Casatenovo: il Coro S.Felicita si esibisce in un concerto in parrocchia
A esibirsi durante la serata, accompagnato dall'Orchestra Musica Frugalis, è stato il Coro Polifonico di Santa Felicita, originario di Casatenovo e che settimanalmente anima le liturgie proprio nella chiesa di San Giorgio. Nato nel 1966 con la direzione e formazione del Maestro G. Ghirardi, il Coro Polifonico di Santa Felicita ha svolto fin dagli inizi un'intensa attività concertistica in Italia e all'estero registrando dischi di vario genere per diverse case discografiche. Il suo repertorio è vario ed eterogeneo e spazia da importanti autori del '600 a Bach, Haendel, Mozart, Haydn, Mendelssohn, Brahms, Rossini, Fauré fino ai compositori del nostro secolo. Nel 1980 si è costituito in Associazione con lo scopo di diffondere e praticare il canto corale in ogni sua forma dal sacro al profano, dal gregoriano alla musica contemporanea. Dal 1992 il Coro è diretto dal maestro Walter Mauri, con il quale si è specializzato principalmente in musiche di autori del '700/'800 e primi del '900. Da ricordare il concerto tenutosi a Bourg en Bresse (Francia) in occasione di uno scambio culturale organizzato dai Rotary Club, dove è stato eseguito, tra gli altri brani, il "Dextera Domini" di César Franck, riscuotendo notevole successo.
Don Andrea Perego
Anche per questa sera il coro ha optato per le musiche di C. Franck e G. Fauré, avvalendosi del soprano Loredana Bacchetta e del baritono Roberto Luparelli: nel repertorio della serata infatti troviamo "Domine, non secundum", "Panis angelicus" e "Quae est ista", insieme alla Messa da Requiem in RE minore di Fauré, particolarmente suggestivi per l'occasione.
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A introdurre la serata le parole di don Andrea Perego, accompagnato dal parroco don Antonio Bonacina. "All'interno della Quaresima e in preparazione alla Settimana Santa questo vuole essere prima di tutto un momento di preghiera, direi quasi un momento di meditazione. Vi dò il benvenuto in particolare a nome del nostro parroco, il signor prevosto, e anche a nome del Coro Santa Felicita che ci ospita in questa chiesa, nella quale settimanalmente anima le nostre liturgie. Credo di aver capito che l'arte sia quel veicolo espressivo che l'umanità si è inventata per esprimere ciò che non si può esprimere in altri modi, e cioè la morte e gli amori. In nessun altro ambito culturale o religioso nella storia mai si è sviluppata un'arte pari a quella che è fiorita nell'ambito dell'arte cristiana, nell'ambito cioè della vicenda umana del Cristo. L'arte occidentale, la musica sacra, in questo caso, è così potente perché è potente la vicenda umana di Cristo, capace di intercettare le domande e le attese di ogni uomo e di ogni donna; un'arte, mi viene da dire, profondamente umana, quindi universale e vera. Per noi cristiani la passione di Gesù che stiamo per celebrare nei prossimi giorni della settimana santa è la fonte di questa verità sull'umano esistere, e questa sera ci immergeremo in questa profondità" ha detto.
"Mi viene da pensare in particolare all'incredibile opera del Requiem: siamo verso la fine dell'Ottocento/inizio del Novecento, e una delle prime grandi critiche che le vengono fatte è quella di essere qualcosa di troppo sentimentale, non adatta al tono drammatico dei Requiem, che tradizionalmente avevano appunto un tono solenne, molto pesante, perché ripercorrevano quelle ore drammatiche che nella vita di un uomo coincidono con la morte e che per Cristo furono ugualmente segnate sulla Croce dal dolore della Passione. Credo che in particolare in questo Requiem morte e amore si possano leggere profondamente intrecciati, questo tono e carattere epico fa diventare la vicenda umana di Cristo una presenza reale che rimane nella storia, quasi che anche nell'ultima ora, quella del saluto, commiato finale, fa presente all'anima che passa da questo mondo all'altro, quella vicenda di amore e morte che è stato prima il requiem di Cristo sulla croce. Allora lasciamoci questa sera trasportare da queste note di musica sacra, e quello che celebreremo nei prossimi giorni non rimanga semplicemente un rito, come quella di questa sera, non resti semplicemente musica, per quanto affascinante e bella come le liturgie che vivremo insieme, ma diventino vita, e questa presenza reale che avvertiremo dentro ognuno di noi del Cristo risorto, quasi in modo epico, stabile e fondativo, resti anche nella vita di ciascuno di noi, un inno alla resurrezione, un inno alla vita, un inno all'amore".
Un momento di elevazione musicale che ha accompagnato l'ultimo Venerdì di Quaresima prima dei giorni della Passione, condiviso da tutta la comunità casatese.