Cassago: visita al Rus Cassiciacum coi sindaci e Parco Valle Lambro per la valorizzazione dei beni culturali della Brianza

C'erano gli amministratori locali, il presidente del Parco Valle Lambro, le associazioni Sant'Agostino, il Cammino di Sant'Agostino, Sajopp e gli Amici della Valletta. Tutti presenti con l'intento di valorizzare il patrimonio artistico, culturale e archeologico della Brianza.

Le autorità e i volontari intervenuti alla mattinata cassaghese

Sabato 12 marzo, in una grigia mattinata ancora invernale, al Rus Cassiciacum e ai ruderi della Villa Pirovano-Visconti è andata in scena un'inusuale visita culturale agli importanti reperti archeologici che Cassago custodisce.
L'ospite d'eccezione era Marco Ciceri, presidente del Parco Valle Lambro, accompagnato da due consiglieri. I saluti e i ringraziamenti iniziali agli invitati sono stati fatti dal sindaco Roberta Marabese nella sala consigliare del Comune.

Il sindaco cassaghese Roberta Marabese

''Sono onorata di essere qui con voi oggi e vi ringrazio. Nel mese di ottobre abbiamo fatto degli interventi al nostro parco perché dovevamo adeguare un progetto del 2008 alle nuove richieste per poter partecipare a un bando per la valorizzazione dei beni culturali. Questa ristrutturazione ci ha lasciato allibiti perché ci ha fatto vedere tutto quello che da dieci anni a questa parte era stato nascosto dietro alle erbacce che nel frattempo erano cresciute'', ha esordito l'amministratrice, ''padrona di casa'' insieme alla vice Monica Conti.

L'invito a questo evento speciale, oltre al Parco Valle del Lambro, è stato rivolto - fra gli altri - ai sindaci di Cremella, Bulciago, Barzanò e Barzago, tutti presenti all'incontro cassaghese insieme al collega di Sirtori. L'augurio espresso dal sindaco Marabese è che i comuni limitrofi collaborino in sinergia affinché il territorio brianzolo possa essere rivitalizzato e rivalutato anche dal punto di vista culturale e turistico.
Successivamente il presidente del Parco Valle Lambro, Marco Ciceri, ha voluto far sentire la vicinanza e l'interesse dell'ente ai territori che non fanno parte del parco, ma appartengono comunque al PLIS (Parco Locale di Interesse Sovracomunale): ''A volte si crea confusione tra i comuni che sono nel parco e quelli che invece appartengono al PLIS, che si sentono figli di un dio minore. Ecco questo non vogliamo che avvenga. Io e i colleghi consiglieri che mi hanno accompagnato oggi siamo in carica da pochi mesi e stiamo cercando di dare questo nuovo impulso al futuro dell'ente. Probabilmente in passato ci sono state delle incomprensioni e si sarebbero dovute cogliere alcune opportunità, ma da oggi in avanti noi siamo qui per lavorare con voi affinché occasioni come quella di oggi a Cassago siano sparse su tutto il territorio''.

Prima dell'inizio del percorso guidato il sindaco Roberta Marabese ha voluto ringraziare anche Luigi Gerosa e Carlo Canali dell'associazione Amici della Valletta per il loro prezioso contributo nell'unire i territori del Parco Valle Lambro e quelli del Parco del Curone.

La visita guidata curata da Luigi Beretta, presidente dell'associazione storico-culturale Sant'Agostino, è iniziata appena fuori dalla biblioteca comunale Rita Levi-Montalcini, dove l'ex docente ha spiegato l'origine medievale di un piccolo tratto di fortificazioni visibili ancora oggi. Un tempo, proprio in quel luogo, sorgeva una torre che da cui era visibile la torre di Tabiago, la quale insieme a quella cassaghese costituivano il sistema difensivo e di avvistamento dell'epoca.

Marco Ciceri, presidente del Parco Valle Lambro

A sinistra Dario Casati del'Associazione Sajopp

Giunti sul piano del parco Rus Cassiciacum il sindaco Marabese e il responsabile dell'ufficio tecnico, Marco Raveia, hanno raccontato dello studio e del progetto che ha permesso la costruzione di un parco giochi inclusivo, attrezzato anche per le persone con disabilità e in cui nei prossimi anni verranno apportate ulteriori migliorie.

Enzo Fumagalli, custode del Mausoleo Visconti

Infine, si è passati nel parco storico-archeologico di Sant'Agostino che viene inaugurato nel 1986, dopo che l'allora amministrazione riesce a prendere possesso di tutta l'area un tempo posseduta dalla famiglia Visconti. In questo luogo viene rivenuta una fontana risalente al 1800 e in questo parco viene predisposto un percorso archeologico dove sono sistemati i reperti litici rinvenuti a Cassago databili all'età romana e tardo-romana. 

Il dolce di Sant'Agostino

Luigi Beretta dell'Associazione Sant'Agostino

Lungo il percorso si trovano tombe dell'epoca romana perfettamente conservate e anche frammenti di altri avelli trovati sul territorio cassaghese. La romanità del paese è testimoniata anche tegole dell'epoca e da tasselli di un mosaico rinvenuti nei dintorni del parco archeologico.
Inoltre, proprio attorno alla fontana di Sant'Agostino sono state rinvenute due camere di epoca romana, di cui è possibile ancora vedere qualche resto.

Nel centro del parco si può ammirare un monumento che è stato eretto durante la fondazione del parco, che raffigura Sant'Agostino e la madre Monica che secondo i racconti pervenuti hanno soggiornato entrambi nella villa di Verecondo a Cassago. Infatti, è proprio nel paese brianzolo che Agostino inizia il suo percorso religioso che lo porterà al battesimo a Milano qualche anno dopo, ed è a Cassago che scrive i primi libri, tra cui i Dialoghi.

All'ingresso del parco si trova una cartina minimale, di cui salta subito all'occhio l'azzurro del Mar Mediterraneo, su cui si ripercorre il percorso fatto dal corpo di Sant'Agostino in vita e in morte. Partito da Tagaste in Algeria, ora giace a Pavia, nella basilica di San Pietro in Ciel d'Oro, per volere del re longobardo Liutprando. Proprio seguendo le tappe della vita di Sant'Agostino, si sviluppa oggi un percorso di pellegrinaggio chiamato il Cammino di Sant'Agostino e curato dall'omonima associazione.

Renato Ornaghi del Cammino di Sant'Agostino

Dopo l'excursus romano gli amministratori locali e i rappresentanti delle associazioni si sono spostati ai piedi di quanto rimane del palazzo Pirovano-Visconti, un altro reperto archeologico del territorio cassaghese. Qui Enzo Fumagalli, custode del mausoleo della famiglia Visconti e figlio della famiglia che per decenni ha prestato fedelmente servizio ai duchi, ha illustrato ai presenti la sala del pellegrino, la ghiacciaia, le scuderie e le stalle del grande castello che ha dominato su Cassago Brianza fino al 1963, quando fu tristemente abbattuto. Enzo Fumagalli ha ripercorso i dettagli della sua infanzia, ricordando l'importanza del duca Marcello nella coltivazione dei terreni, che venivano concessi ai contadini del circondario a patto che seguissero le regole da lui impartite per la lavorazione. Il custode ha ricordato anche la nobiltà d'animo delle donne Visconti che hanno voluto dare un asilo ai bambini del paese, oltre a rammaricarsi per la perdita incommensurabile del castello demolito: "purtroppo la Brianza è sempre stato un posto in cui contavano solo mobili e bulloni, c'è stata un'enorme mancanza di interesse verso la cultura di questo posto".

Da sinistra Roberta Marabese, Marco Ciceri e Luca Cattaneo (sindaco di Bulciago)

Concluso il percorso guidato, Renato Ornaghi, presidente dell'associazione Il Cammino di Sant'Agostino, ha voluto spendere qualche parola sul cammino di 600 chilometri che la sua associazione protegge: "si lega in qualche modo al camminare lento e sostenibile per i luoghi devozionali della Brianza. Sbagliando abbiamo sempre pensato che la bellezza è altrove, non sul nostro territorio, mentre la Brianza è un tesoretto a cielo aperto e percorrendola si scoprono cose mai viste prima".

Prima dell'assaggio al dolce di Sant'Agostino, il sindaco Roberta Marabese e il presidente del Parco Valle Lambro, Marco Ciceri, hanno lanciato un invito agli enti e alle istituzioni presenti affinché il territorio brianzolo possa essere valorizzato e riconosciuto come merita.
''Ci sono territori che non hanno nulla in più di noi, tranne forse una visione più prospettica, di marketing, che permette loro di vendersi meglio. Noi del Parco Valle Lambro ci siamo perché la Brianza venga conosciuta non soltanto per bulloni e mobili, ma anche per le sue ricchezze culturali'', ha concluso Ciceri.

In una fredda mattinata che profumava di buoni auspici e voglia di fare, gli amministratori locali hanno piantato un seme che si spera possa presto germogliare.
Martina Bissolo
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