Annone: una riflessione sui tempi attuali nel dipinto di Paolo Polli

Una mano gigante che accoglie il mondo, su uno sfondo ciclamino e una serie di sedi governative internazionali. In un angolo un'adolescente che, intenta a osservare il mondo, regge un foglio con la dicitura, in più lingue, "dove vado?", trasmettendo una sensazione di smarrimento esistenziale, a volte di impotenza. Questa grande opera, aperta critica sulla contemporaneità, è firmata da un maestro dell'arte, Paolo Polli, con residenza ad Annone Brianza.
Il dipinto, olio su tavola di 180x130 cm, si trova nello spazio espositivo dell'artista a Oggiono: è stato inviato a tutti i consolati affinchè possa far nascere una riflessione sul tempo che stiamo vivendo.
L'analisi della contemporaneità è un tema caro da qualche anno all'autore che rappresenta, mediante il pennello su tela, un mondo nel quale non si riconosce più e che fatica a comprendere. Dalla politica alla società sono tanti i punti toccati esprimere il rimprovero del nostro sistema e il nichilismo che vede dominante.

"L'uomo è oggi solo, alla ricerca di un qualcosa che dia senso di libertà e piacere di vivere ma in realtà tutto è una sciagura: la gente, inseguendo gli affari quotidiani, non ha più tempo per godersi il vivere - spiega Polli - Dove vanno le nuove generazioni come quella di mia nipote che ho rappresentato nel quadro? In Italia non c'è spazio per i giovani che vogliono farsi strada nel mondo del lavoro: quanti figli di amici sento partire per l'America e l'Inghilterra alla ricerca di quello che non trovano nel nostro paese. Questo nichilismo, poi, fossilizza anche le menti degli artisti e dei creatori. I problemi sono seri e grandi: vanno gestiti con sapienza e ponderazione".
In alto a sinistra viene rappresentato il parlamento russo mentre all'angolo opposto quello inglese, sotto il quale è disegnato il parlamento europeo, a cui segue, scendendo con gli occhi verso il basso, quello cinese, affiancato da quello indiano. In alto al centro, sopra il mondo, a ricordarci come tutto ruoti attorno ad esso, la Casa Bianca americana, non sede del parlamento bensì del presidente degli Stati Uniti: "La rappresentazione della Casa Bianca non è casuale: ci ricorda come il mondo ruoti attorno ad essa e alle sue decisioni - commenta l'artista - La giovane rappresentata in basso a sinistra guarda questo mondo e si chiede qual è il suo spazio, se tanti elementi come quelli raffigurati condizionato il suo muoversi, spostarsi nel mondo".
La riflessione di Polli coinvolge ciascuno di noi perché si possa dare davvero spazio alle nuove generazioni.
Sull'opera ha sviluppato una riflessione che lo scrittore Enrico Rigamonti di Annone Brianza: "Una sapiente ed equilibrata compresenza di un riferimento familiare dell'autore, incarnato dalla nipotina e di uno scenario improntato a globalità planetaria, sicuramente drammatica e, per molti versi, addirittura inquietante. Questa la possibile sintesi del quadro del maestro Paolo Polli, che si potrebbe icasticamente intitolare: "cosa accadrà?". Al centro del dipinto ad olio, su di uno sfondo violaceo, una grande mano che reca in palmo il mondo, sovrastato peraltro da una lente. Una immagine di notevole evocatività, poiché quella mano, di ingenti proporzioni, sarebbe idonea anche a chiudersi, all'improvviso ed inesorabilmente, con effetti ben immaginabili per il globo. Sul perimetro esterno, la raffigurazione delle sedi di alcuni Parlamenti (Europeo, Russo, Inglese, Indiano e Cinese) nonché della Casa Bianca. Quei palazzi, simbolo di autorità e potenza, appaiono invece idealmente col fiato sospeso, di fronte al possibile destino della terra, poggiata su quel misterioso palmo, metafora di un che capace di distruggerla.

A margine, una bambina, solo in apparenza fragile e indifesa, ma in realtà per nulla spaventata e nemmeno in soggezione, davanti a tanta grandiosità ed incipiente dramma. Una giovane vita attenta però al proprio futuro, come si evince dal foglietto che regge in mano e porto in modo che ciascuno possa leggerne il contenuto, scritto in più lingue e che esprime una domanda: "Dove debbo andare?" Si tratta di un quesito che, lungi dall'evidenziare smarrimento o incertezza in chi lo formula, mira, al contrario, a mettere gli adulti di fronte alle proprie responsabilità. Un garbato, ma fermo atto di accusa, verso una generazione, a volte indifferente verso chi verrà dopo e che ne pone in forse persino l'esistenza, con le proprie condotte, a volte scriteriate. Una pacata protesta, quella della bambina, capace di interpellarci sul piano individuale. Quella domanda, semplice nella sua formulazione, ma, al contempo, profonda ed impegnativa non lascia, infatti, spazio alla ricerca di alibi o ad un pilatesco: "io non c'entro". È dunque, in definitiva, un atto di accusa che solo un positivo e fecondo attivarsi sarebbe in grado di scagionarci".
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