Valaperta: ispirata al periodo covid e ideata dai ragazzi della 'pastorale' la Via Crucis 2.0

Una chiesa gremita di persone, quella di Valaperta di Casatenovo, nella serata di ieri venerdì 25 marzo.
Ha infatti suscitato grande interesse l'inaugurazione della "Walking story" Via Crucis 2.0: organizzata dai ragazzi della Pastorale Giovanile, insieme al Gruppo GSO San Giorgio, alla Fondazione Comunitaria del lecchese onlus e all'associazione culturale Atonga, l'iniziativa vuole riproporre sotto vesti diverse da quelle tradizionali la Via Crucis in preparazione della Pasqua.

Si tratta, nello specifico, di un percorso tematico che sottolinea gli aspetti in comune fra la vita - prevalentemente, ma non solo - post pandemia dei ragazzi che l'hanno vissuta in prima persona e la Passione di Cristo, in linea con la tradizione quaresimale.
Un lungo lavoro di analisi e riflessione, condotto in prima persona dai ragazzi e in seconda battuta anche dagli educatori e da don Andrea Perego, che li hanno aiutati e guidati, ha portato quindi alla creazione di un percorso che gravita proprio attorno a questi ragazzi, alle loro realtà di tutti i giorni, alle loro ansie e paure ma anche alle loro gioie e amori.

Don Andrea Perego

"Avete visto che la proposta non è stata quella della Via Crucis tradizionale, che segue in ordine cronologico la Passione di Gesù e i fatti attorno a essa, ma è stata piuttosto costruita secondo una scelta tematica. Il lavoro che hanno fatto i nostri ragazzi è stato infatti quello di rintracciare, dentro la vicenda del Signore Gesù, quello che loro hanno vissuto in questi anni di pandemia fatti di restrizioni e limitazioni, in cui sono emerse questioni che magari erano un po' nascoste e che ora hanno avuto il pretesto per venire a galla in modo anche prepotente" ha detto don Andrea, commentando l'iniziativa. "Alcune di queste cose ce le hanno un po' volute presentare: l'uso dei social, la realtà virtuale, il rapporto con i genitori, la famiglia, il delicato tema degli stati di depressione e di tristezza di chi, per esempio, non riesce a sentirsi stimato e valutato dagli altri... E tanti altri temi che i nostri ragazzi hanno vissuto in prima persona e che con i loro educatori hanno cercato di tirare fuori e di raccontare".

Una domanda, in particolare, ha guidato il percorso di riflessione: "cosa vuol dire, oggi, aiutare a portare la croce?" Le risposte hanno quindi dato vita a una vera e propria storia, costituita di dodici parti e con protagonista quel gallo del Vangelo che cantò dopo che San Pietro ebbe rinnegato per tre volte il suo Signore, catapultato però duemila anni più avanti, e cioè ai giorni nostri.

"Come avete intuito si tratta di tematiche che non toccano solo i ragazzi, ma anche noi adulti, che forse dovremmo imparare da loro a saperci raccontare e tirar fuori così. Abbiamo voluto, in questi mesi, creare uno spazio e un tempo di ascolto in cui chiedere semplicemente a questi ragazzi: "Come stai? Cosa vuoi raccontare?" e molti di loro hanno tirato fuori diverse questioni, anche molto personali. Prima di tutto, quindi, io devo ringraziare gli educatori che li hanno accompagnati in questo percorso, ma soprattutto ringrazio loro" ha proseguito don Andrea.

"Diversi questa sera non ci sono, a noi adulti a volte anche questa cosa fa un po' prurito... "Dove sono i giovani?" Be', hanno le loro cose, hanno gli allenamenti, gli educatori lavorano, due di loro avete visto sono arrivati tardi perché erano al lavoro, altri non ci sono perché domani si alzano presto per andare a scuola - eh già, alcuni di loro si svegliano anche alle cinque del mattino. Noi queste cose le vediamo un po' come superficiali, ai giovani e ai ragazzi chiediamo sempre solo riscontri, prove, controprove e dimostrazioni, dimenticandoci del resto".

"Al di là di tante altre valutazioni, che poi lascio a voi, credo che si tratti di un lavoro profondo per una sola questione, e se imparassimo solo questa e andassimo a casa con questo nel cuore, potremmo ritenerci vincitori: questi ragazzi hanno cercato di rintracciare la vicenda di Gesù nella propria realtà, e questa è un'operazione di Fede. Come leggo il mio quotidiano alla luce del Vangelo? Che cosa ha da dire la vicenda di Gesù alla mia vita? E non in senso generico, mi riferisco alle cose che vivo, che ho dentro, che mi fanno gioire e che mi fanno soffrire, quelle belle, quelle brutte... Che cosa tutto questo ha a che vedere con la vicenda di Gesù?" ha detto ancora il religioso. "Questa rilettura che loro hanno fatto, allora, insegna anche a noi grandi a vivere la vita con Fede. Ecco cosa significa, rintracciare un senso più profondo alle cose che vivo, sapendogli dare quel senso, quel "fare senza" di cui parla il capitolo dodici, che gratta gratta è l'essenziale della vita, l'amore crocifisso che questa sera stiamo contemplando.

La storia del gallo ora si trova scritta - grazie al contributo dell'artista lecchese "LaDuda" - su dodici pietre, una per "stazione", posizionate in diversi punti di Valaperta, primo dei quali è proprio davanti alla chiesa: una mappa, poi, disegna un breve percorso che prosegue sulla pista ciclabile verso il cimitero per poi attraversare il Landriano e da lì terminare alla chiesina della Madonna della Neve. "Vi invitiamo quindi a fare questo percorso, con calma, leggendo questa storia del gallo di duemila anni fa che si trova catapultato ai giorni nostri e osserva la realtà di oggi alla luce degli eventi della croce" ha aggiunto don Andrea. "Il percorso è lì, auspicabilmente in maniera permanente, e suggeriamo di farlo personalmente o a piccolo gruppo, anche nei prossimi giorni, perché può essere un modo interessante per prepararsi alla Pasqua".

"Questa modalità nuova che è stata pensata per una Via Crucis itinerante con un racconto credo che dica il tanto del lavoro che hanno fatto i ragazzi con i loro educatori" ha infine concluso il sacerdote. "Grazie ancora una volta a voi sperando di riuscire ad arrivare a quel "fare senza" che ci porta poi all'essenziale di ciò di cui non si può fare senza, che è il Signore Gesù".
G.G.
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