Viganò: lacrime e palloncini liberati in cielo nell'ultimo saluto alla 37enne Chiara Valtolina, colpita da un malore dieci mesi fa

''Dieci mesi di speranza, ma soprattutto di sofferenza''. Queste le parole che il parroco don Enrico Baramani ha pronunciato durante la sua omelia nel ricordo di Chiara Valtolina, spentasi nelle scorse ore a 37 anni.
Le esequie funebri sono state officiate nella tarda mattinata odierna nella parrocchia di San Vincenzo a Viganò, paese di residenza della giovane che lo scorso 4 maggio era stata trasportata in elisoccorso all'ospedale di Rozzano in gravi condizioni, dopo un malore che l'aveva colta all'improvviso. I mesi successivi sono stati segnati da grande dolore per la donna e per i suoi cari, in primis per il marito e per il figlio di dieci anni soltanto.

I palloncini liberati in cielo al termine della cerimonia funebre

Il calvario di Chiara è durato quasi un anno e questo periodo - come ha ricordato don Enrico durante la sua omelia - è stato costellato anche dalla speranza di famigliari e degli amici che non hanno mai smesso di pensarla e di sostenerla a distanza.
Tantissime le persone che nella mattina di sabato, alle ore 11, si sono ritrovate per darle l'ultimo saluto. La chiesa di Viganò, così come il sagrato, erano pieni di sofferenza e lacrime per una giovane donna che ha lasciato la terra troppo presto, ma il cui ricordo rimarrà sicuramente impresso nella mente e nei cuori di quanti l'avevano conosciuta.

Una bella immagine di Chiara Valtolina

Ad affiancare il parroco durante l'intero svolgimento della funzione, il diacono Alessandro Misuraca e padre Stephen Odhiambo della Consolata di Bevera. ''Non ci sono parole giuste in questo momento" ha affermato don Enrico, "una sorella è stata chiamata presso la casa di Dio e nella nostra parrocchia si è aperto un vuoto incolmabile''.
La scorsa primavera Chiara si trovava all'interno dell'azienda di famiglia in via Leonardo da Vinci a Viganò quando quel malore l'aveva colta in maniera improvvisa e inaspettata. Immediata la chiamata al 112, con l'intervento sul posto dei soccorritori e il successivo trasporto in codice rosso in ospedale.

''Ci tengo a dire che noi tutti siamo vicini con il nostro affetto e partecipazione a coloro che stanno vivendo un momento di estrema sofferenza: la nostra chiesa gremita di fedeli è la prova tangibile di quanto la comunità si sia stretta intorno a Chiara e alla sua famiglia'' ha continuato don Enrico. ''In questo momento abbiamo la possibilità di sentire ancora di più Gesù nella nostra parrocchia. Anche lui sta pregando e soffrendo per la morte di una persona troppo giovane: una tragedia che lascia irrimediabilmente un segno nella nostra esistenza. Quando una persona entra a far parte della nostra vita abbiamo la possibilità di vivere con lei i momenti più belli e il dovere di stare al suo fianco nelle ore buie, di dolore. Per questo, ora più che mai, dobbiamo essere vicini al marito e al figlio che stanno vivendo una situazione di disorientamento, illuminati però dalla parola del Signore''.
L'omelia si è conclusa con alcune parole toccanti espresse del parroco che, con la voce rotta dalla commozione, ha ricordato che per Chiara si sono aperte le porte della casa del Padre, dove troverà il posto che Gesù ha preparato per lei e potrà essere finalmente serena.

Al termine delle esequie il feretro, ricoperto da un mazzo di fiori bianchi, ha lasciato la parrocchia per avviarsi verso il tempio crematorio. Una scena alla quale amici e famigliari di Chiara, sul sagrato, hanno assistito in un silenzio carico di sofferenza. Subito dopo, un'amica della donna a nome degli amici tutti ha ricordato i bei momenti vissuti insieme: ''non sappiamo come potremo vivere senza di te'' le parole rivolte alla 37enne.
L'immagine dei palloncini bianchi e rossi liberati in cielo ha segnato l'ultimo saluto terreno rivolto a Chiara, il cui ricordo resterà vivo in chi l'aveva conosciuta.
S.L.F.
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