Oggiono, assemblea pubblica sul centro per il riuso: a che cosa serve e come funziona

"Quanta fretta ma dove corri? Dove vai?" chiedono il gatto e la volpe nell'omonima canzone di Edoardo Bennato. Una fretta, come quella che si può avere quando si va al centro di raccolta rifiuti comunale il sabato pomeriggio, che può impedire di prestare sufficiente attenzione a quella piccola casetta di legno collocata lì accanto, nonostante il cartello con scritto "Centro per il riuso". Per riportare l'attenzione su quel luogo, che decora l'area del centro di raccolta di Oggiono e Annone, nella serata di giovedì 17 marzo l'associazione Oggiono per l'Ambiente ha organizzato un'assemblea pubblica.

I relatori della serata. Da sinistra Patrizio Sidoti, Chiara Narciso,
Micol Dell'Oro, Morris Marelli, Tiziano Corti e Laura Bartesaghi

"Cerchiamo non solo di mantenere pulite le aree verdi, ma anche di fare formazione sui temi ambientali. Questa è un'ottima occasione per fare informazione sul centro per il riuso" ha specificato Morris Marelli, presidente dell'associazione dopo i saluti introduttivi di Laura Bartesaghi, consigliere comunale di Annone. Così come questo incontro è stato frutto di una collaborazione tra Oggiono per l'Ambiente, l'associazione volontari di Annone e le due amministrazioni comunali, che hanno concesso il patrocinio, anche il centro per il riuso è il risultato di un lavoro di squadra.

Laura Bartesaghi, consigliere comunale di Annone

"Sebbene fosse un'idea già presente nel nostro programma elettorale, è stato possibile impiantare il centro del riuso solo grazie alla collaborazione con la cooperativa sociale Mani Tese di Bulciago, che ci ha contattato a seguito della pubblicazione di un bando di Silea" ha raccontato Chiara Narciso, sindaco di Oggiono. "Questo bando non solo ha coperto i costi di installazione e gestione della struttura ma ha finanziato anche una serie di progetti di educazione ambientale, per esempio quelli con le scuole medie che partiranno a breve. Abbiamo poi deciso di coinvolgere anche il comune di Annone dato che condividiamo il centro di raccolta" ha aggiunto il primo cittadino prima di lasciare la parola al suo collega Patrizio Sidoti, sindaco proprio di Annone, il quale ha evidenziato che "l'amministrazione è molto contenta di questa iniziativa. Crediamo che la collaborazione tra i nostri comuni e con le associazioni di volontariato sia fondamentale. Il nostro obbiettivo è quello di agire nello stesso modo per completare il recupero del nostro lago, il vero gioello che abbiamo a disposizione".

Micol Dell'Oro e Morris Marelli

"Dobbiamo salvaguardare l'ambiente per i nostri nipoti. Il lavoro svolto da Mani Tese presso il centro per il riuso consente ai cittadini non solo di contribuire alla cura del nostro pianeta ma anche di aiutare chi ne ha più bisogno" ha ricordato Tiziano Corti, presidente dell'associazione dei volontari di Annone.
Il microfono è quindi giunto nelle mani di Micol Dell'Oro, rappresentante proprio della cooperativa sociale Mani Tese, la quale ha innanzitutto sottolineato che "è fondamentale occuparsi di riuso perché stiamo mettendo a dura prova la nostra Terra. Gli ultimi calcoli ci dicono che consumiamo come se avessimo a disposizione 1,7 pianeti. In realtà noi di pianeta ne abbiamo a disposizione solo uno e tutto quello che consumiamo in più oggi lo sottraiamo alle generazioni future".
"Il compito di un centro per il riuso è quello di intercettare i beni prima che diventino effettivamente rifiuti. Nel caso di quello installato presso il centro di raccolta di Annone e Oggiono, è stata l'amministrazione oggionese a volerlo dedicare a Michele Liguori, un tenente dei carabinieri di Acerra che per tutta la vita si è battuto contro le malversazioni di natura ambientale" ha poi ricordato Dell'Oro.

Ma come funziona concretamente una struttura di questo tipo? Aperto negli stessi orari del centro di raccolta e accessibile solo per i cittadini di Oggiono e Annone, il centro per il riuso ritira tutti quegli oggetti rivendibili e riutilizzabili. Per esempio, libri, dvd, casalinghi, videogiochi, giocattoli purché in buono stato. Certo, elenchi come questo non vanno mai presi alla lettera. "Beni come le enciclopedie o i libri di scuola non li ritiriamo perché sappiamo per esperienza che non riusciamo a venderli" ha spiegato la rappresentante di Mani Tese, la quale poi ha specificato "per lo stesso motivo ritiriamo solo TV grandi e a schermo piatto e PC solo se non vecchi più di dieci anni. Non ritiriamo abiti, perché ci sono già tante realtà del territorio che lo fanno, mobili, perché sono troppo ingombranti, e videocassette, perché ormai non le vuole più nessuno".

I sindaci Chiara Narciso e Patrizio Sidoti

Che destino aspetta tutti questi oggetti? "Essi vengono portati presso il nostro mercatino dell'usato, situato a Costa Masnaga, in attesa di essere venduti. Sappiamo esattamente cosa è arrivato dal centro per il riuso e quando viene venduto perché ogni bene viene caricato su un sistema informato quando arriva e scaricato nel momento della vendita" ha spiegato Micol Dell'Oro. Con il ricavato, Mani Tese finanzia diverse iniziative di inclusione sociale, come per esempio delle borse lavoro tese ad aiutare le persone più in difficoltà. Secondo la referente della cooperativa, "contribuire all'attività del centro è un modo non solo di dare una seconda vita agli oggetti che non si usano più ma anche di aiutare la cooperativa ad attribuire il giusto valore a persone che, nonostante siano considerate scarti dalla società, in realtà rappresentano una grande risorsa".

"Siamo molto soddisfatti dei risultati dei primi mesi di attività del centro per il riuso. Crediamo che la gente abbia capito che cosa stiamo facendo lì perché tutti gli oggetti che ci sono stati portati sono di buona qualità. Pensate il nostro sistema informatico ha calcolato che grazie all'attività del centro è stato possibile evitare l'emissione di circa 471,5 kg di CO2" ha sottolineato Dell'Oro.
"Dacci solo quattro monete e noi ti iscriviamo al concorso per la celebrità". Questo è l'invito dei personaggi della canzone di Edoardo Bennato. Quando si tratta della salvaguardia del pianeta in cui viviamo, però, non esistono soluzioni semplici e dirette. Serve tenacia e perseveranza nel compiere piccole azioni quotidiane. Quei 471,5 kg possono, anzi devono, rappresentare solo il punto di partenza. È in gioco il nostro futuro.
Andrea Besati
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