Cassago Chiama Chernobyl negli ultimi giorni ha ricevuto molte chiamate preoccupate dalle famiglie italiane che solitamente ospitano i bambini ucraini e che volevano sapere come evolvesse la situazione in Ucraina.
La collocazione geografica di Chernhiv, la regione e la città ucraine con cui il sodalizio cassaghese ha più contatti, colloca gli affetti di Cassago Chiama Chernobyl in una zona pericolosa, a poco meno di cento chilometri di distanza dal confine con la Russia, dove le truppe di Putin sono schierate pronte per un’eventuale invasione.
Data la situazione pandemica degli ultimi mesi in netto miglioramento, l’associazione guidata da Armando Crippa aveva pensato di riprendere i viaggi terapeutici – realizzati per l’ultima volta all’inizio del 2020 a causa dell’avvento del Covid-19 – ma l’attuale precario equilibrio politico non consente di fare progetti di lunga data: “avevamo in programma una gita in Ucraina questa primavera con le famiglie ospitanti, per poi riprendere il progetto di accoglienza da questa estate. Con questa incertezza non sappiamo se riusciremo a realizzare i nostri piani. Speriamo che la situazione possa risolversi per vie diplomatiche e che il buon senso prevalga”, ha concluso Armando Crippa.

A sinistra Yuriy Teslik
Abbiamo chiesto anche a Yuriy Teslik, volontario della Fondazione Pro Infanzia, residente a Chernihiv e punto di riferimento dell’associazione cassaghese, come fosse la situazione in Ucraina e che clima si respirasse. “La situazione è un po’ tesa. Le informazioni che arrivano dall’America e dalla Russia sono contrastanti e non ci danno certezze, ma nel frattempo la vita va avanti: la gente va a lavorare e i bambini vanno a scuola”, ha osservato il volontario ucraino. Rivela, però, che la tensione psicologica di questi giorni ha spinto molti ucraini a giocare d’anticipo: “tanti miei amici hanno preparato uno zaino con alcuni cambi e i documenti in modo da essere pronti a scappare nel caso succeda qualcosa”. Yuriy Teslik non nasconde i timori per il proprio futuro e quello dell’Ucraina, anche se le istituzioni non possono permettersi di evacuare un paese grande due volte e mezzo l’Italia e in cui risiedono 40 milioni di persone, senza avere certezze sulle intenzioni russe. “Accanto all’esercito regolare ucraino i sindaci stanno preparando una resistenza territoriale: i portatori d’armi si stanno organizzando per difendere i territori in caso di invasione. Al momento gli iscritti a questa resistenza sono due milioni”, ha raccontato Teslik, con la consapevolezza che un paese come l’Ucraina può fare ben poco contro lo strapotere russo senza appoggiarsi ad un’organizzazione come la NATO. “Spero che trovino un accordo politico perché è inconcepibile che avvenga una guerra nel 2022 nel centro dell’Europa. Speriamo che non scoppi nessuna guerra perché sarebbe la tragedia del XXI secolo”, ha concluso Yuriy Teslik.
Fra incertezze, silenzi e dichiarazioni allarmanti la resistenza silenziosa di Cassago Chiama Chernobyl e Les Cultures scende nella piazza lecchese per difendere uno dei beni più preziosi con cui abbiamo la fortuna di vivere: la pace.
M.Bis.
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