Bosisio: 235 anfibi ritrovati grazie al lavoro dei volontari

Buone notizie dal fronte del progetto rospi, l'attività di salvataggio degli anfibi che da qualche tempo viene portata avanti a Bosisio Parini. Il progetto si è chiuso domenica 22 maggio e ora i volontari hanno diffuso i dati: in totale sono stati ritrovati 218 rospi (66 femmine, 116 maschi e 36 anfibi morti) e 17 rane (7 morte). "Ringrazio i volontari che ci hanno aiutato quest'anno e gli enti provincia di Lecco, comune di Bosisio Parini e Parco Valle Lambro" commenta Andrea Redaelli delle guardie ecologie volontarie e coordinatore dei volontari.

L'attività di salvataggio viene effettuata lungo via Manzoni, la zona conosciuta come Comarcia: lungo il tratto di strada che conduce verso Cesana Brianza, ai margini della carreggiata sono state collocate le barriere, di almeno 50 cm di altezza, che vengono utilizzate per bloccare i rospi che dai boschi scendono dal bosco verso il lago per deporre le uova, in modo da evitare che vengano schiacciati dalle auto; i rospi vengono poi accompagnati dall'altro lato della strada dai volontari. Circa quindici persone si sono alternate ogni sera a partire da inizio marzo fino a metà maggio per portare in salvo quanti più anfibi possibili, aiutandoli nella migrazione.

L'iniziativa, che tra gli obiettivi ha la tutela della biodiversità, era stata ripristinata nel 2016 e da quel momento, ogni anno, le guardie ecologiche volontarie e privati cittadini si prendono cura degli anfibi per un paio di mesi all'anno, aiutandoli ad attraversare la carreggiata stradale. I rospi, infatti, si recano dal bosco al lago per deporre le uova e poi ritornano verso la collina. Per via della carreggiata stradale che interseca il loro abituale tragitto, l'attraversamento diventa difficoltoso tanto che gli esemplari sono andati diminuendo negli anni, vittime del traffico veicolare.

L'obiettivo di questo progetto consiste nel favorire il ripopolamento, evitando che la popolazione di anfibi vada drasticamente a ridursi e addirittura a esaurirsi. I rospi si nutrono di una grande quantità di insetti e sono ottimi bioindicatori perchè sono esigenti in fatto di qualità ambientale: per questo la loro tutela assume un significato ancora più importante. In questa direzione si inserisce l'attuazione del progetto che ogni anno viene rinnovato.

I numeri sono in aumento e questo fa ben sperare per il futuro. Nell'anno della pandemia, dopo un mese dall'avvio del progetto, l'intervento aveva subito una brusca interruzione per il lockdown e l'impossibilità dei volontari di raggiungere la località Comarcia. Alla ripresa, nel 2021, erano stati trovati cento rospi e due rane.
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