Dolzago: un corteo con grandi e piccini per chiedere la pace

Tantissimi palloncini con i colori della pace sono volati in cielo nel pomeriggio di sabato 12 marzo. A lanciarli i bambini delle scuole di Dolzago che insieme ai genitori hanno preso parte al corteo sceso in piazza per dire "basta" alla guerra e all'invasione russa. Radunatosi in piazza della Repubblica, il serpentone guidato dal sindaco Paolo Lanfranchi ed alcuni membri dell'associazione Mir Sada si è poi diretto al parco degli Alpini per un momento di riflessione sul tema.

Da sinistra l'assessore Manzoni (Lecco), Mauro Castelli di Mir Sada e i sindaci Lanfranchi (Dolzago) e Narciso (Oggiono)

"Grazie a tutti coloro che hanno partecipato quest'oggi, per essere qui a dire un fermo e forte "no" alla guerra. Noi oggi siamo qui con questa manifestazione, insieme ai più piccoli, per ricordare il valore della pace. Voglio ringraziare quindi di cuore tutti coloro che oggi con la loro presenza stanno dando un grande segnale, scegliendo da che parte stare" ha detto il sindaco Paolo Lanfranchi salutando i presenti.

Mauro Castelli, membro dell'associazione Mir Sada, ha poi ricordato l'importanza di prendere una posizione, schierarsi, non essere equidistanti rispetto a questa drammatica situazione. "Quando una guerra scoppia purtroppo fermarla diventa molto difficile. Noi come associazione lo abbiamo visto, nei nostri anni di operato, nella guerra della ex Jugoslavia. Non bisogna mai arrivare alla guerra. È quindi importante esserne fermamente contro, ancor prima che scoppi. Non c'è mai una guerra giusta, l'unica battaglia che vale la pena combattere è essere contro la guerra stessa" ha detto rivolgendosi ai presenti, ribadendo l'importanza di riunirsi per testimoniare, cambiare il paradigma e soprattutto ricordare ai più piccoli il valore della pace quale bene comune.

"Insistere - ha aggiunto- affinché ci sia un cambiamento culturale è la chiave. Spesso pensiamo di non avere potere, di non poter decidere. Al contrario abbiamo un immenso potere: far sentire le nostre voci. Per questi bambini e per tutti i bambini del mondo ci deve essere una cultura di pace".

Le parole di Gianni Rodari hanno poi riempito il silenzio, tra gli sguardi attenti dei più piccoli. Dopo la pioggia viene il sereno, brilla in cielo l'arcobaleno. È come un ponte imbandierato e il sole ci passa festeggiato. È bello guardare a naso in sule sue bandiere rosse e blu. Però lo si vede, questo è male soltanto dopo il temporale. Non sarebbe più conveniente il temporale non farlo per niente? Un arcobaleno senza tempesta, questa sì che sarebbe una festa. Sarebbe una festa per tutta la terra fare la pace prima della guerra.
Presenti al pomeriggio anche la sindaca oggionese Chiara Narciso e l'assessore al welfare del comune di lecco Emanuele Manzoni che hanno rivolto un pensiero alle vittime.

"Anche in questa situazione drammatica il popolo italiano sta dimostrando una solidarietà grande. Noi come istituzioni abbiamo il dovere di rendere questa solidarietà concreta. Questa mattina abbiamo raccolto dei beni che andranno al confine in aiuto dei profughi. Questo spirito di solidarietà mi commuove, mi fa credere che al mondo ci siano ancora tantissime brave persone che hanno voglia di mettersi in azione concretamente" ha detto Narciso, passando poi la parola all'assessore Manzoni che, in nome dell'amministrazione lecchese, ha ringraziato gli organizzatori.

"Questa situazione provoca un immenso sconforto. Oltre a domandarci il perché, credo sia importante passare all'azione concreta per la costruzione della pace. Lavorare concretamente tutti i giorni per una cultura di pace, lavorare per il confronto, il dialogo e l'empatia" ha detto, rivolgendosi poi ai più piccoli, chiamati a mettere in atto un atteggiamento ed una cultura dell'accoglienza verso i bambini ucraini che arriveranno nelle scuole.
"In questi giorni come comuni ci siamo messi in prima fila per la raccolta e l'invio di materiali e beni di prima necessità, farmaci, vestiario e cibo. E stiamo lavorando affinché si possa concretizzare la possibilità di accogliere e ospitare le persone in fuga".
Sa.A.
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