Casatenovo: Sasha, in Italia da un decennio, racconta la fuga di madre e sorella da Odessa (Ucraina)

Sasha è una giovane donna di origine ucraina che risiede da diversi anni in Italia. Nel 2010 si è sposata con Antonio con il quale vive a Casatenovo. Il resto della sua famiglia è rimasto nella sua città natale: Odessa.
Dopo il peggiorare della crisi ucraina, con l'inizio dell'invasione russa e l'arrivo della guerra, la scorsa settimana Sasha è riuscita a convincere sua madre e sua sorella Olga, un'insegnante di 31 anni, ad abbandonare il loro paese e partire. Dall'Italia ha contribuito a organizzare il loro viaggio per fuggire dal conflitto. «Ho fatto quello che ho potuto» ci spiega Sasha.
Il percorso intrapreso dalle due, in auto, è durato diversi giorni. Si è concluso lo scorso lunedì, con l'arrivo a Casatenovo. Facendo da interprete, Sasha ha raccontato il viaggio che sua sorella e sua madre hanno affrontato dal momento in cui hanno lasciato Odessa. Senza nascondere ansia e preoccupazioni per quanto sta accadendo nel suo Paese d'origine.

Da sinistra Sasha e la sorella Olga

Ci racconti cosa è successo negli scorsi giorni, da quando sua sorella e sua madre sono partite...

Il viaggio è durato quattro giorni. Da Odessa, dove viviamo, la frontiera con la Moldavia dista 56 chilometri. Hanno impiegato due giorni per percorrerli. Per i primi 50 km è stato facile, per gli ultimi 6 km sono servite 24 ore.

A causa del numero delle persone in fuga?

La dogana più vicina a Odessa è quella verso la città moldava di Palanca. Non è una frontiera molto grande, ha una portata ridotta. È il punto di uscita di tutte le persone che abitano a Odessa; quindi, si è creata una lunga coda di auto con le persone in fuga. La gente dormiva in strada e nelle macchine. Per mia mamma, che ha 71 anni e ha gravi problemi di salute, restare ferma è stato un problema.

 

Manifesto contro il Presidente russo Putin

Non sarà stato facile...

Gli uomini non possono uscire dall'Ucraina, anche chi ha delle invalidità non può farlo. Ma, sono anche pochissimi coloro che stanno cercando di farlo. Possono lasciare il paese solo le donne e i bambini. Mia sorella Olga ha fatto il viaggio con una sua collega insegnante. Il viaggio è stato pericoloso anche per via dei ladri che agiscono lungo le strade. Prima di arrivare alla dogana si resta fermi in mezzo al nulla...

Avete notizia di altri conoscenti in fuga dalla guerra?

Molte altre persone e nostri amici, partendo da parti diverse dell'Ucraina, dal centro e dal Nord del paese, sono andati verso l'Ungheria e la Polonia. Noi siamo stati fortunati perché avevamo vicino la Moldavia, per poter uscire dall'Ucraina.

Confronto fra la situazione nei pressi del principale Teatro Nazionale di Odessa, prima dell’invasione e oggi

Cos'è successo alla frontiera con la Moldavia?

I moldavi sono stati molto accoglienti, ci hanno accolto con il cuore, dobbiamo ringraziarli. Già verso il confine arrivavano per chilometri e chilometri a portare cibo e un po' di aiuto. Dopo il confine hanno anche allestito tende per sistemare la gente. Mia sorella e mia madre sono andate a Chisinau [la capitale della Moldavia] dove abbiamo dei conoscenti. Lì si sono riposate per due giorni, per riprendersi dal viaggio.

Quale è stato il momento in cui hanno deciso di lasciare Odessa e partire?

Abbiamo detto a mia mamma di partire subito. Appena è iniziata la guerra è andata alla ricerca dei suoi farmaci, ma sono subito finiti. Poi durante la scorsa settimana i combattimenti sono arrivati fino a 20km fuori Odessa, dove si sparava pesantemente. Adesso la città non è ancora circondata, ma la situazione è pericolosa. Dopo il confine, in territorio moldavo, ci sono i separatisti russi della Transnistria. Temiamo che ci possano invadere anche da lì. Hanno deciso di partire prima che la città venisse completamente circondata da tutti i lati.

    Volontari che, in una scuola, realizzano reti mimetiche usate dai militari per camuffare mezzi e installazioni

Qual è la situazione per chi è rimasto e vuole partire?

In questo momento le persone sono molto agitate. Per chi ha una macchina, è un po' più facile scappare. Per chi attraversa la frontiera a piedi o con dei passeggini, perché ha dei bambini, la situazione è devastante.

Olga e tua madre si sono riposate nella capitale moldava, poi hanno ripreso il viaggio...

Dopo una breve sosta a Chisinau, sono ripartite per andare in Romania. Dopo la dogana con la Moldavia è stato più semplice perché passare dalla Moldavia alla Romania di solito richiede oltre due ore e mezza, questa volta è stato più rapido. Tutto è andato bene. Sono arrivate a Iasi, città romena verso il confine con la Moldavia, nella giornata di domenica. Li hanno incontrato mio marito Antonio, arrivato in aereo con suo fratello. Da quel momento è proseguito il viaggio verso l'Italia. È durato quasi un'intera giornata, sono arrivate lunedì verso le ore 19.00 di sera.

Odessa, volontari mettono in sicurezza con dei sacchi di sabba la statua di Armand Emmanuel V duca di Richelieu, primo
governatore della città. Sotto la sua amministrazione la città venne trasformata come appare ancora oggi

Gli ucraini rimasti come affrontano la situazione, che notizie avete?

Tantissimi sono rimasti lì e fanno quello che possono perché non vogliono lasciare le loro case. Le persone che conosciamo a Kharkiv e Mariupol, con cui Olga studiava insieme all'università, sono scomparse e adesso le stiamo cercando. Abbiamo parenti e amici in tutta l'Ucraina, chi può è rimasto anche per aiutare e fare volontariato, per distribuire i medicinali. Il problema non è fare arrivare gli aiuti ai profughi negli altri stati, ma far arrivare gli aiuti dentro l'Ucraina dove si combatte, perché stanno scarseggiando.

Odessa in quale situazione si trova?

La città oggi è ben protetta sia sul mare che sulla terra. Adesso c'è la difesa aerea che di notte "illumina" il cielo. Per fortuna non ci sono bombardamenti, però ci sono alcuni combattimenti dentro la città, fra separatisti e militari ucraini. Non è più sicuro. C'è il coprifuoco dalle 19.00 alle 6.00 di mattina. I volontari sono al lavoro per fare il possibile. Mio fratello, che è autista e disabile, porta i militari verso le linee del fronte. Tutti aiutano.

Un altro manifesto per le strade di Odessa

Odessa è una città ricca di storia e particolarmente bella, pensare che la guerra stia tornando riporta alla mente alcune vicende della Seconda Guerra Mondiale viste nelle fotografie dell'epoca...

Odessa è una città russofona, ma è anche una città "del mondo", bellissima. Secondo le statistiche, nel 2019 il 96% della popolazione parlava la lingua russa dentro la propria famiglia. Anche se nei contesti ufficiali si parla ucraino. Però Odessa è una città multinazionale, ci sono armeni, georgiani, ognuno parla la sua lingua. Putin quando parlava apertamente di invadere l'Ucraina ha sempre dimostrato interesse per Odessa, perché non è solo un porto importante sul Mar Neo, ma è anche una città di cultura e storia. È stata fondata da Caterina II e costruita da architetti italiani e francesi. Putin la vuole perché è un simbolo, utile per il suo progetto di ricreare l'impero russo.

Chiediamo a Sasha quali sono le sue opinioni sulla crisi e le aspettative per il futuro. Torniamo a parlare del conflitto, l'invasione russa suona come un pretesto poco credibile...

I motivi per cui i russi sono entrati in Ucraina sono una bugia gigantesca. Anche a Kharkiv, dove la maggioranza è russofona, i russi stanno bombardando e sterminando. Stanno facendo cose orribili. A Mariupol ieri è stata bombardata la casa di maternità, che è un centro per le madri che devono partorire, con a fianco un ospedale per bambini. Ci sono morti e tantissimi feriti. Queste città non chiedevano nessun aiuto ai russi.

Scritta apparsa su una delle spiagge di Odessa. Richiama il messaggio inviato dai militari ucraini
di stanza sull'isola di Snake alla nave da guerra russa che intimava loro la resa

Vi aspettavate che la situazione potesse precipitare con un'invasione così su larga scala?

Io non riesco a credere che Odessa sia circondata, che siamo in guerra. È la terza città più grande dell'Ucraina. Non hanno bombardato pesantemente come a Kharkiv, io voglio sperare che sia per le difese che ci sono in più. Nessuno si aspettava che Kharkiv venisse bombardata in questo modo. Quando avevamo le truppe russe vicino ai confini eravamo allarmati e sconvolti. Anche se i russi parlavano di esercitazioni. I leader mondiali non hanno pensato che sarebbe successo una cosa del genere. I militari, invece, erano più preparati perché, dopo quanto successo nel 2014 a Donetsk, il paese ha speso molto per le forze armate.

Nelle zone separatiste cosa sta accadendo?

Avevo un'amica a Donetsk, ma è scappata subito, abbiamo perso i contatti. La Russia ha cercato di dividere il paese, ha cercato di fare a Donetsk e Luhans'k quello che ha fatto in Georgia, ma non ha funzionato. In Crimea è riuscita, nel 2014, perché è arrivato l'esercito russo a sostegno dei separatisti. La guerra dura da otto anni, da quando c'è conflitto e tensione.

Il faro nel porto di Odessa

A Kiev?

Abbiamo conoscenti che sono rimasti lì, non hanno voluto andare via, ora sono spaventatissimi.

Uno dei primi pensieri immaginiamo sia la volontà di tornare, quando tutto sarà finito...

Tutti vogliono tornare il prima possibile, non appena finisce. Gli ucraini non accetteranno mai che al paese venga tolto il territorio della Crimea e del Donbass. Sono stati i separatisti che hanno fatto passare questa divisione. Anche a Odessa, anche se parliamo russo, ci sentiamo ucraini. I russi dicono di essere nostri fratelli, ma i fratelli non attaccano i propri fratelli.

    La nave scuola Palinuro della Marina Militare italiana, fotografata alcuni anni fa durante una ferma nel porto di Odessa

Cosa pensa che accadrà?

In tutta la sua storia l'Ucraina è stata maltrattata dalla Russia, dalle carestie alle persecuzioni. Per anni hanno cercato di sopprimere il nostro popolo. Noi siamo diversi dai russi, a noi non interessano le mire di grandezza della Russia. Quanto sta accadendo è anche responsabilità del popolo russo. In futuro, in nessuno modo possiamo immaginare che l'Ucraina sarà parte della Russia. Nessuno lo permetterà, nessuno fino all'ultima persona che resterà lì. Noi vogliamo solo essere liberi.

Lorenzo Adorni - Gloria Crippa
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.