Casatenovo: la situazione sanitaria dopo il conflitto bellico al centro della serata organizzata da Cassago chiama Chernobyl

Una serata di emozioni sincere. Emozioni date dall'aiuto reciproco fra popoli diversi che si sono tesi la mano in un momento di emergenza, ma anche dalle immagini drammatiche di una vera e propria tragedia, quella che ha colpito in questi ultimi mesi l'Ucraina.

I relatori intervenuti alla serata casatese

E' stata la sala civica di Villa Facchi a Casatenovo ad ospitare l'incontro organizzato dall'associazione Cassago chiama Chernobyl per fare il punto sugli aiuti erogati in particolare a Chernihiv. Generi alimentari e di prima necessità, indumenti, ma anche materiale a sostegno del sistema sanitario locale.

''Abbiamo cercato di dare una mano all'Ucraina nel nostro piccolo tramite Armando, grazie ad una raccolta di viveri e di fondi'' le parole del sindaco casatese Filippo Galbiati, il cui intervento ha aperto la serata. ''Ci sono tante necessità nel vostro Paese e sono contento che l'associazione si sia spesa per portarvi anche degli strumenti sanitari''.
Il primo cittadino ha evidenziato la grande solidarietà che hanno messo in campo semplici cittadini, associazioni ma anche aziende, come ad esempio Il Trasporto de La Valletta Brianza, con i coniugi Bonanomi che ''hanno fatto cose eccezionali''.

Il sindaco Filippo Galbiati

Emozionato Armando Crippa, presidente di Cassago chiama Chernobyl che ha espresso un pensiero innanzitutto rivolto ai tanti minori ucraini ospitati per anni dalle famiglie del nostro territorio, che ora si sta cercando di portare qui per qualche settimana durante le vacanze estive.

Armando Crippa di Cassago chiama Chernobyl

Poi, Crippa ha ringraziato l'amministrazione di Casatenovo, una delle prime a spendersi per supportare l'attività del sodalizio sin dalle prime battute del conflitto. ''Noi abbiamo lavorato ad un progetto per Chernihiv, il territorio al quale siamo più legati. Devo dire grazie a Il Trasporto e all'officina Ravasio di Lecco che si sono messi a disposizione da subito come punti di raccolta per il materiale da inviare in Ucraina. La generosità dei cittadini poi, è stata tanta'' ha proseguito Armando Crippa ripercorrendo le tappe salienti di questa esperienza al servizio di un popolo con il quale negli ultimi decenni si è instaurato un rapporto di amicizia solido.

Un plauso è stato poi rivolto al dottor Giacomo Molteni, ex direttore amministrativo dell'ospedale Mandic di Merate, punto di riferimento in questi anni per l'invio di materiale sanitario alle strutture ospedaliere della regione ucraina. A questo proposito un angiografo dismesso dall'ospedale di Esine (Brescia) verrà portato in Ucraina grazie all'associazione cassaghese, messo a disposizione del presidio di Chernihiv dall'ASST della Valcamonica.

Valerii Kulich

''Sono stati mesi di continua angoscia e la guerra non è ancora finita. Purtroppo il conflitto ha toccato tanti civili e bambini e questo fa davvero male'' ha concluso Crippa, spiegando che la raccolta fondi avviata ha consentito di raccogliere oltre 70mila euro a favore del progetto di sostegno all'Ucraina.

Spazio poi all'intervento degli ospiti, fra i quali era purtroppo assente il console generale di Milano Andrii Katysh, impegnato in un importante incontro a Lugano. E' stato invece Valerii Kulich, ingegnere dell'ospedale di Chernihiv, ad illustrare quanto avvenuto durante i bombardamenti. ''In un solo giorno è scomparsa la vita normale, sono state distrutte oltre tremila case private e decine di migliaia di persone hanno dovuto abbandonare la città'' ha riferito l'ospite, spiegando che alcuni si sono rifugiati nelle cantine e lì sono rimasti fino a quando l'esercito russo non si è ritirato.

Alcuni pannelli della mostra fotografica allestita all'ingresso

Pesanti problemi sono stati cagionati anche alla rete fognaria e dell'acquedotto, così come è stato quasi impossibile in un certo momento, far partire i sistemi di riscaldamento. ''Molte aziende sono finite sotto i bombardamenti e ormai non esistono più: con questa guerra si voleva sterminare il popolo ucraino e cancellare il nostro Paese dalle cartine geografiche'' ha aggiunto Kulich, precisando che oltre 700 civili di Chernihiv sono morti per il conflitto e in altre zone è andata anche peggio.

Andii Zhidenko

E' entrato invece nel merito del lavoro svolto in ospedale in quei giorni Andii Zhidenko, responsabile dell'area sanitaria, che ha riferito l'enorme lavoro svolto da medici, infermieri per fornire le cure necessarie ai feriti, oltre mille in una manciata di giorni. ''Si stava in ospedale ventiquattro ore su ventiquattro, e per un certo periodo senza acqua nè riscaldamento, perchè dopo tre giorni di bombardamenti era saltato tutto. Noi abbiamo cercato di dare aiuto a tutti perchè questa è la nostra missione'' ha detto l'ospite, spiegando che tre su quattro ospedali presenti a Chernihiv sono stati pesantemente danneggiati dalle bombe che non hanno risparmiato neppure scuole, nè obiettivi civili. ''Spero di non dover mai più operare persone ferite dalla guerra: è stata un'esperienza molto forte, ma sono fiero che i miei colleghi siano stati rimasti sempre in ospedale assicurando assistenza massima. Ora spero che i nostri cittadini possano tornare alla vita di prima'' ha concluso, ringraziando Cassago chiama Chernobyl per l'aiuto.

Al termine degli interventi la parola è passata al pubblico per quesiti o considerazioni su quanto ascoltato. Interessante la testimonianza del dottor Giacomo Molteni che ha riassunto il lavoro di sostegno alle strutture ospedaliere ucraine portato avanti in questi ultimi anni grazie ad un vero e proprio accordo firmato con Regione Lombardia.

Il dottor Giacomo Molteni

''Grazie ai finanziamenti del Pnrr sarà possibile attuare un rinnovamento tecnologico in molti ospedali: motivo in più per proseguire questo programma di collaborazione fra Italia e Ucraina, tramite l'associazione Cassago chiama Chernobyl'' ha concluso Molteni, grazie anche al quale negli ultimi anni è stato possibile inviare 700 letti, strumenti di diagnostica, ecografi, TAC e un tavolo operatorio perfettamente funzionati seppur destinati nel nostro Paese alla dismissione.
G. C.
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