Monticello: il ''corto'' scritto da Giorgia Monguzzi ed ambientato in paese conquista un premio

Giorgia Monguzzi
Un doppio successo per Giorgia Monguzzi di Monticello. Appassionata da sempre di cinema e di scrittura, la nostra collaboratrice si è aggiudicata due riconoscimenti nell'ambito del corto cultura film festival di Manfredonia. Una bella soddisfazione per la 24enne alla quale abbiamo chiesto di raccontare i dettagli di questo duplice trionfo, che le ha consentito fra l'altro di portare in Puglia un pizzico di Brianza. Proprio così: il corto "Volevo solo correre" che si è aggiudicato il primo posto, è infatti ispirato ad una storia vera, quella di sua madre. E il nome del paese nel quale ambientato, Molino, è fittizio, poichè i personaggi sono liberamente ispirati alla ''sua'' Monticello. Giorgia ha raccontato la storia di Sara, una giovane con la passione per la corsa che sfida le convenzioni della comunità e riesce ad entrare nella squadra sportiva composta da soli maschi, realizzando così il suo piccolo-grande sogno. Il terzo premio invece, la monticellese l'ha conquistato grazie al corto ''Effetto domino'': una storia che racconta di un futuro nella città di Nocai, ormai buia e grigia, dove i cittadini si sono dimenticati delle sue connotazioni originarie perché hanno preferito dare slancio agli interessi personali stringendo dei patti con i Gos, responsabili dell'inquinamento. Il destino del pianeta è in mano agli uomini, saranno loro che con le loro azioni scateneranno un effetto domino che potrà salvare il pianeta Terra dal collasso.
Due sceneggiature scritte insieme all'amica bergamasca Milena Fersini: è stata quest'ultima a ritirare i premi a Manfredonia, poichè Giorgia era impegnata nel progetto ''Drema team'' a Giffoni.
Di seguito il racconto di questa emozionante esperienza culminata con una duplice premiazione:

Il corto cultura film festival di Manfredonia è una manifestazione a carattere internazionale dedicata al cortometraggio che è giunta ormai alla quindicesima edizione, ogni anno attira registi e sceneggiatori, ma mai avrei pensato di poter essere una di loro. Dire che ho vinto un premio mi fa strano, dire che sono addirittura due mi pare impossibile.
Per capire come io monticellese doc sia arrivata ad un piccolo festival cinematografico pugliese c'è da fare un passo indietro, almeno a sette mesi fa. Nel 2020 ho frequentato il corso annuale di sceneggiatura della Luchino Visconti di Milano, un corso barbaricamente interrotto dalla pandemia che mi ha lasciato con un pugno di mosche. Nel mese di gennaio 2022 però, sono stata selezionata dal Giffoni film festival per un progetto finanziato da Conai per scrivere dei corti sul riciclo. In questa occasione ho lavorato fianco a fianco con Milena Fersini, una ragazza bergamasca con cui sono entrata subito in simbiosi. Insieme abbiamo scritto l'episodio dedicato all'alluminio che nei prossimi mesi sarà disponibile sul sito di Conai e da quel momento abbiamo iniziato a collaborare insieme. Tra telefonate interminabili, videochiamate e audio di whatsapp ho ricominciato a scrivere sceneggiature ritrovando quello slancio creativo che mi mancava da tempo. Abbiamo creato storie, scritto sceneggiature di corti e buttato idee gelosamente custodite nei nostri cassetti. Poi abbiamo iniziato a spulciare tra i concorsi inviando varie candidature e poi è arrivato Manfredonia a cui abbiamo iscritto due sceneggiature con la speranza di poter arrivare almeno in finale e vedercela con scrittori e scrittrici più affermate di noi.

La speranza era tanta, la consapevolezza era poca perché non avevamo mai avuto veri riscontri sui nostri lavori, tant'è che quando un pomeriggio di inizio luglio la signora Anna Rita Caracciolo, presidentessa del concorso, mi ha chiamato per comunicarmi della vittoria, credevo fosse una grandissima candid camera. Non solo siamo finite nella decina dei finalisti per le migliori sceneggiature, ma ci siamo prese ben due gradini del podio aggiudicandoci il primo e il terzo premio.
Al terzo posto è arrivata la sceneggiatura dal titolo "Effetto domino", una storia brevissima e pensata per un cortometraggio animato che è stata pensata sul treno di ritorno da Giffoni e affinata nei giorni successivi. La storia racconta di un futuro nella città di Nocai, ormai buia e grigia, dove i cittadini si sono dimenticati delle sue connotazioni originarie perché hanno preferito dare slancio agli interessi personali stringendo dei patti con i Gos, responsabili dell'inquinamento. Solo un pezzo della città originaria si è salvata, lontano dove non guarda più nessuno si sono conservati gli alberi e una piccola oasi incontaminata. Il destino del pianeta è in mano agli uomini, saranno loro che con le loro azioni scateneranno un effetto domino che potrà salvare il pianeta Terra dal collasso.

Tiziana Fumagalli ritira il premio assegnato alla figlia Giorgia insieme a Milena Fersini

Il primo premio è invece è andato a "Volevo solo correre" una storia a me molto cara che tra l'altro è ambientata nel nostro territorio, in particolare a Monticello Brianza il cui nome è stato appositamente cambiato in Molino. Quella che poi è diventata una sceneggiatura in realtà era un semplice racconto ispirato ad un fatto della vita personale di mia madre Tiziana, l'avevo scritto l'anno scorso per un concorso, poi però mi ero dimenticata di inviarlo. "Volevo solo correre" è rimasto dormiente, poi quasi per caso è risaltato fuori e parlandone con Milena ne è venuta fuori una storia più complessa. A Molino, paese fittizio della Brianza, è il 1960 e tutti sono incollati davanti al televisore per le olimpiadi di Roma, Sara, una ragazza quindicenne rimane affascinata dalla vittoria di Livio Berruti nei 200 metri e in quel momento capisce quale sarà la sua strada: partecipare alle olimpiadi. È un periodo duro per il suo sogno, in quegli anni non esistono squadre femminili di corsa e le donne, secondo, la visione comune, dovrebbero essere deputate unicamente alla famiglia e ai figli non a futili passatempi. Sara non si arrende e da sola mette in atto una piccola rivoluzione, si allena di notte quando nessuno può vederla e riesce ad entrare nella squadra scolastica composta da soli ragazzi per poi finalmente partecipare ad una gara. La ragazza, additata da tutti i paesani, si troverà da sola a combattere una battaglia rivoluzionaria e, nel suo piccolo, a vincerla, mentre il mondo dovrà aspettare ancora molti anni. "Volevo solo correre" è un racconto a cui sono molto legata, tutta l'ambientazione è ispirata alle nostre zone così come i personaggi prendono spunto da amici e parenti, un po' di Brianza insomma, è stata portata nella lontana Manfredonia.

Ma come è stata la serata di premiazione? Una bella domanda a cui mi piacerebbe rispondere. Sinceramente non lo so perché non c'ero, sembra una barzelletta, ma non sono potuta andare a ritirare il premio. Nella serata del 30 luglio, quando a Manfredonia premiavano i primi tre classificati, io ero a Giffoni per l'ultima giornata del progetto "Dream team" per cui ero stata selezionata. A fare le mie veci all'evento, oltre alla mia coautrice Milena c'erano i miei genitori che, in vacanza in Puglia con il camper, si sono ritrovati a noleggiare una macchina e a dirigersi a Manfredonia. Tra registi e autori di tutte le età c'eravamo anche noi, le più giovani della competizione, con le nostre storie del cuore, scritte a quattro mani con una sinergia che nemmeno noi sapevamo di avere. Ora rimangono su carta, ma non si sa mai che un giorno un produttore voglia accettare la sfida di ricavarci un corto. Per il momento ci godiamo la vittoria, io a distanza mi sono dovuta accontentare di un filmato con mia madre, a cui la storia è dedicata, che ritira il premio per me cercando di trattenere l'emozione. In questo primo premio c'è la voglia di osare, la follia che mi contraddistingue e la pacatezza dell'incontro con Milena, ma soprattutto la Brianza e la mia storia famigliare, un prezioso bagaglio di cui non riesco a fare a meno. Abbiamo vinto ma si spera sia solo l'inizio e magari, la prossima volta, di riuscire a ritirare il premio di persona.
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