Cremella: AIDO racconta tutto quello che si deve sapere sulla donazione degli organi

Basta poco perché un sì all'ufficio anagrafe o al gruppo Aido locale possa salvare la vita ad altre persone. È nata con uno scopo informativo e culturale la serata tenutasi venerdì 27 maggio nella sala consiliare di Cremella, dove il presidente provinciale, Giacomo Colombo, e la vicepresidente provinciale, Enrica Motterlini, hanno parlato delle iniziative dell'Aido e delle motivazioni che spingono sempre più persone a decidere di donare i propri organi quando a loro non serviranno più. Insieme all'assessore ai servizi sociali Cristina Brusadelli e al sindaco Ave Pirovano, tra il pubblico c'era anche Fabio Bertarini, sindaco di Viganò.

Da sinistra il sindaco Ave Pirovano, Giacomo Colombo ed Enrica Motterlini di Aido

''Abbiamo accolto l'invito di Aido a organizzare questa serata per ricostruire il gruppo del nostro territorio, è un modo per diffondere un seme. L'Aido, come l'Avis, è un dono, un seme che si getta e che speriamo germoglierà piano piano'', ha dichiarato la prima cittadina cremellese, ringraziando i presenti e il geriatra Giovanni Origgi che nella seconda parte della serata ha parlato dell'effetto del Covid-19 sugli anziani.

Successivamente la parola è passata a Giacomo Colombo, che in qualità di presidente provinciale, si è fatto portavoce delle istanze dell'Aido: ''la nostra è un'associazione culturale che promuove la cultura del dono in diverse forme. La sezione provinciale ha una commissione scuola che si impegna ad andare nelle scuole per informare i ragazzi e sciogliere i loro dubbi''. Il consenso alla donazione dei propri organi potrà, nel momento in cui il donatore verrà a mancare, salvare la vita delle persone che in questo momento sono in lista d'attesa perché i loro organi non funzionano più come dovrebbero.

L'assessore Cristina Brusadelli

''Fare la scelta di essere donatori di organi non è come fare la scelta di essere donatori di sangue o di midollo osseo. Difficilmente si diventa realmente donatori di organi, perché pur avendo dato il consenso è necessario che la persona in questione cessi di vivere in un ospedale dove c'è un reparto di rianimazione; quindi, alla fine pochissimi diventano veri donatori di organi'', ha spiegato Giacomo Colombo, sottolineando una condizione necessaria di cui pochi erano a conoscenza.

Per dare il proprio consenso alla donazione degli organi è necessario aderire all'Aido attraverso un modulo cartaceo o digitale, oppure dare l'autorizzazione all'ufficio anagrafe al momento del rinnovo della carta d'identità. Il primo anello che potrebbe portare un giorno ad essere donatori di organi è la scelta consapevole e informata della propria decisione, successivamente si devono realizzare una serie di circostanze - come l'idoneità del proprio organo e la compatibilità con il ricevente - perché si diventi realmente dei donatori.
''Bisogna informare la gente e questo avviene in modo personale, anche attraverso le iniziative dei soci attivi, e attraverso i banchetti informativi nei territori dove sono presenti i gruppi Aido'', ha raccontato il presidente della sezione provinciale.

Gli effetti dell'azione divulgatrice dell'Aido sono risultati evidenti nel momento in cui l'ospedale provinciale ha comunicato al direttivo i numeri significativi di prelievi di organi e tessuti effettuati nel 2021 presso l'ASST di Lecco. Nello specifico, nel 2021 ci sono stati 10 donatori multiorgano effettivi e 42 donatori di sole cornee, che hanno permesso di eseguire 17 prelievi di rene, 10 di fegato, 5 di cuore, 3 di pancreas, 2 di polmone, 94 di cornea, 48 di tessuti muscolo-scheletrici, 2 di tessuto valvolare cardiaco e 4 di cute.

Il dottor Giovanni Origgi

Al momento in Italia ci sono poco più di 9000 persone che vivono con un nuovo organo a seguito di un trapianto. Lo scorso anno ci sono stati 3200 trapianti circa, mentre nel frattempo rimangono ancora 6000 persone che continuano ad aspettare un donatore. Proprio perché non tutti fanno in tempo a ricevere l'organo di cui hanno bisogno, l'opera dell'Aido consiste anche nello stimolare le persone a adottare uno stile di vita sano, perché non si trovino nella difficile situazione di dover aspettare ansiosamente il proprio turno.

La seconda parte della serata è stata presieduta dal dottor Giovanni Origgi, geriatra presso la Rsa Monsignor Biraghi, che ha spiegato perché gli anziani sono stati i più colpiti dal Covid-19. Tra le motivazioni, il geriatra ha inserito il concorso delle patologie croniche con cui gran parte degli anziani convive. Ovviamente, i vaccini hanno cambiato la prognosi e la malattia, tanto che le diverse dosi sono state consigliate a tutti gli anziani fragili. Il geriatra ha anche ripercorso, al termine della conferenza, i momenti drammatici della primavera del 2020, quando nella residenza sanitaria per anziani in cui lavora morivano due-tre persone al giorno.

Chissà se tra i tanti partecipanti alla conferenza cremellese ci sia stato qualcuno che prenderà alla lettera l'invito del direttivo provinciale, dando vita al gruppo locale dell'Aido. Vista l'affluenza e la partecipazione, il seme della consapevolezza è stato senz'altro piantato.
M. Bis.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.