Bevera: Consolata in festa. Messa, pranzo e altre attività

Prosegue la festa dei Padri della Consolata con la messa missionaria animata dal coro Massawe e celebrata da Padre Gianfranco Testa - missionario dedito alla cura della casa di formazione di Torino - domenica 19 giugno, alle ore 10.30. La cerimonia, seguita dal pranzo delle 12.30, si è svolta presso la sede di via Romitaggio 1 a Bevera di Castello Brianza.

Padre Testa

Durante il discorso di apertura, Padre Stephen Alfred Odhiambo, dopo aver presentato i seminaristi presenti, ha ringraziato i volontari per aver organizzato questo evento e i fedeli per la loro partecipazione, rinnovando gli auguri per questa ricorrenza importante.

Al momento dell'omelia, Padre Gianfranco Testa ha dedicato particolare attenzione al significato della parola "consolazione" in relazione alla comunità, centro importante della vita religiosa. "Consolare non vuol dire semplicemente tirare fuori un fazzoletto e asciugare le lacrime", spiega, "bensì ricostruire persone che soffrono, che devono affrontare le amarezze della vita. Come cristiani, siamo chiamati a collaborare in questa opera di consolazione e dobbiamo essere sempre pronti a dare speranza e fiducia".

Successivamente, ricordando la sua esperienza da missionario e, soprattutto i momenti più difficili, come il periodo passato in carcere in Argentina, durante la dittatura militare, Padre Gianfranco ha sottolineato quanto sia importante vivere senza rancore, ma con l'obiettivo di portare la pace. "Viviamo in un tempo di guerra, ma ovunque ci sono conflitti e difficoltà, che rendono più impegnativa questa missione. Tuttavia," afferma, "non è necessario che tutti diventino cristiani nè in Mongolia nè in altre parti del mondo, né che tutti vadano a messa o abbiano comportamenti religiosi, bensì è necessario che a tutti sia offerta la bella notizia di Gesù in modo che abbiano il coraggio di affrontare le difficoltà".

Al termine della messa, ha ripreso la parola Padre Stephen auspicando che, dopo due anni separati a causa della pandemia, tutta la comunità possa vivere e condividere esperienze nella Consolata per dare vita nuovamente a questo luogo.
V.I.
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