Nibionno: prevenzione, terapia, riabilitazione per affrontare le malattie cerebrovascolari
Dalla prevenzione alla terapia, passando per la riabilitazione. È stato un percorso completo quello dedicato, nella serata di giovedì 12 maggio, alle malattie cerebrovascolari promosso dall'associazione per la lotta contro l'ictus cerebrale (A.L.I.CE. Como), con il patrocinio dei comuni di Bulciago, Costa Masnaga e Nibionno, Villa Beretta dell'ospedale Valduce e l'ordine provinciale dei medici chirurghi e odontoiatri di Lecco e Como (OMCeO).
I medici intervenuti alla serata nibionnese. Da destra i dottori Marco Arnaboldi, Chiara Scaccabarozzi,
Franco Molteni, Rosanna Jemoli e la rappresentante di A.L.I.CE. Como
Franco Molteni, Rosanna Jemoli e la rappresentante di A.L.I.CE. Como
Si tratta del primo incontro in presenza dopo lo stop forzato a causa del Covid da parte dell'associazione di Como che, oltre a serate di formazione come quella andata in scena all'oratorio di Cibrone, si occupa di organizzare screening cardio vascolare ed ecocolor doppler carotideo presso l'ospedale Sant'Anna di Como ma anche di volontariato nei reparti di neurologia e riabilitazione neuro motoria a Villa Beretta e a Valduce a Como.
All'incontro sono intervenuti una serie di professionisti: dottor Marco Arnaboldi, specialista in neurologia, dottoressa Rosanna Jemoli, specialista in cardiologia, dottoressa Chiara Scaccabarozzi, responsabile della Stroke unit dell'ospedale di Lecco, dottor Franco Molteni, direttore di Villa Beretta e dottor Mario Guidotti, specialista in neurologia.
La malattia cerebrovascolare è ancora poco conosciuta sui media e oggi si ha la possibilità di trattarla. Con la prevenzione, poi, si può seguire un trattamento efficace a basso costo rispetto all'ospedale. L'ictus, il cui fattore di rischio più importante è l'invecchiamento, interessa 1 persona su 6, ed è considerata la terza causa di morte (14-15%) ed è la seconda causa di demenza. Per fare un confronto, in Lombardia si attestano 19.000 ricoveri per ictus, mentre l'infarto porta a 11.000 ricoveri, la metà.
I tempi di insorgenza sono calcolati in secondi-minuti, mentre la fase acuta dura da minuti a 4-5 ore, tempi nei quali si deve attuare il trattamento. La degenza in stroke-unit varia tra 2-7 giorni; la riabilitazione può durare 1-2 mesi mentre, in alcuni casi, le conseguenze possono durare tutta la vita. Le conseguenze a lungo termine sono: deficit deambulazione, demenza e deterioramento cognitivo, depressione, deficit della degutlizione, disturbi visivi e visuo-spaziali, osteoporosi, dolore, disturbi sfinteri, fatica, disfunzioni sessuali e perdita di interessi e hobby.
Tra i fattori di rischio non modificabili ci sono età, sesso, fattori genetici, storia personale di malattie cardiovascolari. Sono fattori di rischio parzialmente modificabili il basso colesterolo HDL, obesità, diabete mellito e ipertensione arteriosa. Si possono invece modificare fattori di rischio come il fumo, l'abuso di alcool, una dieta ricca di grassi, ipercalorica e l'inattività fisica.
Quando c'è un ictus, si verifica la morte di 230 milioni di sinapsi al secondo, 2 milioni di neuroni al minuto 714 km di fibra mielinica. "Le cellule cerebrali sono molto specializzate e perdono la possibilità di replicarsi: non esiste possibilità che il neurone, quando muore, si rigeneri. Al cervello non può fermarsi l'apporto di glucosio né di ossigeno perché i neuroni arrestano la funzione e muoiono in modo irreversibile" spiega il dottor Arnaboldi. La causa dell'ictus è la diminuzione di apporto di sangue al cervello. I sintomi principali possono essere: violento mal di testa improvviso, difficoltà a muovere uno o più arti, perdita parziale o totale della sensibilità, non vedere metà degli oggetti, mancanza di equilibrio o coordinazione.
La dottoressa Jemoli, cardiologa, ha messo in luce come cuore e cervello si intersechino e malattia di uno dei due porti a gravi conseguenze. "L'aterosclerosi è una malattia sistemica che può portare a ictus, attacchi ischemici transitori o demenza. A livello arterioso, può portare alla rottura di un vaso, aneurisma, a livello delle gambe comporta claudicatio, dolore a riposo o morte della gamba. A livello del cuore, nei casi più gravi, a infarto, angina o morte improvvisa".
Tra le cause di malattie cardiovascolari ci sono l'ipertensione, la fibrillazione attuale, lo scompenso cardiaco, il decadimento cognitivo, la depressione e il diabete.
Per questo è suggerito di prestare attenzione all'alimentazione, inserendovi anche i grassi che rappresentano i nutrienti a maggiore densità calorica e sono utili per alcuni scopi: trasportano alcune vitamine, sono un supporto presente nelle cellule e sono coinvolti in vari processi del corpo soprattutto nel periodo della crescita. Vanno evitati i grassi saturi, mentre sono da preferire quelli insaturi come l'olio di oliva, l'avocado, la frutta secca e il pesce azzurro. "Va bene stare attenti all'alimentazione, ma bisogna affiancarla al movimento e all'approccio mentale, ovvero dormire con buon riposo, avere un rapporto di tipo sociale, lavorare ma prenderci spazi per noi e avere un aspetto positivo della vita. Cuore e cervello si parlano continuamente e ogni sussulto emotivo si ripercuote sul sistema cardiocircolatorio e sul cuore" ha concluso la dottoressa Jemoli.
"Perché le terapie si attuino nel minore tempo possibile, è importante che gli ospedali siano preparati attraverso un percorso ictus che viene continuamente aggiornato in base alle evidenze della letteratura - ha rilevato - Nel primo trimestre 2022 a Lecco ci sono stati 80 pazienti con ictus ischemico di cui 28 sottoposti a procedure di ricanalizzazione (35%). Il 20% pazienti è stato trattato entro 60 minuti, che è la media regionale (62 minuti)".
"Il cervello può essere riparato - commenta il dottor Molteni - la riabilitazione è una delle priorità assolute fino al 2030. Ci sono doti del cervello di plasticità che consentono di riorganizzare circuiti e risollevare cellule dormienti".
La connettomica ha dimostrato che ci sono aree del cervello lontane che continuano a parlarsi: per questo immaginare il movimento, è ugualmente importante a eseguire il movimento: "sono modi per fare in modo che l'aspetto cognitivo e motorio siano correlati. La riabilitazione ha a disposizione procedure che possono rielaborare quello che deve fare il cervello e plasticamente rimodularlo". Sono fondamentali le condizioni stabili del paziente: attenzione alla pressione, alla nutrizione, e alla disfagia. "La fisioterapia è quello che viene programmato e mediato attraverso tecnologie: è un esercizio che per specificità si definisce terapeutico".
La riabilitazione dura mesi, alcune volte anni, mentre altre dura per tutta la vita per poter recuperare e mantenersi fuori dall'ospedale. "Questa è la sfida del futuro della riabilitazione. Bisogna che ci siano connessioni tra il cervello ma anche tra il paziente e l'ospedale con la cura a domicilio. Il cervello richiede una cura per tempi lunghi e nel tempo costante. Abbiamo bisogno di tempo, anche emotivamente confrontate e stimolante".
M.Mau.