Casatenovo accende ''Mille luci per l'Ucraina''. Mobilitazione di cittadini, associazioni e del Comune che invocano la pace


Una gremita folla nel pomeriggio di domenica ha popolato il piazzale del municipio di Casatenovo che, in occasione di una manifestazione contro il recente attacco militare all'Ucraina da parte della Russia, si è dipinto dei colori arcobaleno delle bandiere della pace e dei colori giallo e azzurro della bandiera nazionale del Paese invaso.

La presenza di persone di tutte le età, insieme a quella del gruppo dei preadolescenti della comunità pastorale Maria Regina di tutti i santi, ha reso questo evento un vero e proprio successo e ha riempito di speranza le strade dall'oratorio della chiesa di San Giorgio fino al piazzale della Colombina.

Oltre alle principali autorità casatesi sia civili che religiose, quali il sindaco Filippo Galbiati, i numerosi membri dell'amministrazione comunale tra cui Francesco Sironi, Gaia Riva e Lorenzo Citterio, e don Antonio Bonacina e don Andrea Perego, hanno preso parte alla manifestazione anche alcuni rappresentanti dell'associazione "Cassago chiama Chernobyl", tra cui Armando Crippa, già attiva a Casatenovo nei giorni scorsi in quanto punto di riferimento della raccolta viveri.

Il consigliere Francesco Sironi (al microfono). Accanto il collega Lorenzo Citterio

Una volta riuniti i partecipanti intorno all'ingresso del municipio, a prendere la parola è stato Francesco Sironi, consigliere di maggioranza con delega alla Pace ed alla Cooperazione, che ha dato il benvenuto a tutti. "Oggi ci troviamo qui perché i tragici eventi degli ultimi giorni ci hanno mobilitato tutti, nonostante gli sforzi degli ultimi decenni è stato necessario ribadire la necessità di pace esprimendo la nostra vicinanza al popolo ucraino. È importante in questi momenti coltivare la pace non come un ideale astratto, ma come un modo di vivere e di concepire l'esistenza. In altre parole, coltivarla nella concretezza" ha iniziato.

"L'articolo 11 della nostra carta costituzionale prevede che la nostra Repubblica ripudia la guerra, e il "ripudio" è un gesto attivo, un gesto quotidiano che si deve compiere a favore della pace, sia che queste siano azioni di ogni giorno, oppure scelte politiche e diplomatiche. Quello che compiamo oggi è il proseguimento di una concreta manifestazione di pace, che si unisce alle grandi donazioni di qualche giorno fa che hanno visto tanti cittadini partecipare concretamente alla raccolta dei viveri a favore dell'associazione cassaghese''.

La risposta molto positiva di chi ha ricevuto l'invito, la grandiosa partecipazione da parte dei cittadini casatesi e non solo e la grande solidarietà che è stata dimostrata nei giorni precedenti da parte di tutti, a prescindere dalla loro provenienza o appartenenza politica, hanno sottolineato come il messaggio di questa giornata e di questa manifestazione sia stato quello che lo spirito di pace che si vuole sostenere coinvolge tutte le comunità nazionali presenti sul territorio, e non si tratta di qualcosa di esclusivo: è proprio su questo che si fonda, a livello internazionale, la pace fra i popoli.

Il sindaco Filippo Galbiati

La conferma della volontà di cooperazione a prescindere dall'appartenenza politica o civile emerge soprattutto considerando chi ha organizzato questo evento: la manifestazione infatti è stata il risultato di una collaborazione fra i sopracitati consiglieri dell'amministrazione, la Comunità Pastorale, la Pastorale Giovanile e l'ormai nota associazione "Cassago chiama Chernobyl", insieme a numerose altre.

A questo proposito, infatti, si è espresso il sindaco Galbiati, che ha preso la parola dopo il consigliere Sironi. "Il nostro comune ha dimostrato concretamente la sensibilità al tema della pace sin da subito con le grandi donazioni a favore di "Cassago chiama Chernobyl". Questa associazione ha supportato l'Ucraina sin da dopo il disastro nucleare, ma ancora oggi continua a portare avanti le sue azioni, fornendo per esempio materiale sanitario" ha detto il primo cittadino. "Stiamo facendo nel nostro piccolo tutto ciò che possiamo fare, dimostriamo in questo modo il nostro impegno, cosa che viene fatta da tutti i rappresentanti politici dal punto di vista amministrativo promuovendo i valori della Costituzione che nascono dalla Resistenza e camminano sulle gambe di noi nuove generazioni che li portiamo avanti''.

Al centro Armando Crippa di Cassago chiama Chernobyl

Anche nel discorso di Galbiati l'attenzione alla solidarietà dei casatesi, a prescindere dalla provenienza, è stata centrale. "Colgo questa occasione per ringraziare di nuovo tutti i casatesi che hanno dimostrato una forte sensibilità e vicinanza al popolo ucraino, e vorrei riportarvi il fatto che mentre erano qui presenti i volontari che raccoglievano ed inscatolavano le varie donazioni, è giunta una donna di nazionalità russa che ci ha tenuto a dare il suo supporto dimostrandosi commossa per tutto ciò che sta accadendo in Ucraina. Questa vicinanza tipicamente brianzola, ovvero concreta e funzionale, continuerà anche nei prossimi giorni''.

Come presidente dell'ambito distrettuale di Merate infatti, il sindaco Galbiati è stato convocato dalla prefettura per dare inizio ad un progetto di accoglienza per tutti i profughi che stanno fungendo dalla guerra: l'obiettivo sarà quello di dare loro un'accoglienza dignitosa, ancora una volta grazie alla collaborazione di tutti, motivo per cui nelle prossime settimane verranno comunicati i contatti a cui riferirsi per mettersi a disposizione per dare ospitalità a coloro che hanno lasciato la loro casa per sfuggire alla guerra.

"Questo conflitto è entrato prepotentemente in Europa, nessuno si sarebbe potuto immaginare di sprofondare in questo clima, pensavamo di aver superato questo aspetto tragici che tutti i giorni sentiamo dai media. In questi giorni ricorre anche il centesimo compleanno di Pier Paolo Pasolini che profetizzava il ritorno delle guerre e dei fascismi che trovavano terra fertile nell'indifferenza dei popoli. Proprio questa indifferenza rispetto alla cosa pubblica, alla società civile, alle associazioni e al volontariato sono le prime cause di malfunzionamento della nostra democrazia. Questa apatia che porta gli individui a ritirarsi nella propria dimensione privata, potremmo dire sia un fattore che ha di certo supportato lo scoppio di questa guerra" ha poi concluso.

Al microfono il consigliere Gaia Riva

Prima di incamminarsi in corteo verso la Colombina, qualche parola l'ha espressa anche il consigliere Gaia Riva, che ha letto ai presenti l'articolo 11 della Costituzione Italiana, e dal parroco don Antonio Bonacina, che si è unito alle parole del sindaco rilanciando l'appello dell'Arcivescovo Mario Delpini.

"Questo momento drammatico, questo tempo confuso, questa umanità smarrita, angosciata, indignata, spaventata, domanda una parola che non sia solo convenzionale, che non sia solo una retorica proclamazione di principi. Quale parola possiamo dire noi, discepoli di Gesù? Non disperate dell'umanità. Non pensate solo a voi stessi. Ammonite i violenti. Prendetevi cura delle vittime. Continuate a credere che tutti siamo fatti per edificare la fraternità universale. Trovate parole e gesti, pensieri e occasioni per dichiarare la stima, l'invito a conversione, la vocazione all'amore fraterno di tutti gli uomini e le donne che abitano questa terra. Nella tragedia abita la tentazione di ripiegarsi su di sé e di intendere il dramma presente solo come un danno economico''.

Il parroco don Antonio

''È necessario invece un animo grande e sensibile, che sosta in preghiera per ascoltare lo Spirito che suggerisce le vie da percorrere e non solo i danni prevedibili e i vantaggi probabili. Abbiamo una parola da dire a tutti coloro che vogliono la guerra: ricordatevi che dovete morire, tutti dobbiamo morire. Dovrete rendere conto a Dio di quello che avete fatto. Viene il momento del prendersi cura. Verranno a bussare persone che hanno perso la casa. Trovino casa tra noi in una accoglienza intelligente, lungimirante, generosa e sollecita" ha detto il sacerdote.

In conclusione di questa prima parte dell'evento, è stata spiegata una bandiera della pace sopra alla balconata del municipio, dove resterà a sventolare sino alla conclusione del conflitto, nella speranza che questo avvenga il prima possibile.

Dalla piazza del municipio si è poi creato un lungo corteo che si è mosso compatto verso la sede dell'associazione "La Colombina" in Piazza per la Pace: un coloratissimo fiume di persone che ha anche messo in difficoltà alcuni automobilisti che hanno ben compreso cosa stava succedendo ed hanno avuto la premura di non intralciare il percorso del corteo. Arrivando presso nel cuore del rione, i partecipanti sono stati accolti sulle note dell'Inno alla Gioia, conosciuto anche per essere l'inno che rappresenta l'Unione Europea, che nei suoi versi evidenzia che l'unità tra i popoli la si ottiene davvero quando questi sono uniti dalla gioia.

Una volta sul posto, il primo a prendere la parola è stato Armando Crippa, già citato presidente dell'associazione "Cassago chiama Chernobyl", che ha ricordato il bene che lui insieme a tanti generosi brianzoli hanno potuto fare in Ucraina, sia ospitando tanti bambini qui in Italia, sia recuperando attrezzature mediche da inviare negli ospedali della regione colpita dal disastro nucleare il 26 aprile 1986.

"Vorrei ringraziare in particolar modo il sindaco e l'amministrazione comunale che hanno voluto prendere subito contatti con l'associazione che rappresento per potersi rendere utile. Non pensavamo che tutte le donazioni che abbiamo fatto in questi anni sarebbero stati utili in uno scenario come quello che si trova ad affrontare l'Ucraina. Nonostante questo noi non facciamo alcun passo indietro, anzi ci siamo già mobilitati per poter ospitare alcune famiglie, tra cui una che è appena giunta nella casa che la ospiterà per i prossimi tempi. Nelle prossime settimane vi potremo anche indicare un conto corrente su cui poter fare delle donazioni che saranno utili per ricostruire una struttura sanitaria pubblica quando tutto questo sarà finito" ha detto Crippa, concludendo poi con un ulteriore ringraziamento alla comunità casatese per le donazioni dei giorni scorsi.

Di seguito sono saliti sul palco della Colombina alcuni lettori di diverse età che hanno letto delle bellissime poesie di Gianni Rodari, alcune ve le riportiamo qui di seguito:

Promemoria
Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola a mezzogiorno.

Ci sono cose da fare di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
orecchie per non sentire.

Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno né di notte,
né per mare né per terra:
per esempio la guerra.

Dopo la pioggia
Dopo la pioggia viene il sereno
brilla in cielo l'arcobaleno.
È come un ponte imbandierato
e il sole ci passa festeggiato.

È bello guardare a naso in su
le sue bandiere rosse e blu.
Però lo si vede, questo è male
soltanto dopo il temporale.

Non sarebbe più conveniente
il temporale non farlo per niente?
Un arcobaleno senza tempesta,
questa sì che sarebbe una festa.

Armando Crippa

A seguire un gruppo di musicisti ha intonato la canzone "Blowin' in the wind" di Bob Dylan, la folla ha intonato la traduzione italiana del testo facendo levare un sentito canto con cui si è ancora una volta rinnegata la guerra a favore della pace.

Il momento più toccante della serata è stata la testimonianza di Milena, una mamma che ha ospitato diversi bambini provenienti dall'Ucraina. "Io sono una madre ucraina perché quando ho adottato quella che un tempo era una bambina, oggi adolescente, ho adottato tutta la sua famiglia, tutto il suo villaggio. Queste persone sono divenute parte integrante della nostra, vita cambiandola completamente. Quello che sta succedendo da una settimana a questa parte sta di nuovo sconvolgendo la mia vita perché trascorriamo ogni giorno nell'attesa di una telefonata, di un messaggio con cui ci possiamo sentire rincuorati. Purtroppo le comunicazioni non sono sempre possibili, facendomi sentire come una madre che attende una cartolina dal fronte" ha detto, lasciando trasparire un'enorme preoccupazione.

"Tra pochi giorni è la Festa della Donna, giorno in cui io chiederei a tutti voi di pensare a cosa vuole dire essere donna in un posto come l'Ucraina di oggi. Preghiamo che queste donne non vengano toccate, perché la guerra purtroppo lascia anche queste tracce su numerose donne e bambine". Milena ha voluto concludere la sua testimonianza ricordando alcune righe dell'inno nazionale ucraino. "Non è ancora morta la gloria dell'Ucraina, né la sua libertà, a noi, giovani fratelli, il destino sorriderà ancora. I nostri nemici scompariranno, come rugiada al sole, e anche noi, fratelli, regneremo nel nostro Paese libero. Daremo anima e corpo per la nostra libertà, e mostreremo che noi, fratelli, siamo di stirpe Cosacca".

In ultimo ha preso la parola una timida ragazza di origini ucraine, adottata anni fa da una famiglia che fa parte dell'associazione cassaghese, che ha letto una toccante preghiera per conto delle famiglie che in questi anni hanno beneficiato di aiuto e sostegno.

Il momento invece più suggestivo per tutti i partecipanti alla manifestazione è stato quello in cui si è composta la parola "PACE", che, nel buio della sera, ha reso nuovamente concreta la loro richiesta di fermare il conflitto che ha giù mietuto troppe vittime.

Una manifestazione sentita e partecipata con cui i casatesi hanno manifestato la loro forte sensibilità e capacità organizzativa, uniti in un fermo NO alla guerra.

G.G. - G.P.
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