Oggiono: l'ultimo saluto a Enrico Pedretti, vittima del lavoro. Don Maurizio, ''sapeva che l'essere conta più dell'apparire''

''Beati i miti, perchè erediteranno la terra''. Ed era proprio la mitezza uno dei tratti distintivi del carattere di Enrico Pedretti, il 51enne vittima del drammatico infortunio avvenuto la scorsa settimana ad Annone. Elettricista esperto, l'oggionese è deceduto mentre stava svolgendo il suo lavoro, con la passione e l'impegno che lo contraddistinguevano.
In tanti stamani hanno gremito la parrocchiale di Sant'Eufemia, dove ogni domenica Pedretti prendeva posto, assistendo alla santa messa. Un uomo dotato di fede: così lo ha ricordato durante le esequie funebri il parroco don Maurizio Mottadelli, evidenziandone la semplicità e la disponibilità. Quelle di una persona che ha vissuto la propria esistenza con sobrietà, senza voler mai apparire da protagonista, ma lasciando un segno indelebile in quanti lo avevano conosciuto.

L'uscita del feretro dalla parrocchiale oggionese

''Di Enrico in questi giorni mi è stato detto che era schivo, mite, che non amava mettersi in mostra. Faceva quello che c'era da fare senza aspettarsi riconoscimenti. Un giovane di altri tempi: basti pensare alle cure profuse verso i suoi genitori'' ha detto il prevosto. ''Sapeva che l'essere conta più dell'apparire: e allora ecco che la vita di Enrico la possiamo ritrovare nelle beatitudini, la lettura del vangelo che abbiamo appena ascoltato''.
Don Maurizio ha poi sottolineato la scelta di vita compiuta dal 51enne: quella di dedicarsi al suo lavoro e al volontariato sportivo e parrocchiale, ''senza imporsi sulle altre persone, senza voler primeggiare o apparire'', in poche parole come ''i miti'', quelli che hanno scelto ''di essere al servizio''. Enrico Pedretti donava la sua vita ''nelle piccole cose di ogni giorno, che però contano perchè fatte con il cuore grande''. ''Costoro, dice Gesù, erediteranno la terra'' ha detto don Maurizio nel concludere la propria omelia. ''La morte l'ha colto improvvisamente ma noi vogliamo pensare che non sia la conclusione della sua esistenza, ma l'offerta di Enrico al Signore''.

Una tragedia assurda quella che ha coinvolto l'elettricista, alle dipendenze da anni dell'impresa "CS Elettric Impianti" de La Valletta Brianza. Mentre si trovava in un'azienda di Via ai Pascoli ad Annone nel tardo pomeriggio dello scorso mercoledì, il 51enne è rimasto folgorato da una scarica elettrica che non gli ha lasciato scampo. Inutile il trasporto all'ospedale Manzoni di Lecco, dove l'oggionese è deceduto. Un'ennesima vittima del lavoro Pedretti: non a caso stamani alle sue esequie c'era anche una delegazione lecchese di Anmil, Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro; al termine dell'eucarestia uno dei soci ha dato lettura di una preghiera dedicata proprio all'elettricista oggionese, il cui nome va ad aggiungersi ad una lista fin troppo lunga.
Dopo il ricordo di un ex compagno di pallavolo, che ha evidenziato il talento e l'impegno profuso dal 51enne nello sport che più di tutti amava, toccanti sono state le parole pronunciate da un cuginetto a nome dei suoi familiari. ''La sola cosa che possiamo fare è ringraziarti per i valori che ci hai insegnato, partendo dalla tua semplicità con cui affrontavi ogni situazione, una semplicità sempre efficace. Ci hai insegnato il valore della sobrietà: il tuo comportamento ha fatto trapelare quanto non sia per forza necessario vivere la vita da protagonisti. Ancora più forte è stata la tua tenacia'' ha detto, ricordando l'amorevole assistenza verso gli amati genitori, senza mai lamentarsi.

''Il tuo lavoro l'hai sempre svolto con impegno e professionalità e proprio quel lavoro ti ha portato alla fine di questa vita, troppo breve. Domenica prossima sarà triste per noi vedere vuota la sedia sul sagrato su cui tu eri solito sederti, ma siamo certi che sarai in cielo con gli zii Camilla e Peppino, i tuoi amati genitori. Almeno speriamo che per te la gioia del paradiso duri molto di più''.
G. C.
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