Costa: sopravvissuto al tentato rapimento e alle botte con un machete padre Luigi Brenna

É sopravvissuto ad un tentativo di rapimento padre Luigi Brenna, il missionario picchiato alla testa con un machete fino allo svenimento e abbandonato a se stesso perchè creduto morto.
Originario della frazione Centemero di Costa Masnaga, dove ancora oggi vive la sorella, il religioso, 71 anni, è un membro dei chierici regolari somaschi: dopo un'esperienza nelle Filippine e una parentesi a Varese, il missionario aveva scelto di andare in Africa, dove tutt'oggi presta la sua opera a Ogunwenyi, nell'area del governo locale sud-occidentale di Ovia, nello Stato di Edo, nel sud della Nigeria. Proprio qui, domenica 3 luglio è stato rapito - secondo quanto riferito da alcune agenzie - da una banda probabilmente di pastori Fulani, un'etnia nomade spesso in lotta con le popolazioni agricole stanziali.

Padre Luigi Brenna in un'immagine scattata qualche anno fa

Secondo quanto è emerso, padre Brenna stava assistendo a una partita di calcio dei ragazzi del villaggio di Usen, di fronte al campo da gioco della comunità somasca. All'improvviso, alcuni presunti pastori hanno fatto irruzione, iniziando a sparare e causando il fuggi fuggi generale tra i giocatori di calcio. Padre Luigi Brenna, purtroppo, non è riuscito a mettersi in salvo: è stato picchiato con un machete sulla testa ed è stato trascinato via. Dopo circa mezzo chilometro di faticosa camminata, in cui il padre Somasca opponeva resistenza ai suoi rapitori, questi lo hanno picchiato ancora di più, facendolo svenire. Pensando fosse ormai morto, lo hanno abbandonato ma lui, appena ha ripreso conoscenza, è riuscito a tornare a casa in una pozza di sangue. I suoi compagni sacerdoti lo hanno portato di corsa all'Igbinedion Teaching Hospital di Okadam ma lunedì è stato necessario il trasferimento in un altro ospedale per continuare le cure.

L'immagine, diffusa nelle scorse ore, mostra padre Brenna in piedi davanti al vice ambasciatore d'Italia: si trova ancora in ospedale con punti alla testa e sul braccio, ma ha ripreso il vigore dello spirito, chiedendo di tornare a casa. Anche la comunità di Costa, che gli è particolarmente affezionata e lo ricorda come persona sorridente e allegra, ha tirato un lungo sospiro di sollievo dopo aver appreso della liberazione e, ancor più, del miglioramento delle sue condizioni di salute, dopo che si era temuto il peggio. Una bella notizia che nella serata di ieri ha rallegrato la comunità che non vede l'ora di riabbracciarlo.
M.Mau.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.