Casatenovo: 'Villa Facchi Smart & Young', il nuovo spazio dedicato ai giovani, è realtà

Un progetto "per i giovani fatto dai giovani": è questa l'idea di fondo della nuovissima struttura di Villa Facchi, inaugurata nel pomeriggio di sabato in un momento di grande festa per tutta la comunità casatese.

Gaia Riva fra il parroco don Antonio e il sindaco Galbiati

Insieme alle autorità civile e religiosa, rispettivamente il sindaco Filippo Galbiati e il parroco don Antonio Bonacina, sono state numerose le persone che hanno preso parte alla manifestazione e sono intervenute in questo momento di grande orgoglio per la comunità: presenti, fra gli altri, l'ex sindaco Antonio Colombo, diversi membri dell'amministrazione comunale quali il consigliere con deleghe alle politiche giovanili Gaia Riva e gli assessori Daniele Viganò (per i lavori pubblici) e Gaetano Caldirola (per i servizi sociali), rappresentanti di associazioni quali Pro Loco e AIDO, capi organizzatori di cooperative quali La Grande Casa, le autorità, sindaci di paesi limitrofi, consiglieri regionali e tanti altri ancora, accompagnati dai ragazzi dell'indirizzo alberghiero dell'Istituto Graziella Fumagalli che hanno deliziato i presenti con un rinfresco all'ingresso.

L'inaugurazione di Villa Facchi è infatti un momento estremamente caro alla popolazione, perché, affiancato alla biblioteca, e insieme a diverse altre realtà, l'edificio rientra nel novero dei beni storico architettonici del paese, e in quanto tale è pregio dell'amministrazione comunale riqualificarlo e renderlo fruibile al pubblico, per potergli restituire la sua bellezza e vitalità. Come raccontato nel corso del pomeriggio anche dall'assessore comunale Enrica Baio, le prime notizie su Villa Facchi risalgono al 1692, anno in cui l'edificio sicuramente apparteneva al marchese Giulio Casati. Nel 1796 il complesso venne poi acquistato dalla famiglia Bressi, che si occupò della sua ristrutturazione donandole uno stile neoclassico visibile ancora oggi. Fu solo nel 1881, poi, che la Villa passò nelle mani di Paolo Facchi, che a sua volta incaricò l'ingegnere Pietro Ponti per un ammodernamento che interessò prevalentemente i corpi di servizio della zona ovest, ovvero l'odierna residenza del custode, e le allora scuderie che trovavano posto ove oggi vi è la sala civica. Fu sempre la famiglia Facchi a occuparsi anche della costruzione del portico, che oggi vediamo come ingresso della biblioteca.

Con il passare del tempo si susseguirono diversi interventi e progetti di ammodernamento e sistemazione dell'edificio, che cessarono però con un progressivo calo di interesse nella struttura da parte dei proprietari, a causa di altri impegni di lavoro e studio. Oramai lasciata allo scorrere del tempo, fu all'incirca negli Anni Ottanta che il Comune di Casatenovo iniziò a interessarsi alla proprietà, poiché aveva bisogno di uno spazio per allestire la biblioteca civica, funzione che era sino ad allora stata fornita da un'associazione privata al primo piano del palazzo municipale, precisamente dove ora si trovano gli uffici tecnici. Senza troppe difficoltà circa due terzi della Villa passa quindi in mano al Comune, che intraprese su tutto il complesso delle opere di ristrutturazione. La Villa venne però chiusa agli inizi degli Anni Duemila, a causa di problemi di inagibilità e pericolosità strutturale.

Un edificio così importante non poteva quindi rimanere inutilizzato né andare sprecato: è il momento allora di dargli una seconda vita. Dopo il lungo periodo di chiusura, all'inizio del 2020 l'amministrazione in carica ha presentato alla popolazione un progetto di ristrutturazione di Villa Facchi, con l'intento di farla diventare "Smart & Young". A occuparsi della parte teorica sono stati gli assessori comunali, in particolar modo Gaia Riva, Daniele Viganò e Gaetano Caldirola, mentre il progetto concreto è stato affidato all'architetto Paola Bassani e gli ingegneri Lorenzo Jurina e Edoardo Radaelli, insieme all'intero gruppo di progettisti, studio e impresa edile. Un lungo lavoro di sinergia che si è quindi completato con l'inaugurazione ufficiale di sabato, momento di grande soddisfazione e orgoglio.

"Questo intervento su Villa Facchi si inserisce in un percorso che l'amministrazione comunale ha avviato durante questo mandato sul recupero e la rifunzionalizzazione dei beni storico-architettonici di Casatenovo, che sono fondamentalmente tre e si trovano tutti qui in centro: il primo è Santa Margherita, nella zona alta di viale Parini, su cui abbiamo fatto diversi interventi per i quali va ringraziata l'associazione Pro Loco - grazie al loro aiuto abbiamo rimesso a nuovo la chiesina, che è ora bella e funzionale e presenta arredi nuovi, luci nuove, un portoncino sistemato. Il secondo edificio è Santa Giustina, che è qui dietro, che ha richiesto l'intervento più difficile e problematico dal punto di vista progettuale e strutturale per questioni di consolidamento, antisismica, conservazione di metodologie costruttive e tanto altro. Il terzo edificio è proprio questo, ovvero Villa Facchi: quest'ala per tanti anni è rimasta chiusa - mentre la biblioteca ha continuato nella sua normale attività - proprio perché aveva bisogno di interventi strutturali importanti. Il percorso non è stato semplice, però è stato tanto difficile quanto bello e interessante. L'assessore Viganò poi vi presenterà i progettisti che con noi hanno lavorato, e hanno lavorato molto bene, siamo molto soddisfatti" ha detto il sindaco Filippo Galbiati aprendo il pomeriggio.

"Oggi la inauguriamo e vi facciamo visitare questi locali, locali belli, nuovi e accessibili in cui c'è un'idea progettuale che bisognerà sfruttare nei prossimi mesi: qui abbiamo un'idea in un certo senso parallela rispetto a quel percorso quasi ultraventennale che è Villa Farina, luogo che oramai Casatenovo riconosce come funzionale e che si occupa dei nostri casatesi che hanno bisogno di trasporto in diverse strutture sanitarie e sociosanitarie, ma è un'idea che è rivolta in particolar modo al mondo dei giovani. In questo progetto è stato importante il confronto con la nostra responsabile dei servizi alla persona, la dottoressa Milani, che ringrazio essere presente oggi, con l'assessore Gaetano Caldirola ma in particolar modo con Gaia Riva, consigliere giovani che ha la mia delega alle politiche giovanili, che ha lavorato in grande autonomia per la realizzazione dei contenuti di questo progetto. I giovani hanno bisogno anche di luoghi, momenti e strutture in cui non ci sia un'imposizione di ciò che devono fare. Abbiamo pensato molto alla funzionalità di questo luogo, e abbiamo optato per la fruizione spontanea, per lasciare in mano a loro'' ha proseguito il primo cittadino.

''Questo tema di Villa Facchi "Smart & Young", quindi, ha alla base l'idea di qualcosa di agile, di fruibile facilmente, dedicato ai giovani, anche per quelle cose che oggi, anche causa pandemia, per il lavoro e per lo studio sono molto importanti: avere luoghi attrezzati, avere luoghi tecnologicamente adeguati, perché oggi spesso si lavora anche a casa, e lavorare in mezzo agli altri funge da stimolo, perché c'è la relazione, c'è la conoscenza, si sviluppano idee comuni. La finalità è questa: che Villa Facchi diventi, insieme alla biblioteca, che è già molto frequentata dai giovani, un luogo per le nuove generazioni, che vi possano trovare spazi e momenti di aggregazione spontanea. Il contributo delle associazioni è sempre molto importante per cercare di fare rete, di smuovere. Rinnovo il mio ringraziamento a tutti gli assessori, al vice sindaco, e anche a chi li ha preceduti, perché è stato un progetto molto vissuto. Ringrazio per la loro presenza anche l'onorevole Fragomeli, il consigliere regionale Straniero, il sindaco di La Valletta Brianza Marco Panzeri, oltre ai consiglieri comunali, alla presidente della Pro Loco, dell'AIDO, l'FCB, la Fiera, Demetra, la fondazione Cariplo, i rappresentanti della Grande Casa... e tutti coloro che sono qui oggi e che hanno sostenuto questo progetto".

Il consigliere Enrica Baio

Ma il momento più importante della giornata è stato proprio quello dell'inaugurazione ufficiale: dopo un momento di preghiera e dalla benedizione dell'edificio da parte del parroco don Antonio, quest'ultimo, il primo cittadino e il consigliere Gaia Riva hanno quindi proseguito con il taglio del nastro, accompagnati da uno scrosciante applauso dei presenti. Una grande soddisfazione e anche un po' di commozione sia per chi quel luogo lo viveva quando era piccolo sia per chi ha visto finalmente il proprio progetto prendere vita nelle mani del paese.

Una volta aperto l'edificio, è stato possibile per tutti visitarlo, in modo da poter ammirare e apprezzare gli interventi di ristrutturazione realizzati. L'occasione è stata colta anche da parte di chi ha lavorato al progetto per dire due parole a riguardo, ringraziando i presenti e i vari operatori in servizio: il primo a prendere la parola è stato Daniele Viganò, assessore comunale per i lavori pubblici, che ha illustrato nel concreto gli interventi effettuati.

L'architetto Paola Bassani

"Vorrei ringraziare tutti coloro che sono stati coinvolti in questo progetto, il responsabile e gli altri progettisti, qui con noi oggi e l'impresa edile che si è occupata dei lavori, perché si è creata un'ottima sinergia di gruppo" ha detto. "Il progetto comprendeva delle modifiche e dei miglioramenti per l'accessibilità: abbiamo rimosso, per esempio, tutte le barriere architettoniche presenti nell'edificio, potenziato gli impianti di riscaldamento e raffreddamento e migliorato la pavimentazione con dell'intonaco termico, per finire con la sistemazione delle arcate e delle inferriate. Questi in realtà sono solo alcuni degli interventi che sono stati fatti, il progetto è davvero molto corposo, ha richiesto grande impegno ed energia e per la sua realizzazione in totale sono stati stanziati 485 mila euro, derivanti in parte dal bilancio annuale e in parte da contributi regionali. Si tratta di una cifra importante che ha però permesso di restituire al paese una struttura più funzionale, più bella e più accessibile, nella quale tutti hanno lavorato per tutti".

L'assessore Daniele Viganò

La parola è poi passata a Paola Bassani, architetto a cui sono stati affidati i lavori di progettazione. "Le problematiche erano tante, io adesso vi dico solo due piccole cose. Prima di tutto abbiamo lavorato sull'accessibilità: questa è stato l'intervento che ci è stato richiesto come prioritario, ovvero rendere accessibile questo spazio a un'utenza allargata perché potesse ritornare ai cittadini. E allora abbiamo unitamente proposto l'idea di non limitarci a rendere accessibile solo il piano terra, ma introdurre questo nodo che è l'ascensore anche pensando a un futuro collegamento con la biblioteca e quindi con il piano superiore. In futuro, chissà, ma in questo modo l'intervento si apre a un miglioramento, a un incremento dell'uso. 1978 l'acquisto, 2022 un primo passo e magari fra altri vent'anni ci sarà il completamento dell'operazione. Ma sono state fatte poi altre importanti opere che hanno riguardato non solo questo edificio ma, appunto, anche la biblioteca" ha detto la dottoressa.

A destra i professionisti Jurina e Redaelli

A spiegare il resto degli interventi sono stati poi i due ingegneri che hanno collaborato con l'architetto: per la ristrutturazione sono state trovate soluzioni non solo puntuali, ma in un certo senso geniali, poiché, come in un intervento di rammendo e cucitura, sono riusciti a inserirsi e fare "ciò che era necessario solo dove era necessario", perché alcune opere erano già state eseguite e andavano solo migliorate, e per farlo, come spiegato dai professori Jurina e Radaelli, la tecnica utilizzata è stata quella di "tornare alle vecchie idee".

L'attenzione si è concentrata prevalentemente sulle volte ribassate, che rischiavano di cadere a causa del peso eccessivo: attraverso l'utilizzo di mattoni a "triangolo" che, incastrati in un modo specifico, hanno creato un supporto che ha permesso di scaricare il peso eccessivo, esse sono quindi tornate a norma, cessando di essere un pericolo per l'accessibilità. Altro punto critico erano le capriate, elementi architettonici in legno con l'obiettivo di reggere la struttura dell'edificio. Vecchie e usurate dal tempo, anziché buttarle, il team ha deciso di intervenire su quelle storicamente presenti, inserendo dei puntelli diagonali che hanno aiutato nella distribuzione del peso. Tutte le modifiche e i miglioramenti che sono stati realizzati hanno avuto come elemento comune quello di non sostituire ciò che era già presente, bensì di prediligere interventi di affiancamento all'antico, coniugandolo con l'esistente e con il nuovo, ottenendo anche un piacevolissimo effetto estetico. Un altro degli ammodernamenti realizzati dal gruppo è stato quello alla volta del salone d'ingresso della biblioteca: in questo caso sono state inserite delle fibre d'acciaio come connettori che legano i materiali, e alla volta è stata restituita la sua resistenza ai carichi.

L'assessore Gaetano Caldirola

Dopo i saluti e i ringraziamenti all'ufficio tecnico che ha seguito i lavori, la parola è passata a Gaia Riva, consigliere principale responsabile del progetto. "Il rifacimento e la riqualificazione della Villa richiedevano necessariamente un impiego, così in Comune ci siamo interrogati a lungo su cosa farne. Alla fine, come già detto, abbiamo deciso di nominare il progetto "Villa Facchi Smart & Young": "smart" perché vogliamo che sia qualcosa di intelligente, creativo e funzionale, ma in una maniera nuova e mai sperimentata prima, e "young" perché vogliamo che sia dedicata ai giovani. Volevamo creare quindi uno spazio per i giovani in una maniera che non si fosse mai vista prima" ha detto il consigliere. "Uno spazio così bello e ampio non poteva essere certamente sprecato, e per evitare che venga visto come un peso, un qualcosa di rigido e impacchettato, abbiamo deciso di confrontarci con i ragazzi degli istituti Greppi e Fumagalli - inizialmente abbiamo collaborato solo con i ragazzi degli indirizzi socio sanitari, e solo in seguito abbiamo attivato la cooperazione anche con l'alberghiero - e abbiamo chiesto loro di cosa avessero bisogno, concretamente, a Casatenovo. Grazie a questi sondaggi abbiamo ricevuto tanti input e abbiamo quindi optato per creare questo spazio dedicato allo studio, al lavoro e alla socializzazione, senza regole - diversamente dalla biblioteca - e completamente autogestito, lasciandolo multifunzionale, flessibile e adattabile alle esigenze, un po' quindi in evoluzione. Questo è il protagonismo giovanile: dare spazio a chi chiede di essere ascoltato, perché solo in queste circostanze ti viene voglia anche di restituire. Si tratta quindi, dal nostro punto di vista, di un investimento a lunghissimo termine: è ora di mettere insieme le energie e far nascere un laboratorio di idee, conoscenze e buone pratiche".

Don Andrea Perego

"Far sentire i giovani a casa loro è sempre una grande sfida, ma qui a Casatenovo per fortuna possiamo avvalerci della collaborazione delle principali organizzazioni educative: da un lato, infatti, abbiamo la cooperativa della Grande Casa, dall'altro abbiamo il confronto con le realtà casatesi quali, per esempio, la Pastorale Giovanile e don Andrea" ha aggiunto Gaetano Caldirola, assessore ai servizi sociali. "Con La Grande Casa, per esempio, abbiamo in programma di costruire un tavolo permanente con le realtà giovanili del territorio, in particolare con le scuole, la già citata Pastorale Giovanile, e tanto altro. C'è poi anche l'obiettivo di creare le condizioni per cui non siamo noi a proporre le attività, ma siano i giovani stessi a prendere le redini e guidare i loro stessi progetti".

Gli interventi si sono poi conclusi con un pensiero da parte anche di don Andrea Perego, sacerdote in partenza a breve per una nuova missione in Brasile dopo undici anni di servizio nella Comunità Pastorale Maria Regina di tutti i Santi. "Non posso che dire grazie, a tutti voi, a chi mi è stato vicino in questo percorso. I giovani e le categorie a rischio dal punto di vista sanitario sono stati coloro che hanno sofferto più di chiunque altro durante il Covid, e nemmeno ora hanno un respiro di prospettiva rassicurante. Però a Casatenovo si fa rete, e lo si fa bene: questa casa è una grande comunità educante. Per i giovani Casatenovo dà tanto: la via è aperta, la comunità territoriale funziona e ha solide basi" ha detto il sacerdote, unendosi poi ai ringraziamenti e chiudendo così gli interventi previsti per la giornata.

Il resto del pomeriggio è stato quindi dedicato alla visita in autonomia della Villa, in compagnia del rinfresco realizzato dai ragazzi dell'Istituto Fumagalli di Casatenovo, che ha contribuito a creare una meravigliosa atmosfera di orgoglio e speranza per l'avvenire. Uno spettacolo teatrale nel parco adiacente all'edificio ha quindi concluso la giornata.

Giulia Guddemi
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.