Annone: in villa Fornace va in scena lo spettacolo sulla vita di Stendhal

''Arrigo Beyle. milanese, scrisse, amò, visse''. E' l'epigrafe, composta da lui stesso, che si legge nel monumento al cimitero di Montmartre, a Parigi, dove riposano le spoglie del meglio noto scrittore Stendhal. Un’iscrizione che, in poche parole, riassume la sua vita, alla continua, insistente ricerca di se stesso e della felicità.

Nicola Bizzarri

Questa spasmodica ricerca è stata al centro della rappresentazione teatrale ''Stendhal, viaggio alla ricerca della felicità'', andata in scena venerdì 22 luglio nel pregevole parco di villa S. Ubaldo, in località ad Annone Brianza grazie a ''La piccola rassegna'' curata da Stendhart grazie al contributo Fondo sostegno delle arti dal vivo (Fondazione comunitaria del lecchese, Lario Reti Holding e Acel Service).

Marta Milesi, Nicola Bizzarri e Loredana Mazzoleni

In primo piano il soprano Chiara Amati

Una cornice perfetta, immersi nel verde di un luogo con affaccio diretto sul lago di Annone, per una serata estiva e dal sapore elegante, proprio come i protagonisti del racconto, ambientato ad inizio Ottocento. I saluti iniziali sono stati affidati al sindaco Patrizio Sidoti, alla consigliera all’istruzione Alessia Sala e dalla padrona di casa Alessandra Vittorelli. Lo scalone della terrazza sul lago di Villa Ubaldo ha fatto da unica quinta con un ingresso progressivo dei protagonisti che, scendendo i gradini, giungevano direttamente sul palcoscenico. 

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Marie Henry Beyle nasce infatti a Grenoble nel 1783 da genitori aristocratici: nipote prediletto dal nonno, che si complimentò con lui per la bella scrittura, non fu altrettanto protetto dal padre. Con lui padre ebbe un rapporto formale: riuscì a entrare di nascosto nella biblioteca di Claix  e qui si appassionò alla letteratura, avido lettore di romanzi quale era diventato. Con la madre ebbe un rapporto di attaccamento che andava oltre il rapporto tra genitore e figlio, come racconta lui stesso: ''ella mi amava appassionatamente e mi baciava spesso; io le rendevo i suoi baci con un tale ardore che spesso era costretta ad andarsene''. Lo lasciò quando il piccolo Beyle aveva appena 7 anni: la zia Séraphie, che aveva inviso il piccolo, lo rimproverò al funerale perchè non piangeva abbastanza.

Stendhal non era un adone: di media statura, pingue, collo taurino, spalle larghe, confidava che la sua intelligenza e la qualità dell’anima nascondessero la sua bruttezza. Si crebbe a lungo un dongiovanni e di questo c’è ampia testimonianza delle donne che nella sua esistenza ha amato, senza essere sempre ricambiato.

Crescendo, Henry Brulard si spostò a Parigi, città alla moda che non lo affascinò, al contrario di quanto accadde con l’Italia: nel 1814 si trasferì a Milano. Nuovi paesaggi, una vita libera, dialoghi con uomini interessanti e tante donne da conquistare: questi furono gli anni più felici dello scrittore francese che, nel 1828, accompagnato dall’amico Vismara, giunse per un viaggio in Brianza, di cui lasciò traccia in un testo che, secondo le intenzioni iniziali, non sarebbe dovuto essere pubblicato.

Un Nicola Bizzarri, regista dell’opera teatrale sulla vita dello scrittore francese, ha magistralmente interpretato Stendhal con una maschera che voleva esaltarne la bruttezza estetica: senza maschera, invece, raccontava, a distanza di oltre 200 anni, quanto i moderni lettore comprendevano dei suoi libri e della sua storia di vita.

La rappresentazione si è arricchita della splendida voce del soprano Chiara Amati, chiusa in un abito principesco dello stesso colore dei suoi occhi. Elegantissime e dalle movenze delicate, a tratti quasi angeliche, le due ballerine Loredana Mazzoleni e Marta Milesi che hanno accompagnato la rappresentazione con le danze e hanno interpretato le donne amate e desiderate dallo scrittore.

Alessia Sala, Alessandra Vittorelli e Patrizio Sidoti

Arrigo, Henry Brulard, Henry Beyle sono alcuni dei tanti nomi e dei tanti volti che lo scrittore si è dato. Tutti sono stati parte di una scena che ha conquistato il pubblico.
M.Mau.
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