Casatenovo: gli Oblivion si raccontano a poche ore dallo spettacolo in Auditorium

A Casatenovo è tutto pronto per "Oblivion Rhapsody", lo scoppiettante spettacolo interpretato dagli Oblivion che ha già riscosso successo di pubblico con tantissime date. Gli Oblivion, al secolo Graziana Borciani, Francesca Folloni, Davide Calabrese, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli, portano in scena uno scoppiettante concentrato di stravolgimenti tra opere letterarie, canzoni, tragedie Shakespeariane e testi sacri. E' uno show tutto nuovo per la regia di Giorgio Gallione che mette insieme i momenti più iconici del gruppo che festeggia i 10 anni di tournee teatrale, ma che vengono riproposti in veste del tutto nuovo, tra musica dal vivo e un'improbabile racconto del vero volgare. Tra Manzoni e Leopardi, Gianni Morandi e i Queen il pubblico vivrà un vero e proprio viaggio nella storia e nella letteratura. In attesa dell'appuntamento di questa sera all'Auditorium di Casatenovo abbiamo incontrato Graziana Borciani, una degli Oblivion, che ci ha parlato del nuovo show portandoci alla scoperta del cuore pulsante del gruppo tra canzoni e mille retroscena.

-Da dove nasce l'idea di Oblivion Rhapsody?
"Lo spettacolo è stato creato per festeggiare i dieci anni di tournée insieme, avevamo la necessità di prendere una parte del nostro repertorio e metterlo in scena con un vestito completamente nuovo aggiungendo qualcosa di mai visto prima. Questa volta facciamo tutto praticamente dal vivo, c'è il maestro Lorenzo Scuda che ci accompagna con la chitarra".

-Ma anche voi restanti 4 vi siete messi in gioco con degli strumenti musicali...
"Solo il Maestro Scuda è il vero musicista del gruppo, noi siamo un po' dei musicisti in prova che cercano di mettersi in gioco. Per costruire lo spettacolo abbiamo scavato nei cassetti dei ricordi, abbiamo tirato fuori vecchi sketch e canzoni ma anche degli strumenti come flauti traversi, ukulele, piccoli sax di plastica che usavamo molti anni fa, di fatto proviamo a fare quello che non sappiamo fare".

-Tutto lo spettacolo è tenuto insieme da una cornice che ha come protagonista il volgare italiano. Come siete riusciti a costruirla?
"In realtà la canzone che un po' tiene insieme tutto lo spettacolo è nata diversi anni fa nel periodo in cui in televisione tutti i vari personaggi si gettavano in discussioni con le parolacce più disparate, da lì l'idea di fare una canzone sul volgare, ma il volgare vero, quello del I sec. Abbiamo creato una canzone che potesse avere successo, è stata proposta anche a Sanremo ma non è andata, è rimasta nel cassetto e nei nostri cuori in attesa di poterla portare finalmente in scena. In realtà abbiano fatto girare tutto lo spettacolo intorno al volgare proprio perché volevamo cantare questa canzone, forse non è il genere che si sente nelle radio, ma il ritornello rimane subito in mente".

-Nello spettacolo riproponete i celeberrimi "Promessi sposi in 10 minuti", ma in una veste tutta nuova...
"I Promessi Sposi sono il nostro cavallo di battaglia perché ormai tutti ci ricordano per quello anche se in realtà abbiamo fatto molto altro. Al termine di ogni spettacolo tutti ci chiedevano sempre se potevamo rifarli e così abbiamo finalmente deciso di riproporli, ma in un modo completamente nuovo e di certo più stimolante. A cambiare è la base che questa volta è dal vivo e i ritmi di alcuni personaggi, per esempio la mia Monaca di Monza si è trasformata in una spagnola".

-In questo spettacolo c'è anche l'occasione di vedere un pezzo di un vostro grande capolavoro: la Bibbia Riveduta e Scorretta"...
"La Bibbia è il nostro grande spettacolo e motivo di orgoglio, peccato che a causa della pandemia molti spettacoli, come quello di Casatenovo, siano stati annullati. Ormai le vicende di Gutenberg e del primo libro fanno parte del nostro repertorio ed era giusto riproporle; abbiamo scelto quella parte che potesse essere compresa da tutti, anche da chi non aveva avuto modo di vedere lo spettacolo per intero. La parte di JC propone il pezzo con la ritmica più moderna, è un rap che strizza l'occhio ai giovani ma che è stato in realtà gradito da tutto il pubblico; fa riferimento ad una parte del nuovo Testamento che tutti più o meno conosciamo e quindi risulta molto facile seguire".

Graziana Borciani

-Nei vostri spettacoli trattate dalla letteratura al sacro mettendoci anche dell'ironia, come ci riuscite?
"Il segreto sta tutto nel saper bilanciare le due cose. Cerchiamo di prendere del materiale colto ma renderlo più fruibile a tutti, anche a coloro che non hanno conoscenza di tragedie shakespeariane o storie letterarie. Molti ragazzi ci hanno addirittura confessa che hanno passato alcuni esami proprio grazie ai nostri spettacoli".

-In scena ti vediamo in diversi ruoli, da Giusy Ferreri alla Vocalist. Qual è quello che ti piace di più?
"In verità la mia parte preferita è quella della vecchietta che fa parte della cornice che tiene insieme tutta la storia, devo dire che mi ha fatto capire la mia vera vocazione: fare il doppiaggio di una vecchietta in un film. Quando entro nel personaggio mi diverto da matti, non vedo l'ora che arrivi quel momento. Per il pubblico è tutto nuovo perché non l'abbiamo mai fatto dal vivo, è qualcosa di altro e per certi versi fuori di testa ma che funziona e soprattutto arriva a tutti. Ne è un esempio lo sketch della posta che non potrebbe essere più che attuale".

-Voi vi esibite soprattutto in teatro, ma durante la pandemia avete dovuto reinventarvi...
"La pandemia ci ha aperto il mondo dei social, ci siamo inventati tutta una programmazione per tenere compagnia alle persone e che ci ha permesso di esprimerci nei modi più svariati. Sul canale youtube abbiamo trasmesso spettacoli interi, mentre su instagram proponevamo attività e mini show in diverse ore della giornata. Eravamo in una situazione assolutamente particolare e non abbiamo fatto altro che raccontarla e devo dire alcuni interventi sono diventati dei veri e propri tormentoni: ne sono un esempio i tutorial di Francesca, le canzoni di Lorenzo, le lezioni di mimo di Davide e le lezioni letterarie di Fabio, senza dimenticare i miei collegamenti dalla Val Terrazza. Ogni materiale è già diventato o diventerà, sotto diversi aspetti, qualcosa che porteremo anche a teatro''.

-Durante questa stagione avete fatto tantissime date, qual è il posto più strano in cui siete capitati?
"Sicuramente Forni Di Sopra in Provincia di Udine. Siamo partiti dalle nostre città che c'erano 22°C e siamo arrivati al paese che nevicava ed era -3°C. Un posto incantevole e caratteristico, ma il teatro era strapieno, molto probabilmente tutti gli abitanti si erano ritrovati lì per noi ad applaudire. C'è da apprezza come anche i paesini così minuscoli riescano ad organizzare delle rassegne teatrali''.

-Forse è proprio questa la forza degli Oblivion, arrivare ovunque, sia nelle grandi città che nei piccoli paesi ed avere sempre successo...
"Abbiamo fatto tantissime date, soprattutto il mese di marzo è stato pienissimo perché abbiamo dovuto recuperare date rimandate per covid, siamo andati ovunque. In alcuni teatri si è faticato dopo l'apertura perché purtroppo molta gente ha ancora paura, ma devo dire che non ci è mai capitato di avere poca gente, c'è stato sempre il pienone e siamo stati accolti in maniera veramente calorosa. Dopo lo spettacolo c'è sempre qualcuno che ci ferma e ogni parola, ogni complimento ci riempie veramente il cuore soprattutto quando viene da un pubblico abituato a vedere altri tipi di spettacoli che nulla c'entrano con il nostro".

-Dopo Casatenovo il vostro tour continua, dove vi vedremo?
"Domani saremo a Piacenza, poi il 19 a Porto Sant'Epidio e il 21 a Cormons per poi concludere il 23 ad Assisi".

-Ma in fondo in fondo quale è la caratteristica principale che deve avere ogni Oblivion?
"In realtà noi siamo cinque cialtroni, ma di quelli bravi. Fare il mestiere del cialtrone è nel nostro dna, ma mettiamo cura in tutto quello che facciamo. Prima di ogni spettacolo c'è tanto studio, molte prove, non lasciamo nulla al caso, vogliamo offrire al pubblico un'esperienza unica di cui si possa ricordare".

Giorgia Monguzzi
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