Casatenovo, Auditorium: applausi e risate per il ritorno del grande teatro

La ricerca del parcheggio. Il caffè prima dello spettacolo. Il brusio in sala. Le sedie di velluto. Le luci si abbassano. Signori e signore: il teatro!
E' stata proprio questa l'esperienza di circa quattrocentocinquanta spettatori che mercoledì sera sono tornati a popolare la sala dell'Auditorium di Casatenovo dopo due anni di digiuno da teatro. Alcuni erano spaesati, non ricordavano più quale fosse il posto assegnato loro perché il tempo ha fatto sbiadire l'inchiostro sui biglietti. Per fortuna l'organizzazione del cineteatro ha saputo gestire ogni cosa al meglio.

La calda accoglienza di Massimo Locati, direttore della sala casatese, in prima fila a strappare i biglietti e augurare buona serata ad ogni spettatore con gli occhi lucidi per l'emozione: "Finalmente si ritorna a teatro, una cosa bellissima di cui davvero sentivamo tutti la mancanza".
Man mano che le luci si affievolivano, le voci in sala si sono placate facendo concentrare tutti sulla scenografia sul palco: una grande scrivania, una postazione per dattilografia e un paio di sedie in più: l'ufficio del commendator Gervaso Savastano.
Savastano vive la sua giornata con i piedi di piombo perché terrorizzato dal possibile arrivo improvviso di un gatto nero, di un ombrello aperto nel suo ufficio, nel rispondere al telefono... insomma a tutto ciò che secondo il suo amato "Regolamento" possono portare su di lui una tremenda iettatura. La vita agli occhi del commendatore non era altro che una guerra contro la sfortuna, spesso riconoscendo in gesti apparentemente innocui una forte carica negativa nei confronti della sua ricerca di equilibrio ed il suo agio economico raggiunto dopo tanti anni di sacrifici. Questo suo terrore fa si che tutti coloro che lo circondano non lo sappiano più avvicinare: addirittura a licenziare un suo dipendente solo perché è convinto che porti sfortuna. La fortuna appare sorridergli quando, durante i colloqui per la ricerca di un nuovo contabile, si prensenta Santamaria, un personaggio che colpisce sin da subito Gervasio, ma non per le proprie competenze, non per le sue conoscenze tecniche, ma per la gobba.
Dal primo momento in cui entra nel suo ufficio, Santamaria diviene un idolo per il commendatore che, pur di tenerselo stretto, gli propone uno stipendio esagerato ed un ufficio tutto per sé. Ma non è tutto, per rendere ancora più forte il suo legame, il commendatore decide di dargli in sposa la figlia. Tutto appare andare bene, ma il colpo di scena finale sarà in grado di risvegliare la ragione in Gervasio!

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Per quanto sembri tutto così inizialmente tragico, in realtà è solo il preambolo di una divertente commedia che gioca sull'estremizzato terrore di un uomo di perdere tutto ciò che ha. Un uomo che è alla ricerca di ogni mezzo ultraterreno affinché la sua vita prosperi, nonostante questo costituisca una pena per tutti coloro che lo circondano. Solo al matrimonio della figlia, finalmente, Savastano riconoscerà la verità dei fatti: la dea fortuna, non è altro che cieca.
Questo attesissimo ritorno del grande teatro in Auditorium si è concluso con uno scrosciante applauso per il numeroso cast che ha messo in scena questo spettacolo: oltre ad Enzo Decaro che impersonava il Commendator Savastano, i panni dei vari personaggi sono stati vestiti da: Giuseppe Brunetti, Francesca Ciardiello, Lucianna De Falco, Carlo Di Maio, Massimo Pagano, Gina Perna, Giorgio Pinto, Ciro Ruoppo, Fabiana Russo.
Alle attrici, come di consueto, è stato donato un mazzo di fiori da cui Decaro ha colto un fiore per donarlo ad una delle spettatrici in prima fila.
"Questa sera è stata occasione per riprendere, avevamo tutti voglia di ricominciare, prima di tutto il nostro affezionato pubblico. Probabilmente l'applauso finale ha voluto anche dimostrare non solo un apprezzamento agli attori, ma proprio un complimento al teatro in sé che finalmente ritorna a vivere!" le parole di Massimo Locati.

Anche il prossimo di Cevoli che si terrà il 31 marzo prossimo sarà sempre da ridere, per quanto di un'atltro genere: un monologo comico sulla storia personale di Cevoli come padre e come figlio paragonata con ironia e leggerezza ai grandi classici. Edipo, Ulisse, Achille Enea e compagnia bella. Fino ad arrivare a Dio in persona con Mosè e il popolo ebraico. E la famiglia di S. Giuseppe, Maria e Gesù Bambino. La Sacra Famiglia.

Contributo fotografico di Andrea Pirovano

G.P.
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