Oggiono: sulle note di Vasco l'ultimo saluto ad Alessandro Colombo, mancato a 43 anni
''La voglio in faccia la verità. E se sarà dura, la chiamerò sfortuna. Maledetta sfortuna. Se c'è qualcosa che non ti va, dillo alla luna: può darsi che porti fortuna dirlo alla luna''. Le parole della celebre canzone di Vasco Rossi sono risuonate in un silenzio doloroso e composto al termine delle esequie funebri di Alessandro Colombo, il 43enne originario di Oggiono venuto a mancare nei giorni scorsi a causa di un malore improvviso.
Alessandro Colombo e il feretro quest'oggi all'uscita dalla parrocchiale
Del resto il parroco don Maurizio Mottadelli nella sua omelia pronunciata dal pulpito di Sant'Eufemia, non ci è girato troppo intorno: ''quando la morte arriva così all'improvviso, sembra un ladro di notte. Quando la vita di una persona così giovane viene tolta, è come se venisse rubato qualcosa di prezioso e noi rimaniamo sconvolti''.
''Noi amiamo la vita e vorremmo fosse sempre degna di essere vissuta con gioia, imparando anche a superare le fatiche. Quando la vita viene strappata invece, è soprattutto chi subisce questo furto che soffre'' ha aggiunto il parroco oggionese, tentando di dare un senso a questa scomparsa repentina ed inaspettata.
''Quando Gesù è morto aveva 33 anni e ai suoi piedi c'erano la madre ed altre donne che non lo avevano abbandonato: esattamente come è accaduto per Alessandro, circondato dalle persone che gli volevano bene e che hanno creduto in lui'' ha detto don Maurizio, precisando che - non a caso - per l'intera funzione sono stati scelti canti dedicati a Maria. ''Oggi ci sentiamo ai piedi della croce, ma il Sognore non ci lascia soli e si preoccupa per noi, perchè questa non è l'ultima tappa dell'esistenza di Alessandro, che oggi entra in una dimensione diversa, non di morte ma di nuova vita. L'amore di Dio va oltre: è quello di un padre che accoglie tutti i suoi figli''.
Colombo in passato aveva lavorato all'area di servizio Esso di Oggiono, sulla SP51: in città aveva svolto anche il servizio civile, come autista degli scuolabus. In molti lo ricordano anche per l'impegno nella locale società calcistica dell'oratorio e nella Polisportiva Valmadrera, dove aveva milutato come portiere negli anni Novanta.
G. C.