Casatenovo: sul palco dell'Auditorium sale Paolo Cevoli. Ironia e leggerezza

Nell'ultima serata, un po' freddina, del mese di marzo Paolo Cevoli è stato in grado di scaldare un'intera sala con le sue irresistibili battute. Fragorose risate che da tempo non si udivano in Auditorium a Casatenovo che per la seconda volta, dopo lo stop dovuto alla pandemia, si è riempito di affezionati abbonati e non.
Lo spettacolo ''La Sagra Famiglia'' di giovedì si è aperto con l'annuncio di una severa maestra che ha introdotto la serata chiedendo di non scattare fotografie o fare riprese ma, soprattutto, ha intimato di spegnere il cellulare per non disturbare né l'attore, né gli altri spettatori.

Paolo Cevoli sul palco dell'Auditorium
(immagini di Guglielmo Penati - AFCB)

Lo spettacolo infatti, iniziava con il ricordo del primo giorno di scuola di Cevoli che ha affrontato diversi argomenti di attualità, sottolineando a più riprese come i problemi di oggi si risolvevano in maniera diversa quando lui era piccolo. Nel trattare alcune tematiche l'attore si è avvalso di ironia e di un poco di leggerezza; del resto non è semplice riuscire a far ridere senza violare il sottile limite del politically correct.
Particolarmente profondo è risultato lo svolgimento di questo spettacolo che fa scoprire la vita di Paolo Cevoli alla ricerca di quali siano le regole con cui educare i figli. Per trovare una risposta a questa domanda l'attore dà vita a tanti personaggi che ne hanno influenzato la formazione e l'educazione. Un esempio possono essere i compagni di scuola che spesso lo prendevano in giro, motivo per cui lui rispondeva con battute ironiche oppure con scherzi che spesso lo portavano a prendere sette in condotta.

I più influenti sono stati naturalmente i suoi genitori: Marisa e Luciano. Nella loro pensione di Riccione Paolo ha trascorso tutta la sua vita sino a dopo la laurea; qui ha imparato diverse mansioni a cui non era troppo portato, ma ha anche imparato a far ridere. Un'arte tramandata dal padre che nella sala da pranzo sapeva far ridere tutti, anche i tedeschi, per quanto non conoscesse la loro lingua. La madre Marisa a detta di Cevoli meriterebbe una laurea honoris causa in pasta fresca per le sue doti culinarie impareggiabili.
Per poter però cercare una risposta su come educare i figli non si è fermato ad analizzare doti e mancanze dei suoi genitori; Cevoli ha voluto ripercorrere tutta la storia dell'uomo, partendo da Adamo ed Eva per arrivare a delle sommarie analisi di come la famiglia fosse importante nella cultura greca e di quella ebraica.

Rileggendo in chiave comica le opere dell'Iliade e dell'Antico Testamento, il protagonista della serata è stato capace di far comprendere come si manifesti l'amore tra padre e figlio.
Nell'Iliade l'amore tra padre e figlio si riscopre quando, dopo aver ucciso Patroclo, Ettore viene ucciso da Achille, affezionato amico di Patroclo. Quando il padre di Ettore ne chiede il corpo per dargli degna sepoltura Achille rifiuta sino a quando Priamo non gli fa ricordare come dovrebbe sentirsi suo padre, certo della sua salvezza durante la guerra. Solo dopo questo Achille si mosse a compassione, comprendendo almeno in parte la sofferenza di quel padre nell'aver visto il proprio figlio morire in guerra.
Nell'Antico Testamento si può rivedere il rapporto tra padre e figlio tra Dio ed il suo popolo eletto, Israele. Per la salvezza di questo popolo gli ha liberato la strada e, soprattutto, gli ha dato delle indicazioni su come vivere: i dieci comandamenti.
Per Paolo Cevoli questo è quello che deve fare un genitore: dare delle regole, degli strumenti che siano utili nella vita del proprio figlio e questo deve farlo come lo ha fatto Orfeo con gli argonauti, non come Ulisse con i suoi marinai. Infatti, sia Orfeo che Ulisse hanno incontrato le sirene ed il loro canto armonioso ma letale, affrontando questa insidia in modi diversi tra loro: Ulisse ha prevenuto il rischio, tappando le orecchie dei suoi marinai affinchè non venissero tentati; Orfeo invece impugnò la sua lira e si mise a suonare una melodia ancora più bella del canto delle sirene, facendo sì che i suoi compagni rimanessero più meravigliati dalla sua musica, piuttosto che dal canto delle incantatrici.

Abbiamo avuto la possibilità di porre qualche domanda a Paolo Cevoli:

-Da dove nasce questo spettacolo?
Nasce da una mia amica, Daniela, che un giorno ha visto sua figlia che non riusciva a fare le sottrazioni. E allora si è messa a farle lei. E mi ha chiesto: ho fatto bene o ho fatto male? Ecco, non è facile. Per questo ho messo su tutto questo spettacolo, per raccontare che nella storia il rapporto genitori-figli è sempre stato un rapporto difficile e burrascoso. Poi, alla fine di tutto, provo a rispondere alla domanda della mia amica Daniela.

-Cosa significa per lei la famiglia?
Per me la famiglia è tutto. Ho una moglie splendida, due figli e un nipote e mezzo (uno sta per uscire tra poco). Mio nipote Tommaso è straordinario, una forza della natura... ha preso tutto da suo nonno sicuramente. Il tempo dedicato a loro è il momento migliore e più appagante per me.

-E' stato difficile comporre questo monologo?
Il rapporto genitori-figli viene definito da alcuni il dramma della nostra epoca ma mica solo della nostra epoca, di tutte le epoche, da quando eravamo frugivori e spiccavamo la frutta dagli alberi. Oggi, attraverso i social e la rete, questo rapporto non penso si complichi, anzi, se usata con equilibrio la rete può aiutare. È vero però che i ragazzi oggi sono tutti ingobbiti sugli smartphone come i gallinacci, ma penso che siano anche un po' le conseguenza di questo periodo di pandemia, che ha acutizzato le fragilità dei giovani. Noi adulti abbiamo il compito di raccontare loro la nostra eredità e nostre origini, le nostre radici, perché anche loro possano conoscerle e coltivarle.

-Immagino che la principale fonte di ispirazione sia stata la sua famiglia; sono stati felici di essere anche loro protagonisti di questo spettacolo? Cosa le hanno detto a riguardo?
Non so neanche se lo sanno! Io racconto quello che ho vissuto e quello che ho ereditato e la mia famiglia ne ha fatto e ne fa parte.

Cevoli con i volontari dell'Auditorium di Casatenovo

-Qual è il più importante insegnamento che le hanno lasciato i suoi genitori?
Tante cose, forse la più importante che poi ho imparato alla pensione Cinzia, è che al cliente ci devi volere bene, sempre.

-Quale pensa sia la difficoltà più grande che incontrano le famiglie oggi?
Penso che, dopo il Covid, tutti i disagi dei figli, che sono di certo aumentati.

-Ha dei consigli da dare ai genitori che verranno a vedere il suo spettacolo?
Il consiglio lo hanno già seguito: di venire a vedere lo spettacolo!!

-Cosa spera di lasciare al suo pubblico?
Io vivo così, racconto cose serie, in modo leggero. E' questo il mestiere di comico.

A quale dei suoi personaggi (Palmiro Cangini, Teddi Casadey, Lothar, Olimpio, Pagliarani, Yuri) è più legato?
Forse l'assessore Cangini, ma se devo essere sincero il personaggio a cui sono più legato sono semplicemente io, Paolo, con la mia storia e con tutto ciò che ho ricevuto.

Un grazie sentito a Paolo Cevoli per la sua gentile collaborazione, esteso a tutti coloro che insieme a lui hanno reso possibile questa bella serata casatese: Daniele Sala alla regia, Giovanna De Capitani dell'agenzia Duepunti Srl di Cernusco Lombardone per la distribuzione, l'attrice Claudia Penoni, voce recitante della maestra e tutti i tecnici che hanno collaborato nella messa a punto dello spettacolo.
Giovanni Pennati
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