Barzago: dalle Ande fino alla Valtellina per una ''Storia...in quota'' di impegno e carità

"La mia estate in alpeggio" era il titolo della terza serata del ciclo "Storie in quota" proposto dal Comune di Barzago in collaborazione con la biblioteca comunale, il gruppo escursionistico "Mai Secch" e il gruppo BZG-Eventi e territorio. Protagonista dell'evento, tenutosi venerdì sera alle ore 20.45 nell'aula civica di via Cantù, è stata come sempre la montagna con le sue caratteristiche e i suoi insegnamenti, soprattutto quelli che mette a disposizione dei più giovani.

Gli amministratori barzaghesi con gli ospiti della serata

A presentare la serata è stata quindi l'assessore alla cultura di Barzago, Claudia Isacchi, affiancata nella platea da alcuni membri dell'amministrazione comunale, come il sindaco Mirko Ceroli, il consigliere Mattia Decio, il vicesindaco Michele Bianco e il consigliere Alessandro Crippa. Il tema, però, si è spostato fin da subito sulle attività di volontariato che l'associazione Amici di Vita Nova porta avanti nella provincia di Sondrio con collegamenti stretti con l'Operazione Mato Grosso sulle Ande Peruviane. Si tratta, nello specifico, di una comunità di vita condivisa fornata da alcune famiglie e giovani che dal 2012 hanno avviato una nuova esperienza di vita missionaria su mandato del vescovo di Como, a Monastero di Berbenno, in provincia di Sondrio.

Federico

L'idea è nata su impulso della via lanciata da Padre Lorenzo Salinetti, sacerdote valtellinese per oltre 20 anni missionario sulle Ande in Perù, che desiderava che anche qui in Italia si provasse a vivere una vita più semplice e più povera legata alla natura e rivolta ai bisogni degli altri. "Nessuno di noi riceve uno stipendio per il lavoro svolto e mettiamo in comune tutto quello che guadagniamo o che riceviamo gratuitamente, utilizzando strutture e terreni che ci vengono dati in comodo d'uso" hanno infatti commentato i ragazzi di Monastero, presenti alla serata e che da ormai diversi anni vivono nella casa comune lavorando gratuitamente per ritrovare nella semplicità sia sé stessi che il senso della propria vita.

L'assessore Claudia Isacchi

La famiglia di Monastero, costruita a partire dall'impegno dei missionari Laura e Antonio, è tutt'oggi aperta all'accoglienza dei giovani che desiderano condividere uno stile di vita diverso da quello frenetico di tutti i giorni, al servizio delle persone più bisognose. Le attività che si svolgono quotidianamente sono principalmente di natura agricola e comprendono l'allevamento di mucche da latte, coltivazione di vigneti, piccole produzioni di mais e patate e altri lavori di vario tipo come la sistemazione del verde, la pulizia dei boschi o la gestione di un meleto a Villa di Tirano. Durante il periodo estivo l'associazione si occupa poi, insieme a tanti ragazzi delle scuole medie e primi anni delle superiori, dello sfalcio e della raccolta dei foraggi, della produzione del bitto e dell'accoglienza di questi giovani desiderosi di provare a vivere per qualche settimana una vita secondo i ritmi dettati dalla natura e dalla conduzione degli animali e dell'alpeggio in località Alpe Lago nel comune di Albaredo per S. Marco.

Domenico

 

Nel corso della serata Domenico, uno degli accompagnatori dei ragazzi e membro attivo dell'associazione, ha spiegato come le attività portate avanti da queste famiglie e ragazzi vengano vissute come delle vere e proprie missioni di carità che anziché essere nei luoghi tipici delle missioni si svolge sui nostri territori, aiutando a ritrovare i valori essenziali della vita. I ragazzi presenti, Simone, Lorenzo, Martin e Sara, sono ospitati chi da 3 e chi da 1 anno nella casa di Monastero, la quale è diventata per loro luogo di ritrovo, educazione e formazione, esattamente come indicava lo stesso Padre Lorenzo.

Da sinistra Martin, Lorenzo e Simone

 

Martin, originario di Modena, arriva a Monastero a 17 anni per via di varie problematiche nella famiglia di provenienza e considera fin da subito le esperienze che ha l'opportunità di fare come un dono, un dono che gli ha permesso di accorgersi della bontà delle persone che lo circondano con una sensibilità rinnovata. "Lavorare nella vigna, ad esempio, mi ricorda sempre che noi passiamo solo stare al passo della natura ma non possiamo velocizzare i suoi tempi e la montagna stessa ci insegna questo ogni giorno e ogni ora, ricordandoci anche il valore del silenzio, della carità e della convivenza" ha commentato il giovane, lasciando la parola all'amico Lorenzo, più giovane e accolto da poco meno di un anno nella casa di Monastero. Dopo un mese, passato in alpeggio, Lorenzo ha scoperto una passione che nella sua città natale, Roma, forse non avrebbe mai realizzato di avere, ovvero quella per la montagna, la cura degli animali e il lavoro in vigna e in stalla.

"Penso che i ritmi che ho trovato qui siano più coerenti con quella che è la mia persona, ho scoperto che mi piace lavorare insieme ad altri ragazzi, e mi sento grato per quello che posso fare di bello e buono ogni giorno, sia per i più poveri, ma in primis per me stesso" ha quindi spiegato il ragazzo, lasciando infine all'ultimo intervento di Simone, originario di Barzago e da cinque anni a Monastero dopo aver vissuto 16 anni in Perù in missione con i genitori.

Simone si è avvicinato alla vita di montagna per conoscere meglio gli attrezzi da lavoro e le attività quotidiane che vengono svolte a contatto con la natura, e ha aderito con entusiasmo al progetto del campo fieni che viene proposto ogni estate da circa 8-9 anni e che accogliere per qualche settimana ormai 100 ragazzini che vogliono lavorare e giocare, svolgendo mansioni utili per l'alpeggio, come la preparazione del fieno per gli animali. Anche il giovane ha confermato di essere molto cresciuto in questi anni alla casa comune, scoprendo i segreti dello stare bene insieme agli altri oltre che a dare un senso e una direzione alla propria vita mettendosi in gioco e "sporcandosi le mani".

Per concludere, Domenico ha presentato anche un suggestivo video realizzato da Federico, ragazzo che per tre anni consecutivi ha preso parte all'iniziativa estiva dell'alpeggio, raccogliendo frammenti digitali di natura e di quotidianità, come quella del processo di produzione del formaggio Bitto in alta quota. "Uno stacco totale dalla quotidianità" ha descritto l'esperienza il giovane, sottolineando proprio come in montagna, facendo fatica e rallentando i ritmi, sembri che il tempo si fermi costringendo ciascuno ad uscire dal casino in cui siamo solitamente immersi.

Tutto il ricavato dalla vendita dei prodotti dell'associazione in Valtellina ma anche in altre parti d'Italia, va a sostenere le attività di carità ai più povere portate avanti dai volontari delle missioni in America Latina, tolto ovviamente il minimo indispensabile per il mantenimento della casa e degli animali. Alcuni di questi prodotti, come il formaggio e il vino sono ostati portati dai ragazzi di Monastero alla serata a Barzago per essere venduti ai presenti all'evento e sostenere la propria causa.

L'associazione Vita Nova, negli anni, è anche cresciuta a tal punto che nel 2016 a Sondrio è stata aperta InMensa, una mensa dei poveri nata dal desiderio di prendersi cura di tante persone bisognose anche del nostro territorio che ad oggi riesce ad accogliere più di 100 persone giornalmente per 3 volte a settimana.
M. B.
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