Rogeno: odori molesti, i cittadini sono esasperati per la mancanza di soluzioni

Cittadini di Rogeno esasperati per la mancanza di soluzioni alle fastidiose emissioni odorigene con le quali convivono dal 2015 e per la preoccupazione di non avere garanzie sulla loro salute. Terminata la pausa estiva delle aziende sono infatti ritornati con insistenza gli odori che affliggono la frazione di Calvenzana, ma diffusi anche nell'area circostante e insistenti su via Rogenino e via Enrico Fermi.
"Dalla scorsa settimana, quando le ditte hanno riaperto, l'odore è fortissimo ed è invivibile rimanere nelle nostre case - si lamenta un cittadino - Continuiamo a respirare un'aria che non sappiamo com'è. Tutte le nostre domande sono rimaste inevase: mi chiedo se per le istituzioni non meritiamo una risposta o, ancora peggio, non possono darci una risposta. Perché non viene chiamato uno studio esterno per fare valutazioni su quello che si respira? Non mi do una spiegazione di come mai non si arriva a una soluzione".
Oltre il danno la beffa per i cittadini di Rogeno visto che all'azienda è stata concessa un'ulteriore proroga per la presentazione del progetto di abbattimento degli odori, come ha informato il comune lo scorso luglio. La ditta, ad aprile, ha realizzato, in base alle indicazioni della Provincia di Lecco, il progetto di revamping (ammodernamento) del sistema di aspirazione delle linee di estrusione "al fine di captare tutte le emissioni diffuse che si presumono essere potenzialmente responsabili delle molestie olfattive segnalate". La Provincia, tuttavia, ha imposto alla ditta altri adeguamenti relativi alla "progettazione e installazione di un nuovo sistema di abbattimento delle missioni, in sostituzione o integrazione del sistema già presente" al fine di risolvere la problematica in questione. L'azienda ha chiesto una proroga dei tempi al fine di "effettuare preventivamente alla progettazione del sistema di abbattimento un'analisi a camino di speciazione dei COV (composti organici volatili) presenti all'emissione, anche al fine di individuare un sistema di abbattimento più adatto e performante". Per tale ragione, la Provincia ha concesso il termine del 30 settembre per la presentazione del progetto dell'impianto di abbattimento. "Si tratta dell'ennesima proroga - commenta un altro rogenese - L'azienda, ad oggi, ha sfruttato tutte le proroghe ma vogliamo tutelare la salute dei cittadini? Non metto in dubbio che per loro siano investimenti cospicui, ma noi vogliamo sapere che aria respiriamo".
I cittadini non si sentono tutelati a sufficienza dalle istituzioni che dovrebbero invece garantire loro il diritto alla salute. "Abbiamo contatti diretti con Arpa e comune perché Provincia e ATS non ci hanno dato contatti diretti - spiegano i cittadini - In merito alla pubblicizzazione delle segnalazioni, il comune dice di farlo ma in realtà non ha mai sollecitato i cittadini a farlo: sui canali social o whattsapp non si trova questo invito che invece dovrebbe essere diffuso almeno a cadenza mensile visto che ci sono persone ancora non al corrente di questo modulo da compilare. Altre persone, invece, sono stanche di fare le segnalazioni perché non hanno mai ricevuto una risposta e si domandano che senso ha continuare a segnalare. Per noi che ci stiamo adoperando in prima persona, sappiamo che è importante. Insomma, metà del territorio è invaso dalla puzza, ma le segnalazioni non arrivano da tutti per diversi motivi come malavoglia, frustrazione o assenza di presenza in casa. Alcuni hanno provato più volte a chiamare in comune ma non hanno mai ricevuto risposta: sarebbe forse il caso di istituire, come già richiesto, un numero di telefono a cui qualcuno risponda".
Il tema che sta più a cuore ai cittadini è la qualità dell'aria respirata, per la quale non ricevono risposte soddisfacenti: "Se ci dicessero che l'aria non è inquinata, sarebbe un fastidio da gestire. Se devo essere preoccupata per la salute dei figli, non è lo stesso - raccontano - Abbiamo chiesto di fare la valutazione della qualità dell'aria ma Arpa dice di non essere in grado perché non in possesso degli strumenti di valutazione. Sappiamo che esistono società esterne che si occupano di questo e lo abbiamo detto al comune: ci hanno risposto che gli organi ufficiali con cui il comune interagisce non prendono per valida una valutazione fatta da un'azienda privata, come è successo a suo tempo per il termovalorizzatore di Valmadrera. Quindi queste famiglie dovrebbero sborsare di tasca loro una cifra attorno ai 10.000 euro a beneficio del territorio? Non è un problema dei singoli, ma di tutta la collettività. Come mai non si avvale di un difensore civico? Il sindaco è il garante della salute dei cittadini e qui stiamo parlando di questo: il problema esiste, non è un'opinione. La strada giusta sarebbe avere il comune che non tentenna davanti alla salute e non che fa da mediatore tra enti e azienda. In questo modo, ci sentiamo rimbalzati tra un ente e l'altro. Non dovremmo sentirci su posizioni diverse ma tutti dalla stessa parte".
Aggiungono: "L'odore arriva anche all'asilo e in oratorio, dove i bambini stanno spesso all'aperto e sono state fatte segnalazioni dai genitori. Le autorità di questi luoghi non sentono la responsabilità di dover fare presente la questione? A nessuno viene la preoccupazione di sapere cosa respirano i bambini?".
Dopo aver avviato una raccolta firme e inviato una PEC, i residenti sono riusciti a ottenere, lo scorso febbraio, un'assemblea pubblica alla presenza degli enti che stanno seguendo le valutazioni: "In quell'occasione, ci sono stati tre momenti in cui ci siamo sentiti presi in giro - spiegano - In primo luogo era presente una video camera di cui non siamo stati avvisati in anticipo. A luglio, quando abbiamo scritto agli enti, abbiamo chiesto spiegazioni. Ci hanno detto di averci informati prima dell'inizio della riunione ma nessuno di noi lo ricorda. Se fossimo stati avvisati, altri cittadini avrebbero potuto presenziare in remoto. Questa diretta andava a beneficio di chi? Chi c'era dall'altra parte?". La seconda questione riguarda il tema tecnico degli odori: "Ci hanno prima detto che il problema della fuoriuscita di odori è nell'impianto di captazione perché non è adeguato: questo fa sì che gli odori si disperdano nell'ambiente senza passare dal camino. Dopo poco hanno detto che nel camino i valori non superano i massimi di legge. Pensiamo quindi che, se non tutti gli odori arrivano a camino, qui non c'è in realtà tutto il carico di odori e le analisi fatte nel camino ci danno solo una mezza verità perché vanno fatte anche altrove. Abbiamo chiesto di fare le valutazioni a casa nostra: non abbiamo avuto risposta nè siamo stati presi in considerazione. Va bene che non siamo tecnici, ma non siamo stupidi".
Ultimo punto poco trasparente e dirimente per i cittadini è la valutazione dell'aria: "Vogliamo sapere se l'aria è nociva e inquinata. Abbiamo ricevuto risposte diverse: chi diceva che tutto è nocivo, chi ci ha assicurato che non lo è e chi si è detto disponibile a compiere valutazioni ma non ha gli strumenti. Insomma non c'è stata una risposta univoca. Com'è possibile avere queste
Il sindaco Matteo Redaelli
risposte su questioni così importanti come la salute? Durante la pandemia, era stata posizionata la camionetta Arpa, ma è stato un intervento inutile in quanto questa rileva l'inquinamento delle auto e non degli agenti chimici di provenienza industriale. Era un'altra questione che non c'entrava nulla. Sotto gli altri punti di vista, l'aria che respiriamo non è stata valutata".
I cittadini si chiedono se dovrà rendersi necessario agire legalmente per vedere tutelati i propri interessi: "Recentemente abbiamo trovato una sentenza della corte di cassazione (Corte di Cassazione, sez. III Penale, sentenza 10 febbraio - 23 marzo 2015, n. 12019) in cui si sostiene che, poiché non esiste una norma che contempla i limiti in materia di odori, sono sufficienti le dichiarazioni di testimoni a stabilire la tollerabilità degli odori. Si tratta di un caso diverso dal nostro perché lì si dava per scontato ci fosse una sola fonte, ma magari questa sentenza può darci una mano. Anche noi dovremo muoverci per altre vie? Nessuno è un tecnico, né un legale, però dovremmo sentirci tutelate e non lo siamo: non vediamo il comune che si muove come se fosse il problema suo, ma solo come un mediatore tra una parte e l'altra".
In una lettera firmata da circa 90 cittadini inviata agli enti di luglio, si chiedeva di fare un'assemblea entro la fine di settembre, ma ad oggi non è stata data comunicazione in merito. "Noi che abitiamo in un paese verde, in una zona il cui punto forte è la natura è il benessere dei cittadini, ci stiamo ritrovando a dover convivere con un problema di inquinamento come in città e siamo costretti a dormire con i condizionatori accessi, peraltro in un momento in cui si parla tanto di risparmio e temi ecologici - concludono amareggiati i cittadini - L'odore ha molecole pesanti ed è come ci fosse una nuvola che si sposta: una volta che entra in casa di notte, rimane l'odore fino a mezzogiorno. Dove arriva, permane facendo venire mal di testa e bruciore alla gola. L'informazione della cittadinanza non si può basare sul passaparola e noi stiamo chiedendo evidenze, non opinioni. Si tratta di capire se abbiamo tutti la volontà di arrivare a una identificazione precisa della situazione oppure no. Per l'ennesima volta ci sentiamo presi in giro e non tutelati dalle istituzioni".
Il sindaco Matteo Redaelli ha così commentato la questione. "L'odore c'è, ed è fuor di ogni dubbio. Nessuno lo mette in discussione. L'impegno del comune e mio in prima persona è quello di sollecitare tutti gli enti affinché si arrivi il prima possibile ad attuare quanto prescritto all'azienda cioè gli interventi definiti con tempistiche certe - ha asserito - Prima delle ferie e in questi giorni ho avuto modo di parlare dell'argomento con alcuni cittadini della zona e rispondere alle loro domande in merito a quanto si sta facendo. In particolare a metà agosto ho coinvolto Arpa, ATS e Provincia nel rispondere insieme ad una petizione arrivata nella quale ho avuto modo di precisare modi e contenuti con cui si è intervenuti e su quali sono i recenti passi intrapresi. In questa missiva abbiamo confermato anche la possibilità a partecipare ai lavori del tavolo tecnico anche ai rappresentanti dei firmatari della petizione. Comprendo lo scoraggiamento e la preoccupazione di molti ma assicuro il quotidiano impegno affinché si arrivi quanto prima ad una soluzione definitiva e ribadisco la mia disponibilità a parlare con chiunque lo voglia. In tutta questa faccenda non c'è assolutamente nulla da nascondere e nessun immobilismo degli enti, anzi tutti i documenti sono consultabili da tutti i cittadini che ne facessero richiesta e ogni segnalazione e osservazione viene presa in seria considerazione".
M.Mau.
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