Casatenovo: il Comune e le associazioni attivano una raccolta di generi alimentari e altre iniziative per supportare l'Ucraina

''Non conta l'entità del contributo, ma è importante aiutare concretamente''. Così il sindaco di Casatenovo, Filippo Galbiati ha riassunto efficacemente il senso della serata che si è tenuta domenica in sala consiliare con lo scopo di creare una rete di solidarietà concreta per sostenere le popolazioni di profughi e sfollati in Ucraina.

Un momento della conferenza stampa convocata domenica sera a Casatenovo
Da sinistra Fabio Crippa, Giacomo Molteni, Armando Crippa, Filippo Galbiati, don Antonio Bonacina e Cristina Sanvito

Dopo l'inizio dell'invasione russa nel Paese lo scorso giovedì, la situazione è precipitata velocemente per i milioni di cittadini ucraini che si sono ritrovati da un giorno all'altro a dover lasciare le proprie case per mettersi al riparo da bombe e missili.
Una delle zone più critiche, per via della posizione geografica a metà tra il confine bielorusso e la capitale Kiev, è proprio la regione in cui si trova la città di Chernobyl, luogo direttamente collegato con il territorio brianzolo per via delle operazioni e attività a sfondo umanitario portate avanti in questi ultimi anni dall'associazione Cassago chiama Chernobyl.

Al centro il sindaco Filippo Galbiati tra Armando Crippa e il parroco don Antonio Bonacina

Non è un caso quindi, che nella serata di domenica il sindaco Galbiati abbia invitato proprio il presidente dell'associazione, Armando Crippa, per organizzare una rete di supporto che coinvolga tutti i gruppi del circuito casatese per sostenere le operazioni di emergenza che si stanno portando avanti in questi giorni verso il territorio ucraino.
L'iniziativa è nata nella mattinata e già in serata il Comune è riuscito a presentare in sala consiliare il progetto alle varie associazioni, le quali saranno integrate in questa rete solidale per coadiuvare la raccolta di viveri e prodotti alimentari in scatola che saranno poi centralizzate da Cassago chiama Chernobyl che organizzerà un convoglio con il trasporto degli alimenti verso la Polonia dove si trovano i profughi ucraini.

A sinistra Armando Crippa

"La prefettura di Lecco si è già rivolta nei giorni scorsi ai sindaci e ai Comuni per creare sistemi di accoglienza dei tantissimi profughi in uscita dall'Ucraina anche sul nostro territorio, rimangono comunque giornate delicate in cui gli aiuti si devono muovere con grande velocità. Abbiamo quindi deciso di farci aiutare da chi conosce meglio questa realtà e la scelta non poteva che ricadere sull'associazione di Armando, che da tanti anni opera a supporto delle popolazioni ucraine nella zona. Abbiamo coinvolto la comunità pastorale, la pastorale giovanile, la Caritas e il gruppo di associazioni casatesi Umanità alla deriva, le quali si occupano di temi comuni come povertà ed emarginazione per condividere il potenziale collettivo delle singole azioni. Ci attiveremo fin da domani con la raccolta di genieri alimentari che convoglieremo poi verso il magazzino di Cassago chiama Chernobyl che si occuperà di trasportare il tutto verso l'Ucraina" ha spiegato il sindaco Galbiati, dando la parola al presidente Crippa, visibilmente emozionato e allo stesso tempo scosso per via della situazione catastrofica che si sta verificando in un'area sensibile come quella di Chernobyl, a lui molto cara.

Il volontario cassaghese ha spiegato che la partenza del mezzo con i viveri che saranno raccolti è programmata per mercoledì prossimo, quindi, in un paio di giorni bisognerà gestire la logistica della raccolta e del trasporto di tutti i beni che saranno stoccati in un magazzino di Lecco. "Daremo la priorità ai generi alimentari perché sono la cosa più essenziale, avremmo anche voluto poter portare qui i bambini che normalmente le famiglie della nostra associazione ospitano ma purtroppo al momento non è possibile" ha commentato Crippa.

Cristina Sanvito in rappresentanza delle associazioni di Umanità alla deriva

"Abbiamo notizia che per fortuna le vittime non sono tantissime per ora, e i soldati e ormai anche i civili ucraini stanno combattendo con coraggio per non cedere, come è giusto che sia. Grazie anche all'impegno dei miei collaboratori abbiamo già ricevuto decine di pacchi alimentari a Lecco e mercoledì partiremo dunque con questo primo lotto di aiuti. Siamo comunque di fronte ad una tragedia, non credevamo si potesse arrivare a tanto e la cosa che più ci rammarica è che gran parte di quello che siamo riusciti a costruire e realizzare negli anni vada distrutto" ha terminato il presidente tra la commozione e la tristezza.

Il parroco don Antonio Bonacina

L'associazione, infatti, negli anni aveva ristrutturato una scuola e supportato orfanotrofi e ospedali e vedere tutti questi sforzi andare in pezzi è chiaramente una cosa che "fa molto male", come ha commentato lo stesso Crippa. A partire da lunedì 28 febbraio, per due giorni consecutivi fino a martedì 1 marzo, dalle 9 alle 18.30, il municipio di Casatenovo resterà quindi aperto per raccogliere le donazioni di generi alimentari da parte della cittadinanza che saranno poi dirottati a Cassago Chiama Chernobyl. Nel progetto saranno poi coinvolte le scuole, i genitori e i supermercati per allargare la rete di solidarietà verso le popolazioni ucraine.
Nel corso della serata di presentazione è intervenuto poi anche un altro membro dell'associazione cassaghese, il dottor Giacomo Molteni, esperto della situazione ucraina e in particolare del contesto sociosanitario locale.

Già direttore dell'ospedale Mandic di Merate e volontario del sodalizio cassaghese, Molteni ha raccontato di come la regione, dopo il disastro della centrale nucleare, si riproponga come zona sfortunata per via della sua localizzazione geografica dato che i soldati russi in arrivo dalla Bielorussia sono passati e passano tuttora attraverso la regione per raggiungere la capitale Kiev.
Per trasmettere meglio la criticità e la difficoltà della popolazione locale, Molteni ha letto un messaggio inviato da una ragazzina ucraina alla famiglia italiana che la ospitava prima della pandemia, il quale descrive scene quasi surreali di violenza e disperazione da parte della popolazione causate dal passaggio dei soldati bielorussi, ceceni e russi.

A sinistra Giacomo Molteni

"Ci stiamo muovendo per far pervenire al più presto aiuti concreti, ma in una seconda fase si aprirà il problema di gestire il post-conflitto, quando bisognerà ricostruire ospedali, presidi sanitari, riattrezzare farmacie e rifornire di tutti i necessari strumenti medici. Passata la fase di emergenza, quindi, andrebbe tenuto vivo il dibattito sulla ricostruzione del territorio soprattutto dal punto di vista sociosanitario" ha commentato Molteni.
A conclusione della serata sono intervenuti anche altri ospiti, rappresentanti di associazioni e gruppi casatesi e i consiglieri Francesco Sironi e Gaia Maria Giulia Riva, i quali hanno invitato la cittadinanza ad un'altra iniziativa che si terrà domenica 6 marzo in orario preserale.

I consiglieri Gaia Riva e Francesco Sironi

Per l'occasione, infatti, ci sarà un momento istituzionale e di riflessione in municipio a cui seguirà un collettivo in piazza della Pace per manifestare simbolicamente e accompagnare gli altri gesti concreti che sottolineano il ripudio totale della guerra e la speranza nella pace.

M. B.
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