Barzago: a IterFestival raccontata la storia della famiglia Menabrea

Altra tappa di "Iterfestival" - kermesse culturale promossa dal Consorzio Brianteo Villa Greppi in collaborazione con la libreria "Lo Sciame Libri" di Arcore - si è tenuta nel pomeriggio di sabato 19 marzo a Barzago. Questa volta è stato ospite Francesco Casolo, che ha presentato al pubblico il suo ultimo libro "La salita dei giganti. La saga dei Menabrea" edito da Feltrinelli.

Da sinistra Martina Garancini, Marta Comi (Villa Greppi), l'autore Francesco Casolo,
il consigliere comunale Francesca Mantonico e il sindaco Mirko Ceroli


In dialogo con Martina Garancini l'autore - introdotto anche dal consigliere comunale Francesca Mantonico - ha approfondito alcuni aspetti del suo romanzo: "La storia che ho raccontato - afferma Casolo - ruota attorno alla famiglia Menabrea. Tutto ha inizio nel lontano 1882 quando Carlo Menabrea, marito di Eugenia e padre di Albertina, Eugenia (soprannominata "Genia") e Maria, organizza un sontuoso ricevimento in un castello appena acquistato vicino Biella.

L'origine di tanta fortuna e ricchezza sta in una scommessa fatta trent'anni prima dal padre di Carlo, Giuseppe: con tanta tenacia si è dedicato alla produzione della birra, anziché continuare a commerciare lana e prodotti di artigianato in Svizzera attraversando a piedi i ghiacciai di Gressoney. All'epoca (metà dell'Ottocento) la birra non era ancora una bevanda conosciuta nel nostro paese. Si beveva solamente nei territori appartenenti all'impero austroungarico. Puntare sulla birra e non su un altro prodotto era una scelta sicuramente molto rischiosa, ma i risultati potevano essere eccezionali. I Menabrea sono diventati importanti imprenditori in Italia".

Francesca Mantonico, consigliere delegato ai rapporti con il Consorzio Villa Greppi

Francesco Casolo ha deciso non solo di soffermarsi sul contesto storico, ma anche di approfondire i legami intimi tra i membri Menabrea. È il caso di Carlo e della secondogenita Genia: i due mostrano un rapporto molto profondo tanto che Carlo chiede alla figlia di soli sei anni di accompagnarlo in una gita tra Biella e Gressoney. Le fa assaggiare per la prima volta la birra e le piace molto. In realtà Genia già a cinque anni aveva provato a produrre la bevanda spinta dalla curiosità, ma aveva fallito in quanto non conosceva ancora bene il processo di fermentazione.

"L'atto di far assaggiare a Genia la birra è un vero e proprio rito di iniziazione. È lei la prescelta che guiderà l'azienda di famiglia. Carlo si ammala precocemente e sarà Genia a proseguire nella produzione della birra aiutata dalla madre. Inizia così un capitolo nuovo della storia dei Menabrea, che è tutto al femminile. Sicuramente non sarà facile per Genia perché nessuno vuole vendere orzo o comprare birra da una donna, ma con tanta pazienza e tenacia riuscirà a farsi valere e ottenere grandi successi".

Per tratteggiare Genia, gli altri personaggi e i diversi luoghi del racconto Casolo ha messo in atto una grande ricerca e si è trasferito anche a Gressoney. Le sue fonti sono molto variegate, dall'archivio storico dei Menabrea, gli articoli sui giornali locali ai quaderni di scuola e le numerose lettere di Genia scambiate con la sorella Albertina o con il futuro marito.

Ettore Formenti dell'azienda agricola Luppolina

La mediatrice Martina, alla fine, ha chiesto all'autore di parlare della scelta del titolo del romanzo: "L'idea del titolo è legata alla lettura di una leggenda sul Monte Cervino: prima di avere l'attuale forma piramidale, il Monte Cervino si presentava come un'enorme catena montuosa oltre la quale non era possibile vedere. I popoli si chiedevano cosa ci fosse al di là e un giorno un gigante prese la strada delle montagne e per scavalcarle spaccò la catena montuosa. Rimase così solo una montagna piramidale. "Giganti" poi è anche il modo in cui Carlo Menabrea chiamava le montagne altissime che circondavano la valle di Gressoney. Ho pensato che i giganti fossero anche gli stessi Menabrea perché hanno avuto la capacità di guardare oltre la normalità e di imporsi nel mercato della birra nonostante questa fosse pressoché sconosciuta in Italia".

L'incontro con Francesco si è concluso tra gli applausi e il firmacopie. A seguire c'è stata la possibilità di visitare l'azienda agricola "Luppolina" di Ettore Formenti con sede proprio a Barzago, con una degustazione di birre del birrificio "Wackybrew" di Casatenovo.
S.B.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.