Missaglia: felpe solidali inviate in Ucraina grazie al contributo di molti

In questi momenti sconvolgenti e drammatici per il popolo ucraino il nostro territorio ha trovato l’ennesima occasione per fare del bene. L'azienda agricola Cascina Selvatico, insieme con il Centro Olistico Ricreativo ''Hakuna Matata'' di Missaglia ha organizzato l'iniziativa denominata ''Una felpa per l’Ucraina''.

La consegna delle felpe da parte di una rappresentanza del centro Hakuna Matata

Grazie al progetto (reso possibile dalla sponsorizzazione da parte di alcune aziende del territorio, nonché di numerosi privati cittadini), sono state acquistate 390 felpe, consegnate presso il centro di raccolta di La Valletta Brianza gestito dall'associazione Cassago chiama Chernobyl, da anni presente sul territorio e vicina al popolo ucraino. I capi di abbigliamento per adulti e per bambini saranno portati dai volontari del sodalizio nei territori colpiti dalla guerra.

''Come centro olistico ricreativo siamo nati durante il primo lockdown con corsi a distanza completamente gratuiti. Attraverso le nostre iniziative abbiamo già perseguito finalità sociali: abbiamo e stiamo sostenendo i bambini di un orfanotrofio in Kenya, anche rinnovandolo. Ne stiamo costruendo uno nuovo, che da 13 bambini ne potrà ospitare 40. E' stato naturale dunque per noi rispondere alla chiamata di Simone Pulici dell'azienda agricola Cascina Selvatico che conosco da tempo, indirizzando i nostri operatori di tutto il mondo olistico ad aderire alla raccolta delle felpe per la popolazione ucraina'' ci ha spiegato Mara Ligas di Hakuna Matata.

Le felpe consegnate a Milena Panzeri (a destra) al deposito di Cassago chiama Chernobyl de La Valletta Brianza

''Abbiamo dapprima iniziato con la sola raccolta alimentare, arrivando a 150 tonnellate di scatoloni, già partiti per le zone del conflitto. Sono poi arrivati tantissimi capi d’abbigliamento, tra cui le felpe del progetto. Non appena riapriranno gli ospedali e giungeranno i bambini negli orfanotrofi, partiranno anche i capi d’abbigliamento nuovi. Il trasporto delle donazioni avviene tramite camion forniti dall’ambasciata ucraina, che, guidati da personale ucraino, giungono all’interno del territorio. Ora, tutto quello che arriverà si fermerà al confine: stiamo valutando come far entrare le donazioni, perché il rischio di perderle per strada, attese le condizioni, è seriamente concreto'' ci ha spiegato Milena Panzeri dell'associazione Cassago chiama Chernobyl.

''Ad oggi ad esempio, non c’è via d’entrata: hanno fatto saltare il ponte che collegava Kiev a Černihiv, e le strade alternative sono minate, proprio per non far accedere gli aiuti ai russi. Con il nostro progetto abbiamo mandato quattro generatori, con benzina e acqua, richiesti direttamente dal disperato appello del sindaco di Černihiv, che ha deciso di non abbandonare la città, mantenendo i contatti con le associazioni. La disperazione che si respira è inimmaginabile. Noi speriamo solo che si mettano la mano sul cuore e ragionino tutti. Stamattina alle 4:10 circa la nostra responsabile lì ci ha chiesto di pregare per loro. Ad esempio, i bielorussi sono già entrati in Ucraina: è il delirio. Il timore è quello che ci sarà l’esito di Aleppo, completamente rasa al suolo, a dispetto degli sforzi per i miglioramenti che in questi 10 anni, anche con il cambio generazionale, la popolazione ucraina ha compiuto in quelle zone. Ma noi non ci possiamo fermare, né con la raccolta fondi per la ricostruzione e con l’invio di materiali. Non c’è più niente, e quindi le donazioni, per quando la situazione si risolverà, sono fondamentali. Un’ortopedia ci ha donato, ad esempio, anche le carrozzine per i disabili. Tutto quanto ricevuto viene accuratamente diviso. Stiamo solo aspettando il via libera per inviare, perché vogliamo e dobbiamo essere sicuri che tutto arrivi. Ci rimane solo da pensare al dopo, alla ricostruzione, che sarà lunga, anche per chi è rimasto bloccato in Ucraina. Quello che veramente chiediamo quindi a tante persone è di aiutarci, anche con una piccola donazione, a ricostruire, perché il dopo, passato il momento, sarà lungo. L’importante è sempre avere una mano, anche, ad esempio, per i lettini da campeggio per i bambini, che servono per quanto riapriranno gli orfanotrofi'' ha aggiunto la volontaria.

Un grazie è stato espresso dunque da Simone Pulici e Mara Ligas nei confronti di alcuni preziosi partner che hanno reso possibile il progetto delle  felpe: la scuola dell’infanzia don Giovanni Ferri di Lomaniga, Silvia di Missaglia Libri (per l’aiuto e la disponibilità nel raccogliere le offerte dei partecipanti) nonché le aziende Tecman S.r.l., Impresa Edile Massimo Magni, AB Impianti di Barbieri Attilio, Marasco Viaggi, Carservice di Manzoni, BRICO&DECOR Monza, Maggioni Alfonso e Pulici Group S.r.l..

Una gara di solidarietà che non si deve fermare: è impossibile rimanere a guardare senza fornire un aiuto, in qualunque modo, per far sentire la propria vicinanza a coloro che si trovano ad affrontare una situazione così critica e drammatica, e deve essere impossibile, quando i giornali inizieranno a battere meno sul tamburo della guerra in Ucraina, dimenticare che una mano servirà sempre.
Marina Temperato
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