Cassago: don Adriano Valagussa, di ritorno da Cuba, celebra il 45esimo di ordinazione e riceve in dono 2 casse di farmaci

Ha festeggiato il suo 45esimo anniversario di ordinazione sacerdotale nel calore e nell’amicizia della sua comunità di Cassago il religioso don Adriano Valagussa. Da ormai cinque anni don Adriano è fidei donum a Palma Soriano di Cuba, dove è stato inviato dalla diocesi di Milano per assistere la popolazione locale colpita da una grave crisi economica, peggiorata dopo l’avvento della pandemia da Covid19. I festeggiamenti per il suo breve ritorno e per il suo anniversario di ordinazione, essendo divenuto prete nel 1977, si sono tenuti nella chiesa parrocchiale di Cassago domenica 14 agosto.

Don Adriano

Don Adriano era giunto nella comunità di fedeli nel 2009 e oltre ad essere molto noto in paese, è stato anche un prete molto apprezzato e stimato. In queste poche settimane di permanenza in Italia don Adriano ha organizzato una raccolta di medicinali da portare con sé al suo rientro a Cuba e nella mattina di domenica i fedeli gli hanno presentato le due casse di farmaci raccolti grazie alla generosità e disponibilità dei cassaghesi. La messa di domenica a Cassago è stata quindi l'occasione per salutarlo e dargli una mano in questa nuova e importante iniziativa. Ad aprire la celebrazione è stato il parroco Giuseppe Cotugno, che ha affidato don Adriano a Maria e l’intera missione alla Madre del Signore.

Don Adriano, dal canto suo, ha esordito ringraziando i fedeli per l’accoglienza e il Signore per avergli fatto il dono del sacerdozio, che vive come un regalo “sproporzionato” di Cristo. Nel corso dell’omelia, il religioso ha ripercorso alcuni passi del Vangelo, ricordando che qualsiasi esperienza d’amore non può essere completa senza la presenza di Gesù: “Quando due persone si vogliono molto bene succede che a un certo punto ci si rende conto che manca qualcosa nella relazione. È lo stesso che succede quando nella mia comunità a Cuba qualcuno viene a chiedermi di essere battezzato perché sente una mancanza nella propria vita. Gesù però non può essere accolto mettendo al centro della nostra esperienza di vita noi stessi. Lui stesso dice all’uomo benestante del Vangelo che per poter accedere al Regno dei Cieli è necessario che si spogli di tutte le sue ricchezze e lo segua. L’uomo se ne va triste, dimostrando di non riuscire a rinunciare ai propri averi, testimoniando quanto sia difficile per coloro che possiedono delle ricchezze entrate nel Regno di Dio.

 

L’uomo del Vangelo crede infatti che per poter accedervi bastino le proprie ricchezze materiali, ma è Gesù stesso a dirgli di lasciare tutto ciò che ha perché entrare nel Regno di Dio significa in primis abbandonare sé stessi per affidarsi ad un altro. Nella nostra vita cristiana succede che spesso mettiamo noi stessi al centro mentre a Dio lasciamo il compito di custodire e valorizzare quello che facciamo, quasi che Dio sia in funzione nostra.

È necessario invece compiere una conversione nel riconoscere un altro da seguire, che ci aiuti nella missione di svelamento del volto del Padre tutti gli altri. Concludo ringraziandovi per tutto quello che avete fatto raccogliendo le medicine perché stiamo vivendo momenti davvero difficili, la corrente non è sempre disponibile, la benzina è decimata e il cibo scarseggia. Nonostante tutti questi problemi quando un uomo riceve il battesimo riconosce subito che Gesù era la cosa che più gli mancava e subito un’immensa gioia pervade tutto il suo essere”.

 

Al termine della celebrazione, i fedeli hanno portato le due casse di medicinali ai piedi dell’altare, augurando ancora una volta il meglio a Don Adriano per la sua missione.
M.B.
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