Sirtori: dieci anni fa il naufragio della Concordia. Pablo Trincia ne parla a IterFestival

La seconda parte di "IterFestival" - kermesse letteraria promossa dal Consorzio Brianteo Villa Greppi in collaborazione con la libreria "Lo Sciame Libri" di Arcore - prosegue con altri appuntamenti interessanti.
Nella serata di giovedì 31 marzo il Comune di Sirtori ha ospitato presso l'Aula Magna "Niso Fumagalli" il noto autore televisivo, inviato, scrittore e podcaster Pablo Trincia, che ha presentato al pubblico il suo "Romanzo di un naufragio. Costa Concordia: una storia vera" edito da Einaudi.

Da sinistra Marta Comi (Consorzio Villa Greppi), Pablo Trincia, Martina Garancini e il consigliere Paolo Belletti

L'intervista di Martina Garancini - introdotta dal consigliere comunale Paolo Belletti - ha permesso di approfondire il libro: "Focus del racconto è la notte del 13 gennaio 2012 quando la nave da crociera Costa Concordia, con a bordo più di 4000 persone provenienti da 65 paesi di tutto il mondo, naufraga di fronte all'Isola del Giglio. Attraverso le testimonianze di chi ha vissuto quella tragedia, Pablo ricostruisce minuziosamente quella notte. A distanza di dieci anni le voci ancora si intrecciano e si rincorrono. Il libro è come un conto alla rovescia, una clessidra che piano piano si svuota: il lettore capisce cosa sta per succedere, eppure non riesce a capacitarsene. Ogni persona si muove sulla nave, si sposta, tutto converge verso quel momento preciso. Il tempo non si può arrestare".

Trincia ha ammesso di non aver scelto personalmente questa storia da raccontare, ma gli è stata proposta quasi per caso. All'inizio era molto spaesato e spaventato perché non aveva le idee chiare su come affrontarla: "Tanti altri scrittori e giornalisti si erano già cimentati nel racconto di questa tragedia e, per questo, mi sono posto prima di tutto alcune domande cruciali: chi scegliere come protagonisti? Quali storie raccontare? Un giorno sono venuto a conoscenza di un elenco di persone che erano sulla nave e che avevano riportato traumi psicologici molto significativi. Il mio occhio è caduto sulla famiglia Brolli. Questa famiglia è partita con la nave da Savona e ha fatto tutto il giro del Mediterraneo fino al naufragio finale. È proprio di loro che parlo nel romanzo, insieme alle storie di altre persone che hanno vissuto gli stessi terribili momenti".

Per raccontare la verità e le emozioni contrastanti vissute dai superstiti, l'autore ha utilizzato come mezzo quello dell'intervista. È solo con l'intervista che si può scavare in profondità e creare una connessione profonda con la persona che si ha davanti. "Io vado molto a braccio nelle interviste - afferma Trincia - perché voglio che sia la cosa più naturale possibile. È un momento in cui è importante creare dell'empatia. Parto solitamente con delle domande semplici che riguardano la vita di tutti i giorni e già da queste risposte si possono capire molte cose. Mi piace prendere le emozioni degli altri, ovviamente con rispetto. Se non assorbi anche in minima parte quello che una persona ha provato e passato, non puoi raccontare una storia".

Il consigliere comunale Paolo Belletti

Il libro è costellato di storie che, per casualità o meno, si sfiorano e si riprendono. All'autore sta molto a cuore il racconto di Stefania, che era salita a bordo della nave con sua mamma. Nel momento in cui la nave ha iniziato ad affondare, sua mamma ha deciso di tornare in cabina per togliersi i tacchi e da quel momento non si sono più ritrovate. Solo Stefania è riuscita a sopravvivere. Si trovano, poi, atti di eroismo come quello di un cameriere indiano che nel caos più totale si è tolto le scarpe e le ha date ad una donna con i piedi sanguinanti, ma anche atti di egoismo. Uno di questi è quello del capitano Schettino. "È importante - sottolinea l'autore - non esprimere mai giudizi sui comportamenti delle persone. Quello che Schettino ha fatto è evidente, è tutto scritto negli atti giudiziari. È molto facile puntare il dito contro di lui, ma è molto più difficile pensare a come ci saremmo comportati noi in quella situazione".

Prima di scrivere questo libro, Pablo si è cimentato con Debora Campanella nel podcast documentario "Il dito di Dio - Voci dalla Concordia". Si tratta di una produzione di Spotify Studios in collaborazione con Chora Media: "Mi piace molto il podcast e credo che sia un potente mezzo per trasmettere le storie. Nel 2017 mi sono messo in gioco con "Veleno", da cui poi ho tratto anche il libro. Per "Il dito di Dio" ho cercato di dare un ritmo incalzante alle vicende e per questo ho raccontato solo alcune storie. Il libro mi ha permesso di approfondire e di scavare ancora di più in profondità. Ad esempio, nel libro sono riuscito a parlare anche del post-naufragio con i sommozzatori che sono andati alla ricerca dei corpi. Un momento sicuramente angosciante e intriso di emozioni".

"Romanzo di un naufragio. Costa Concordia: una storia vera" non è solo una storia di ombre, ma anche di luce. Viene presentato tutto il campionario dei comportamenti umani, tutte le sfumature da quella più chiara a quella più scura. È giusto raccontare anche la parte bella e positiva, non solo il dramma.
S.B.
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