Bulciago: via Crucis da Santo Stefano fino al santuario dei morti dell'Avello

Un'esperienza suggestiva e all'insegna della spiritualità quella della via Crucis organizzata dalla comunità pastorale "Maria Regina degli Apostoli" di Bulciago, Barzago e Bevera in occasione del Venerdì Santo che anticipa ogni anno la Santa Pasqua. I fedeli che hanno partecipato all'evento, che ha lo scopo di riflettere sui propri peccati e allontanare le tentazioni per arrivare il più vicini possibili al cuore di Dio nel giorno della Resurrezione, sono infatti partiti dalla chiesa di Santo Stefano a Bulciago per raggiungere il Santuario dei Morti dell'Avello.

Un'atmosfera davvero unica quella che si è creata venerdì sera, quando il buio ha avvolto la frazione di Bulciaghetto lasciando da seguire come guida ai partecipanti solamente i numerosi punti luce che sono stati accesi lungo tutto il percorso, ai lati della strada, fino alla meta finale. La processione è stata guidata dal parroco don Giovanni Colombo in compagnia del diacono don Marco Guffanti, che insieme sono stati supportati dai chierichetti e dai volontari delle parrocchie. Nel momento del ritrovo alla chiesa di Santo Stefano sono stati fatti volare dei palloni in cielo come segno di liberazione dai pesi e dai peccati della vita, e a seguire sono cominciate le preghiere che hanno accompagnato i fedeli lungo tutta la via.

Prima di iniziare il percorso sterrato, il gruppo si è fermato di fronte ad un'immagine proiettata su un muro di alcuni rifugiati, simbolo delle guerre ancora in atto nel mondo, a partire da quella molto vicina a noi in Ucraina, verso le quali sono stati rivolti i pensieri e le intenzioni dei ragazzi chiamati a leggere alcuni passi sulla necessità di restaurare la pace e farla perdurare. La via Crucis è quindi ripresa e una volta avviatasi nel percorso che porta al Santuario i fedeli hanno trovato sul cammino una serie di cartelli con scritti tutti i vizi da allontanare, in primis per questo periodo di festa particolare, e poi anche successivamente, i quali hanno fatto da sfondo al resto della processione. Musiche e canti suggestivi hanno invece ricreato la cornice di questa esperienza, aiutando tutti, dai bambini agli anziani, ad immergersi completamente nel senso e nel significato dell'esperienza della penitenza e soprattutto della passione di Cristo.

"Le cadute di Gesù lungo la via sono in realtà anche le nostre, e dobbiamo quindi rimanere in silenzio affinché ciò possa aiutarci a meditare meglio su quello che sono state le sofferenze di Gesù" ha commentato don Giovanni durante il percorso. Una volta arrivati al santuario, i fedeli si sono disposti nella piccola piazza sottostante mentre il parroco, don Marco e altri volontari sono rimasti in posizione sopraelevata per concludere insieme la via Crucis.

Don Giovanni, al termine delle preghiere, ha voluto infine rivolgere un pensiero speciale alla splendida luna della serata, che ha contribuito ad illuminare il cammino della comunità durante la serata: "Giovanni XXIII fece un bellissimo discorso alla luna, spiegando proprio come essa fosse in grado di cambiare addirittura la storia, rendendo innovativi i processi ma senza mutare però la condizione di guerra e sofferenza che continua ad attanagliare l'umanità. Sotto questa luna vogliamo però annunciare un Dio crocifisso che ci indica che la storia non è finita, ma che anzi dalla sua croce vuole attirare tutti i propri figli a sé. Gesù vuole, infatti, che la nostra storia si unisca a lui e che nella sua resurrezione possa rinascere ogni cosa, continuando a convivere in scenari difficili. Il cammino che ci attende è forse ancora pieno di pesi ma con noi abbiamo la speranza che permette di vedere le cose con luce rinnovata. Di questo ringraziamo il Signore per il senso che è in grado di dare alla nostra vita e perché sotto questa nuova luna è in grado di darci una nuova speranza di cui abbiamo bisogno" ha concluso il parroco.

La passione di Cristo è stata quindi riproposta attraverso l'interpretazione del percorso della croce che viene portata da Gesù sul monte Golgota per la crocifissione, dopo di che il crocifisso è stato eretto sulla parte più alta del monte dove si trova il Santuario ed è stato illuminato da un fascio di luce unico per essere pregato da tutti i fedeli.

Al termine, tutti i presenti sono stati invitati a baciare il corpo e la croce di Cristo, nel frattempo despoti all'interno del Santuario per l'adorazione in attesa del giorno di Pasqua.
M. B.
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