Barzanò: la complessità della situazione in Ucraina spiegata al pubblico da Alfio Sironi

Complessità. Ultimamente questa parola sembra fare paura nonostante, o forse proprio per questo, rappresenti un fatto: il conflitto in Ucraina è l'apice di una situazione di sicuro complessa.
Per provare a sbrogliare almeno in parte questa matassa, nella serata di giovedì 24 marzo l'associazione MOLO ha organizzato a Barzanò una serata in compagnia di Alfio Sironi, casatese d'origine nonchè docente di geografia presso l'istituto di istruzione superiore Ezio Vanoni di Vimercate.
Quando ha preso la parola il dottor Sironi, nella sala civica di via Monsignor Colli, piena fino all'ultimo posto disponibile, è calato immediatamente il silenzio. La voglia di ascoltare e comprendere si percepiva nell'aria.

Alfio Sironi durante la serata

"Sperando di esserne all'altezza, questa sera utilizzeremo la geografia, la storia e la geopolitica per capire come siamo arrivati a questa situazione grave" ha attaccato Alfio Sironi, il quale collabora anche con il corso di geografia e politica economica tenuto dal professor Dino Gavinelli all'Università Statale di Milano. Con l'ausilio di alcune cartine geografiche, il docente ha evidenziato per prima cosa le principali peculiarità sul piano geografico del territorio governato da Vladimir Putin. La Russia è il paese più vasto del mondo, conta circa 140 milioni di abitanti di cui due terzi concentrati nella zona europea mentre nell'immenso territorio al di là degli Urali alcune zone sono completamente disabitate e diversi villaggi sono privi di copertura telefonica.
Il doversi relazionare con questo spazio "imperiale" ha prodotto nei russi una concezione del tempo e della spazialità completamente diversa dalla nostra e, cosa ancora più importante, ha stimolato in ogni loro leader un'ossessione: "per quanto sia difficile per noi pensarlo, dato che viviamo in un piccolo stato nazionale, per i leader russi il controllo di questi confini così ampi e il mantenimento dell'integrità territoriale sono sempre stati dei punti molto sensibili" ha ricordato il relatore.
Tra tali confini quello con la grande pianura centroeuropea, di cui l'Ucraina fa parte, è uno dei più delicati perché nella storia tutte le gradi invasioni che il territorio russo ha subito sono arrivati proprio da lì: nel 1612 i polacchi, nel 1812 Napoleone, nel 1941 Hitler.

Così è intervenuta quella che secondo Cicerone è "magistra vitae", ovvero la Storia. "Nel 862 d.C. nacque la Rus' di Kiev, ciò che bielorussi, russi e ucraini considerano la culla della loro civiltà" ha spiegato il dottor Sironi per poi raccontare come questa confederazione di città stato abbia progressivamente allargato il suo territorio fino al 1240, quando è stata conquistata dai mongoli. "I territori orientali, entrati poi a far parte della Russia, sono rimasti sotto il controllo degli eredi di Gengis Khan molto più a lungo delle aree occidentali, parte dell'attuale Europa dell'est, e questo ha creato una prima divisione" ha sottolineato il professore. Da un lato, infatti, ci sono i russi che vorrebbero recuperare le terre natie, dall'altro ci sono gli ucraini che si considerano i veri eredi della Rus' di Kiev e contestano ai russi di aver mescolato la loro cultura con i caratteri asiatici.
Divisione aggravata dal nazionalismo. "Questi territori, così come altre aree dell'ex - URSS, sono caratterizzati da una storia molto tormentata che ha favorito lo sviluppo di identità nazionali molto forti e radicate. Nei miei molteplici viaggi in quelle zone ho potuto constatare come il senso della storia in quelle aree sia molto più spiccato di quanto non sia da noi" ha raccontato il professor Sironi.
L'evolversi di questa dinamica in un contesto, come quello ucraino, particolarmente composito sul piano etnico e linguistico ha favorito una polarizzazione molto netta del panorama politico. "Guardate le mappe: in tutte le elezioni tenutesi dal crollo dell'Unione Sovietica in Ucraina si è registrata una chiara divisione tra l'ovest, che ha votato partiti nazionalisti e fautori di un avvicinamento all'Occidente, e l'est del paese, i cui abitanti hanno sostenuto formazioni favorevoli allo status - quo o apertamente filo - russe" ha sottolineato il docente del Vanoni di Vimercate.

Dopo aver ripercorso brevemente le vicende legate alla rivoluzione arancione, al governo Yanukovyc e alle proteste di piazza Maidan, si arriva al 2014, anno dell'annessione della Crimea. "Quella è stata un'annessione unilaterale frutto di un referendum che i risultati evidenziano essere stato eterodiretto dall'esterno, tanto è vero che la comunità internazionale non ne ha mai riconosciuto la validità. È stata comunque un'annessione ottenuta senza sparare un colpo" ha ricordato il dottor Sironi per poi soffermarsi sul conflitto in Donbass, scoppiato poco dopo tra esercito ucraino e i separatisti armati da Mosca. Uno scontro che, dopo un primo anno particolarmente cruento, si è trasformato in un conflitto a bassa intensità a seguito della firma degli accordi di Minsk II, 15 febbraio 2015. "I punti dodici e tredici di questo accordo di cessate il fuoco prevedevano l'assegnazione alle regioni separatiste di uno statuto speciale nell'ambito di una federalizzazione dell'Ucraina. Non è mai stato fatto" ha ricordato Alfio Sironi.

Una possibile soluzione che avrebbe forse potuto evitare il massacro in atto. Dopo le domande del pubblico, la serata si è chiusa con un appello molto sentito del docente di geografia: "Spegnete la televisione, il livello del dibattito è infimo. Leggetevi Limes, altre riviste specializzate o dei buoni libri".
Capire perché il livello del dibattito in televisione, ma non solo, è così basso potrebbe essere il tema di un'altra serata. Ieri è stato il turno dei fatti, della competenza e della passione.
Andrea Besati
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