Ello, Colle, Castello ricordano il 25 Aprile a Pessina

«La storia deve essere un monito, senza libertà, senza democrazia, senza giustizia non c'è sviluppo sociale ed economico esteso a tutti. Le giovani generazioni devono studiare la storia e comprendere che nulla è dato per scontato e per sempre. I valori vanno difesi con l'esempio ed i comportamenti». Queste sono alcune delle parole che Aldo Riva - sindaco di Castello Brianza - ha pronunciato oggi in occasione della Festa delle Liberazione dal nazifascismo, durante la cerimonia ufficiale tenutasi in località Pessina a Colle Brianza.

La cerimonia a Pessina di Colle Brianza

Un monito forte, espresso in un luogo simbolo della Resistenza in Brianza. Nel settembre del 1943, il parroco di Giovenzana, don Riccardo Corti, decise con il supporto della popolazione di ospitare e aiutare sette prigionieri alleati scappati dal campo di prigionia di Ponte San Pietro. A distanza di un mese circa, un blitz delle SS tedesche supportate dai fascisti italiani della Guardia Nazionale Repubblicana trovò i sette e assassinò due di loro: Martnez Josè e Sance Andrea. L'abitato di Giovenzana e i suoi cittadini si salvarono grazie al sacrificio di Don Corti. Il parroco si assunse tutte le responsabilità e finì deportato nei campi di concentramento tedeschi. Venne liberato dopo due anni di prigionia grazie all'intervento diretto dell'arcivescovo di Milano cardinal Shuster.
Pagine di storia, quelle della Resistenza sul Monte di Brianza, che anche il sindaco di Ello, Virginio Colombo ha voluto ricordare. Riportando alla memoria alcuni fatti storici raccontanti dal partigiano Carlo Levati nel suo libro "Ribelli per amore della libertà".

Da sinistra i sindaci Aldo Riva, Virginio Colombo e Tiziana Galbusera

«Su questo monte - ha spiegato Colombo - operavano molti partigiani della Brigata Puecher al comando del capitano dei bersaglieri Milani. Milani, dal suo rifugio in Ello decise di salire, con amici, giungendo ad una baita, probabilmente quella di Pessina dove erano nascoste otto persone. Non si fermarono, proseguirono fino al monastero del San Genesio dove trovarono 99 persone rifugiate».
Il sindaco di Ello ha poi commentato: «Queste persone dopo il 25 Aprile hanno ricostruito la nostra patria, ci hanno dato una nazione democratica, ci hanno tramandato una costituzione basata sul rispetto dell'individuo, della persona». Ricordando i momenti difficili che stiamo vivendo oggi, e in particolare la guerra in Ucraina, il primo cittadino ellese si è domandato come sia possibile che fatti di tale drammaticità possano ripresentarsi dopo un secolo, il Novecento, che è già stato caratterizzato per l'uccisione di milioni di persone nelle due guerre mondiali. «Perché ancora sofferenze?» ha domandato Colombo proseguendo: «forse il sistema di ottenere la pace basato sugli armamenti tra le varie potenze mondiali non funziona?». «Noi - ha aggiunto Colombo - non possiamo permettere di dover constatare che "nulla, purtroppo, di nuovo è cambiato sotto il sole", forse è giunto il momento di ammettere il non senso di ottenere la pace attraverso le armi» ha concluso consegnando ai presenti una riflessione legata ai valori culturali cristiani.
Valori sui quali ha posto l'accento anche il sindaco di Colle Brianza Tiziana Galbusera. «Oggi - ha spiegato Galbusera - siamo qui a Pessina dove si è svolta la storia, la nostra storia, fatta di solidarietà verso i bisognosi, di cristiana ospitalità verso i forestieri, della nostra voglia di far del bene che è stata spenta nel sangue». Il sindaco di Colle Brianza ha poi proseguito: «ci viene in mente tutto questo quando vediamo i servizi sui conflitti in Ucraina e in altre parti del mondo, ci sentiamo vicini a chi sta soffrendo, a tutti i civili coinvolti nelle guerre [...] ma, anche a quei giovani costretti a combattere spesso senza neanche saperne il perché».

Galbusera, nel concludere il suo discorso, ha rivolto un pensiero particolare proprio a chi oggi si trova in difficoltà a causa della guerra. «Nel ricordare - ha spiegato - con gratitudine il ruolo importante di tutti coloro che si opposero alla dittatura nazifascista e che pagarono in prima persona per il loro credo, per la nostra libertà, per la democrazia (che ci saranno sempre di esempio), ci stringiamo oggi ai popoli vittime di sopraffazioni e conflitti nella speranza che trionfi al più presto la pace [...]».
Un elemento, quello del ritorno della guerra in Ucraina ed Europa, sul quale si è concentrato anche il sindaco di Castello Brianza Riva. Nel suo discorso oltre a ricordare con precisione l'invasione e le responsabilità della Russia Riva ha posto l'accento sul fatto che «si dava quasi per scontato» la «liberà in Europa» mentre ora, proprio in Europa, la guerra ha fatto ritorno. «Gli ucraini stanno resistendo per difendere la propria libertà, la guerra sta provocando morti, feriti, sfollati e rifugiati, l'Occidente è unito nell' aiutare l'Ucraina» ha ricordato il sindaco. Riva ha voluto ringraziare le famiglie che si sono impegnate nell'accogliere circa 120 profughi ucraini nei 14 comuni dell'oggionese.

«In tutt'Italia, a cominciare dal Presidente della Repubblica, si ricorda questa speciale ricorrenza storica del 25 aprile di 77 anni fa per tenere viva l'importanza dei valori su cui si fonda l'Italia. La libertà in prima evidenza» ha spiegato il sindaco di Castello Brianza concludendo «È doveroso un pensiero anche a tutte quelle situazioni nelle altre parti mondo dove ancora oggi le persone ed i popoli non possono godere a pieno il bene della libertà, non possono manifestare, non possono godere dei benefici della democrazia e dove magari ci sono ancora crudeli focolai di guerra».
In località Pessina, oltre alle autorità erano presenti diversi cittadini e don Alberto Pirovano, che ha officiato la messa solenne.

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