Cassago Chiama Chernobyl: raccolta oltre ogni aspettativa. In arrivo i primi ucraini

Armando Crippa
Sono passati poco più di sette giorni da quando la guerra alle porte dell'Europa - prima solo minacciata - è diventata realtà. La Russia di Putin ha invaso l'Ucraina di Zelens'kyj arrivando a bombardare anche la città e la regione di Chernihiv, tanto care all'associazione Cassago Chiama Chernobyl.
Il sodalizio cassaghese, guidato da Armando Crippa, ha deciso subito di organizzarsi per raccogliere alimenti e prodotti parafarmaceutici da inviare nelle regioni colpite.
"Oggi abbiamo organizzato insieme all'associazione Un Atomo di Ossigeno il banchetto a Nibionno, mentre nel pomeriggio i nostri volontari, tra i quali voglio ringraziare in particolar modo la signora Milena Panzeri, hanno raccolto le donazioni a La Valletta Brianza. La raccolta sta andando al di là di ogni nostra aspettativa, abbiamo trovato tanta generosità nelle persone", ha dichiarato il presidente Crippa. Gli alimenti e i farmaci donati partiranno alla volta dell'Ucraina, arrivando prima in Polonia, e successivamente grazie ad alcuni contatti sicuri cercheranno di raggiungere le tante persone sfollate della regione di Chernihiv. "Sono arrivati alimenti da Cremella, Bulciago, Costa Masnaga, Ponte Lambro, Casatenovo e tanti altri ancora. Alcuni prodotti sono già partiti per l'Ucraina, altri sono stati depositati al sicuro a Milano e presto partiranno. Noi interromperemo la raccolta nei prossimi giorni per imballare e preparare i prossimi carichi", ha detto Armando Crippa. È grazie ai contatti di Svetlana Kononenko, una ragazza ucraina adottata da una famiglia italiana, se gli alimenti raccolti raggiungeranno l'Ucraina come tutti auspicano.

Le tante famiglie italiane che negli anni hanno ospitato i bambini ucraini grazie a Cassago Chiama Chernobyl chiamano il presidente Crippa per avere notizie, viste le immagini preoccupanti che giungono dal fronte: "si pensava che almeno le case dei civili fossero risparmiate e invece stanno bombardando anche le città, fino a ieri solo nella città di Chernihiv si sono contate 47 vittime e le immagini che ci arrivano sono scioccanti. Almeno sappiamo che fino a ieri l'ospedale della regione che abbiamo aiutato negli anni non ha subito danneggiamenti".

Alcune immagini del conflitto pubblicate dalle testate ucraine

Cassago Chiama Chernobyl si rimbocca le maniche per aiutare l'Ucraina e i suoi cittadini, anche se la mancanza di corridoi umanitari compromette i liberi spostamenti dei cittadini ucraini che in questo momento vorrebbero solo allontanarsi dalle bombe, anche se alcune eccezioni non mancano: "una ragazzina che negli scorsi anni abbiamo ospitato sta per arrivare in Italia, per la precisione nella sua famiglia italiana di Cantù, dove sarà ospitata insieme alla sua famiglia ucraina. Tutte le nostre famiglie ospitanti hanno dato la loro disponibilità per ospitare i bambini e i loro parenti diretti. La difficoltà sta proprio nel raggiungere l'Italia in questo momento, perché partire da Chernihiv significa percorrere 800-900 chilometri prima di raggiungere il territorio europeo".

Crippa con il sindaco di Casatenovo Filippo Galbiati, fra i primi a sostenere la raccolta

Sarebbe in partenza per l'Italia da Chernihiv anche Yuriy Teslik, volontario della Fondazione Pro Infanzia che da anni collabora con l'associazione cassaghese e che avevamo intervistato qualche giorno prima dell'inizio della guerra (clicca QUI).
Armando Crippa, tra un punto di raccolta e l'altro, guarda già al futuro e pensa alla ricostruzione delle cittadine dilaniate: "una volta finita questa raccolta di emergenza pensiamo di organizzare una grande raccolta fondi per finanziare la ricostruzione. Vorremmo individuare una struttura pubblica - un asilo, un ospedale o altro - che è stata danneggiata e aiutare economicamente le autorità nella sua ricostruzione".

Il momento di preghiera svoltosi mercoledì sera a Cassago

Al momento Cassago Chiama Chernobyl non ha notizie delle altre strutture che hanno aiutato a riqualificare negli anni: "sappiamo però con certezza che le nostre diciassette ambulanze, che non avremmo mai voluto servissero per una guerra, ora stanno facendo il loro lavoro", ha concluso il presidente.
Martina Bissolo
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