Sirone ospita Tiziana Ferrario. Si parla di Afghanistan, terra ospitale e di violenza

L'Afghanistan: il racconto di una terra da sempre ospitale dove oggi domina la violenza, ma anche del rapporto con l'Occidente e i paesi limitrofi. Tiziana Ferrario, giornalista e conduttrice televisiva italiana con esperienza al TG1 dagli anni Ottanta e, in seguito, corrispondente da New York e inviata di politica estera, è stata ospite di IterFestival, la kermesse promossa dal Consorzio Brianteo di Villa Greppi dedicata al mondo dell'editoria.

Tiziana Ferrario con amministratori comunali e organizzatori della serata

Nel cineteatro parrocchiale di Sirone, la giornalista televisiva ha presentato il suo libro "La principessa afghana e il giardino delle giovani ribelli" (Chiarelettere), un romanzo in cui si racconta la storia vera della nipote dell'ultimo sovrano afghano, Re Zahir Shah, l'uomo che ha governato il paese per quarant'anni, dal 1933 al 1973, prima di essere spodestato con un colpo di stato. 
La serata è stata introdotta dalle parole di saluto di Irma Rottoli, consigliera comunale con delega all'istruzione. In rappresentanza dell'amministrazione erano presenti il sindaco Emanuele De Capitani e il consigliere Ernesto Viganò.
"Non ho mai scritto romanzi, quindi per me è stata una sfida scriverlo, ma anche una scelta precisa con l'idea di raccontare la storia vera di una donna e di tante donne afgane - ha spiegato la giornalista - Gli americani avevano da poco annunciato l'accordo con i talebani, facendo sapere che sarebbero tornati a casa insieme a tutte le truppe occidentali: il mio pensiero è andato subito alle ragazze che, in questi ultimi venti anni, pur vivendo in paese instabile, avevano avuto la possibilità di studiare e lavorare, facendo quello che facciamo noi".

Gli anni di pace che questo paese ha vissuto sono stati dal 1943 al 1973. Negli anni Settanta l'Unione Sovietica invade il paese, rovesciando il governo e istituendo un regime fantoccio che occupò il paese per un decennio. Ne deriva una resistenza anti sovietica, prima di arrivare al ritiro delle forze sovietiche, che consegna il paese nelle mani delle forze armate. Comincia allora una sanguinaria stagione di guerra civile, che viene ricordata come uno dei più bui del paese. "Il Pakistan manda talebani, studenti coranici formati nelle sue madras. L'intelligence pakistana li aiuta a prendere il potere e comincia un periodo buio in cui le donne non sono libere e vengono usate per imporre un'idea di un Islam integralista" spiega Ferrario.

Nel 1996 arrivano al potere i talebani che, seppur accolti come una forza liberatrice, fondano una teocrazia assoluta. Intanto l'Afghanistan, diventò un campo di addestramento di Al Qaida, contrò il quale ci fu, dopo l'11 settembre 2001, l'intervento militare americano. Esattamente a distanza di vent'anni da questo fatto, il paese è tornato nell'incubo dei talebani al potere. "Quando gli americani annunciano il ritiro, c'è un accordo tra talebani e americani: l'amministrazione americana legittima i telebani che a Doha diventano i loro interlocutori, mentre non sono presenti esponenti del governo di Kabul. L'accordo prevede il ritiro truppe occidentali, mentre i talebani proseguono nella conquista del paese: c'è tanta violenza, anche verso le donne che vengono uccise. In questo periodo comincio a scrivere il libro perché mi rendo conto che per le donne sarà una disfatta completa. Il governo dei talebani non è stato riconosciuto e i fondi internazionali sono stati congelati dagli americani. La gente sta morendo di fame, freddo, i bambini si ammalano. Ho scelto la formula del romanzo perché convinta che un saggio sull'Afghanistan non lo avrebbe letto nessuno. È un modo per mantenere acceso un faro".

La cultura afgana è molto forte: è un popolo orgoglioso, ospitale ma geloso delle tradizioni. Negli anni passati, le culture convivevano: è ancora vivo, tra le persone più anziane, il ricordo di un tempo in cui l'Afghanistan era meta di viaggiatori, terra di cultura e tradizioni millenarie, dove le donne non venivano lapidate negli stadi. Oggi è tristemente noto per "la produzione industriale di morte con la coltivazione dei papaveri da oppio. L'oppio dà reddito ai contadini: a loro viene pagato il raccolto in anticipo, si coltiva a tutte le altitudini e non ci si deve preoccupare di raggiungere i mercati per vendere i prodotti coltivati". Una coltivazione che spesso viene anche imposta dalle milizie della droga.

Le protagoniste del testo sono però le voci femminili: Homaira, definita dall'autrice una donna dissacrante, lavorava nell'ombra per la pace. Come lei, nel volume sono raccolte altre storie di donne ribelli che hanno scelto lavori non graditi agli integralisti come l'insegnante perchè si teme facciano usare il computer e studiare l'inglese alle ragazze; le giudici perché hanno il potere di emettere sentenze e giudicare un uomo e le giornaliste televisive perché mostrano in tv la faccia e fanno domande scomode con le interviste. Le donne svolgono questi lavori consapevolmente, sapendo di rischiare.
La riflessione dell'autrice si è poi spostata sull'attuale situazione dell'Afghanistan, che tutti i paesi confinanti hanno interesse a far diventare un paese stabile. "Cina, Iran, Pakistan e le ex repubbliche sovietiche suggeriscono di formare un governo unitario, ma i talebani stessi non riescono ad accordarsi. Continuano a esserci incontri e, sebbene in Europa ci sia la guerra e sembra che America e Russia non si parlino, entrambi gli stati sono presenti nei tavoli per riportare l'Afganisthan nella comunità internazionale ed evitare il proliferare del terrorismo".

Nel corso della serata si è poi parlato del fallimento del concetto americano di esportazione della democrazia, dello spostamento degli equilibri mondiali sempre più verso Oriente, della guerra in Ucraina e nuovamente delle donne e di come, persino nei nostri stati occidentali, non siano presenti in ruoli chiave o di potere. Una mancanza di cui ancora oggi si parla.
Marta Comi, videpresidente del Consorzio Villa Greppi, ha chiuso la serata ringraziando i presenti e donando un presente all'autrice ospite. La rassegna prosegue con l'arrivo di Sveva Casati Modigliani a Missaglia, alle 17 di sabato 2 aprile.
M.Mau.
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