Sirtori: Simone Savogin racconta davanti ad un pubblico numeroso cos'è il 'Poetry Slam'

Scriverò finché avrò voce. Questo il titolo della raccolta di testi scritti da Simone Savogin, poeta, musicista - per tre anni di fila vincitore della gara Poetry Slam - e autore.
Nella serata di mercoledì 6 aprile Savogin ha presentato il suo libro, pubblicato nel 2019, presso l'aula magna della scuola Negri di Sirtori dove l'amministrazione comunale, in collaborazione con la biblioteca, la Libreria di via Volta di Erba e i ragazzi di Ri.Fu.Gio ha organizzato una serata all'insegna della poesia e dell'arte.
Alle ore 21 alcuni sirtoresi - e non - si sono ritrovati per immergersi in un mondo dove le parole danno forma al mondo, caricandolo di significato ed emozioni. Simone ha trasportato i presenti nella sua mente con l'utilizzo della sua voce, leggendo una serie di pezzi e spiegando loro il significato degli stessi. Il tutto con la preziosa guida di Dalila Lattanzi, che ha fatto da moderatrice.

                                                                    Da sinistra Simone Savogin, la moderatrice Dalila Lattanzi e il consigliere Paolo Belletti

Dai primi testi scritti a 17 anni, passando per la vittoria per tre anni consecutivi alla gara di poesia Poetry Slam fino ad arrivare all'esperienza di Italia's got Talent, un mantra ha fatto da fil rouge alla carriera di Simone: per lui la vita, in fondo, non è altro che un gioco.
Proprio in quest'ottica e sempre con tono giocoso e ironico l'autore ha affrontato durante la serata temi complessi e sensibili come la sofferenza, l'amore e la guerra.
Ad aprire la serata le parole del consigliere comunale Paolo Belletti, che si è detto molto felice di essere presente a una serata così speciale in compagnia di un autore molto interessante. Anche la moderatrice Dalila Lattanzi ha fatto trasparire l'emozione e la felicità di essere a fianco di Savognin, che lei stessa ha accompagnato in questi anni ad una gran parte delle presentazioni.

"Il titolo Scriverò finché avrò voce nasce un po' per sfinimento" ha raccontato l'autore. "Sono un eterno indeciso e quando la casa editrice mi chiese se avessi già scelto il titolo da dare al mio libro gli dissi di no. Loro mi proposero alcuni titoli veramente orribili, quindi scelsi quello che vedete su questa copertina" ha raccontato scherzosamente. Il significato di queste parole, in realtà, è molto profondo. Come ha spiegato Simone, ogni volta che si mette a scrivere un testo le parole appena scritte richiamano immediatamente quelle successive: è proprio per questo che, in un'ottica di continuità, le parole portano sempre alla voce e la voce porta sempre alle parole.
Savogin ha raccontato che mentre legge il libro il lettore ha la possibilità di compiere una sorta di viaggio che parte dalla nascita - raccontata all'interno del pezzo "Incubo" - per poi imboccare tutte le strade della vita: le incomprensioni, i rapporti interpersonali, l'accettazione e anche alcune chiavi di lettura che hanno come scopo quello che il lettore si ponga delle domande sulla vita.
L'esperienza di Poetry Slam, ovvero una "gara di schiaffi" tra poeti durante la quale i partecipanti hanno tre minuti per scrivere e recitare qualsiasi cosa desiderino, ha segnato in particolare la vita dell'autore. "Il Poetry Slam avvicina le persone, rende qualcosa che è considerato spesso solo nella dimensione scolastica, come la poesia, alla portata di tutti" ha affermato.

Il libro, come ha raccontato, è stato illustrato dall'autrice Martina Dirce Carcano, originaria di Milano. In pochissime ore l'illustratrice si è occupata di rappresentare alla cieca - ovvero senza guardare sul foglio - le poesie scritte da Savogin, con il quale nutriva già un rapporto di amicizia. "I suoi disegni allietano la grande sofferenza e tristezza presente tra le pagine di questo libro" ha detto ridendo Savogin. In effetti, i temi al centro delle sue opere spesso sono duri e crudi ed è proprio questa sua incredibile forza che ha fatto sì che, quando nel 2019 l'uomo partecipò a Italia's got Talent, i giudici rimasero affascinati dalla sua bravura.
Grazie al suo carisma e alla sua capacità di trasmettere così tanto attraverso le parole Savogin è arrivato fino alla finale del programma, guadagnandosi il rispetto di giudici, produttori e pubblico che sotto i video delle sue esibizioni esprimono ancora il loro apprezzamento definendolo "non solo un poeta, ma un interprete".
E poi il silenzio. Quel silenzio, seguito dagli applausi, che ha riempito l'aula magna di Sirtori dopo che il poeta ha recitato il pezzo che lo aveva premiato con uno standing ovation durante il programma televisivo: La Guerra.

Scritto nel 2019 ma così attuale che squarcia il petto in due. Ti ferisce, ti emoziona, ti trasporta in una dimensione diversa da quella nella quale ti trovi. "La guerra è sempre una sconfitta, è malvagità e disumanità" ha affermato Savogin. "Quando scrissi questa poesia lo feci basandomi su una storia vera, di un bambino di sei anni. Parla della guerra in Afghanistan dove le guerriglie armate occuparono i villaggi, i cui abitanti erano convinti che i guerriglieri li avrebbero liberati. Ma non fu così: il popolo visse l'orrore della guerra, le donne vennero stuprate per religione e non vi era altro se non sofferenza" ha continuato.
La serata si è conclusa con la lettura di altri pezzi, il tutto allietato dall'ironia di Simone. Le sue parole hanno riempito il petto di ognuno dei presenti che, molto probabilmente sono tornati a casa con una consapevolezza in più.

Di seguito il link per visitare la sua pagina: https://www.simonesavogin.com/

S.L.F.
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