Cortenuova: profughi ucraini e volontari di AIDO ospiti alla messa domenicale

"Sei come vento che gonfia le vele, sei come fuoco che accende l'amore. Sei come l'aria che si respira libera, chiara luce che il cammino indica". Risuonate nella parrocchia del SS Redentore di Cortenuova nella tiepida mattina del 24 aprile, queste parole, parte di un canto molto conosciuto dai frequentatori di chiese e oratori, hanno scaldato il cuore dei presenti alla messa delle 10 più del solito. Esse, infatti, hanno colorato l'aria libera respirata dai bambini seduti nella parte sinistra della chiesa e hanno gonfiato le loro vele innocenti e gioiose, spingendo alcuni di loro ad accennare piccoli movimenti.

I rappresentanti della comunità ucraina presenti alla messa odierna insieme al vicesindaco Gatti e al parroco don Valentino

Perché è importante? È importante perché quei ragazzi, così come le madri che li seguivano con lo sguardo dalle panche immediatamente retrostanti, sono profughi ucraini accolti sul territorio del comune di Monticello. Essi sono stati invitati dalla parrocchia di Cortenuova, guidata dal parroco don Valentino Agostoni, a celebrare la festa della Pasqua ortodossa assieme al resto della comunità. L'importanza di questo gesto di accoglienza, ultimo di una lunga serie di iniziative degli abitanti di Monticello, è stata raccontata da Ivanna Semenyuk, originaria dell'Ucraina ma da tanti anni in Italia, all'inizio della cerimonia.

Don Valentino Agostoni e sotto i volontari di AIDO

"In questo momento il nostro popolo reca evidenti i segni della guerra. Tutti voi non avete taciuto di fronte alla situazione dei profughi ucraini e vi siete prontamente attivati per fornire ogni tipo di sostegno. Il nostro augurio di Pasqua, che prendiamo in prestito dal Vangelo di oggi, è "Pace a voi". Ce n'è tanto bisogno. Grazie a tutti" ha affermato Ivanna, impegnata in prima persona nell'aiutare i suoi connazionali ospitati in Brianza.

"Pace a voi!" è l'espressione con cui, nel brano del Vangelo di Giovanni incentrato sui dubbi di Tommaso, Gesù risorto saluta i discepoli dopo essere apparso nel luogo in cui erano riuniti. Terminata la lettura, don Valentino ha avviato la predica salutando e ringraziando i membri di AIDO, gruppo di Casatenovo-Missaglia-Monticello, invitati anch'essi a partecipare alla cerimonia in occasione della Giornata Nazionale per la donazione e il trapianto di organi e tessuti.

Natalia e Ivanna

"Anche don Gnocchi ha donato la sua cornea affinché un bambino potesse vedere. Con la vostra attività contribuite a fare in modo che da una vita spezzata possa risorgere una nuova vita" ha affermato don Valentino. Rivolgendosi verso la statua di Gesù Redentore, il parroco poi ha aggiunto: "l'abbraccio di pace di Cristo è un abbraccio di amore, di bontà e di perdono. Nel suo nome solamente c'è la vera pace e la vera gloria per tutti gli uomini". La speranza è che questo abbraccio possa estendersi quanto prima su tutte le persone che, in giro per il mondo, subiscono quotidianamente le drammatiche conseguenze delle guerre. Una di loro, Natalia, poco prima della fine della messa, si è avvicinata al microfono dei lettori e con voce fiera ha guidato i suoi connazionali nella lettura di una preghiera per la pace in lingua ucraina.

Il vicesindaco Davide Gatti

Successivamente, ha preso la parola Davide Gatti, vicesindaco di Monticello, che, dopo aver pronunciato la preghiera del donatore, a nome dell'amministrazione comunale ha ringraziato i volontari dell'AIDO perché "con il vostro impegno contribuite a creare speranza".
Rivolgendosi alla comunità ucraina, Gatti ha inoltre affermato: "A nome dell'amministrazione vi auguro con tutto il cuore che questo giorno di Pasqua possa essere il primo di una lunga serie di momenti di serenità". Mentre, dopo il canto finale, le persone abbandonavano la chiesa, nell'aria, tra i pianti di qualche neonato, riecheggiavano ancora i versi del canto Sei fuoco e vento. "Una luce fioca debole sembra sorgere e poi crescere come fiamma che rigenera e illumina la via".

Parole di speranza affinché questi giorni di festa possano preludere ad una ripartenza sia per chi ha bisogno di un trapianto per fermare le sue sofferenze sia per chi è stato cacciato dalla sua terra e dalla sua quotidianità e vorrebbe solo ritornarvi.
Andrea Besati
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