Molteno: lavori alla chiesa in oratorio. Sarà chiusa fino ad almeno Ferragosto

Il parroco don Massimo
Lavori alla chiesa dell'oratorio di Molteno. L'edificio religioso chiuderà infatti a partire da sabato 9 luglio non per un intervento strutturale, ma per lavori di manutenzione resi necessari dopo i sessant'anni di vita dalla sua realizzazione.
"Sono lavori che si sono resi necessari perché la chiesa mostra i senti del tempo" spiega il parroco don Massimo Santambrogio. "Le panche ormai avevano i segni del tempo e anche la pittura necessitava di una rinfrescata: è un ambiente che viene usato da tanti, in diversi momenti". Si andranno a sostituire le panche, a ritinteggiare le pareti, oltre alla sistemazione delle porte di ingresso e del portone. Verrà altresì rinnovato l'impianto elettrico e lucidato il pavimento. "I lavori cominceranno sabato 9 luglio e, secondo le previsioni, tutto sarà terminato entro Ferragosto. Vediamo se la tempistica verrà rispettata: dovendo lavorare diversi soggetti, potranno esserci slittamenti sul programma" precisa don Massimo.
A causa di questi interventi, la chiesa resterà chiusa e le messe festive verranno trasferite in altra sede: quella delle 7 verrà celebrata in San Rocco, mentre la funzione delle 9 sarà officiata nella chiesa parrocchiale di San Giorgio.
Non si tratta del primo intervento sulla struttura di via Stazione, che ospita anche l'oratorio. Nella parte sottostante la chiesa, qualche anno fa sotto era stata ricavata l'aula dei fiori, un'aula di media grandezza tra le aule più raccolte e il grande salone teatro, dotata di un video proiettore: "È una sala che si adatta a ospitare circa 30 persone. Viene usata per le riunioni con gli adulti, per il corso dei fidanzati, ma anche dalle società sportive per preparare le partite".
C'è un'altra novità: da qualche mese Enrica, storica custode dell'oratorio insieme al compianto marito Evandro Rigamonti, ha lasciato l'abitazione per trasferirsi in centro paese con il figlio Antonio. A 82 anni, dopo oltre cinquant'anni di guardia di cui gli ultimi in solitudine, ha deciso di ritirarsi. In oratorio era arrivata nei primi anni Settanta, insieme ai tre figli e alla loro nonna: don Carlo Ambrosoni aveva chiesto al marito Evandro, conoscendo la sua passione per il calcio, di andare a vivere nell'appartamento sopra il salone. Una vita intera, quindi, dedicata ai ragazzi: tantissime generazioni hanno varcato i cancelli dell'oratorio, apprezzando il lavoro dei custodi. Il progetto della parrocchia è di individuare altre figure che possano occuparsi dell'area: "Il desiderio è di avere qualcun altro che faccia da custode però al momento non abbiamo nessuno - precisa don Massimo - Dovremo prima fare la sistemazione della casa con il cambio dei serramenti e l'imbiancatura delle pareti. L'intenzione è di avere la presenza un custode perché ci dà maggiore tranquillità. Al momento, non essendoci più nessuno che abita lì, il punto di riferimento è il bar".
M.Mau.
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