Casatenovo accoglie don Lorenzo, il nuovo responsabile dei giovani: 'Ora siamo chiamati a essere luce gli uni per gli altri'

Una giornata di festa, gioia e allegria quella di ieri, sabato 17 settembre, per la Comunità Pastorale di Casatenovo.
In occasione infatti dell'arrivo del nuovo sacerdote, il milanese don Lorenzo Motta, la Pastorale Giovanile ha organizzato una fiaccolata per tutti gli oratori, che ha coinvolto ragazzi e ragazze di tutte le età desiderosi di dare il miglior benvenuto al nuovo religioso entrato a far parte della comunità.


Da sinistra don Piergiorgio Fumagalli, don Antonio Bonacina,
don Lorenzo Motta, don Marco Rapelli e don Romano Crippa

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È stato proprio un campo gremito di fedeli che ha accolto, intorno alle 18.30, tutti i partecipanti alla fiaccolata, provenienti da diversi Santuari a seconda della frazione di appartenenza. Insieme a loro, anche i bambini e i ragazzi che, per impegni scolastici o altro, non hanno potuto essere presenti, e a capo del gruppo proprio don Lorenzo, accompagnato da educatori e animatori della Pastorale, quasi anche a simboleggiare una nuova guida per i giovani della Comunità.


All'arrivo all'Oratorio San Giorgio di don Lorenzo, accompagnato da tedofori, bambini e ragazzi di tutti gli oratori, si è tenuta la celebrazione eucaristica che ha visto partecipare diversi sacerdoti della Comunità, in primo luogo proprio il nuovo arrivato. Un momento di grande emozione per tutti i presenti, che hanno condiviso tra di loro la gioia dell'accoglienza: numerosi i momenti di intervento, di auguri e incoraggiamento nei confronti del nuovo sacerdote, che hanno contribuito a creare un grande calore umano da parte di chi si è stretto in preghiera e in festa attorno al prete.


Momento particolarmente sentito della funzione è stato quello della prima omelia di don Lorenzo, che già da subito si è mostrato molto vicino ai giovani, scendendo in mezzo a loro e coinvolgendoli direttamente e integrando il loro punto di vista. A fare da filo conduttore per il discorso è stata una storia, che aveva come protagonista un ragazzo di nome Marco, che li ha accompagnati anche durante la fiaccolata.


Don Lorenzo

"Oggi la luce è stata un simbolo importante: l'abbiamo portata in giro, bruciava bene, qualcuna era più intensa e qualcuna meno. Questa fiaccola torna anche nel brano di Vangelo che abbiamo appena ascoltato: alla fine, Gesù dice che c'era una persona, un suo caro parente, che era una luce, una "lampada" che risplendeva, che però non era stata molto ben sfruttata dal Popolo di Israele. Era Giovanni Battista: ma cosa vuol dire che una persona può essere luce? È questa la domanda che si fa anche Marco, che si sta preparando per fare la Cresima, e che si è sentito dire dalla sua catechista che diventerà luce per gli altri. Marco non ha una risposta molto chiara: vogliamo provare a dargli qualche consiglio?" ha iniziato il sacerdote, coinvolgendo soprattutto i più piccoli.


"Essere gentile con gli altri, amare tutti, anche quelli che ci stanno un po' più antipatici, fare del bene, non litigare. Ma cosa succede a Marco? Al ricominciare della scuola, egli anche quest'anno si trova, al pomeriggio, a fare i compiti con Mattia, che fa più fatica di lui a studiare. Ora sono in quinta, quindi le cose sono un po' più difficili, ma Marco non si tira indietro, lo aiuta e riesce a fargli capire le cose. Un giorno Mattia, mentre sono insieme a studiare, era un po' più silenzioso del solito. Dopo un po' guarda Marco e gli dice: "Se non fosse stato per te, io non avrei mai capito nulla di matematica". Marco si accorge di una cosa: è stato gentile con Mattia, non l'ha preso in giro perché non riusciva a fare i compiti, e capisce che la sua gentilezza, la sua amicizia e il suo aiuto a Mattia sono stati come una piccola luce. Una cosa semplice alla fine, aiutare, starsi vicino, condividere una fatica e farla diventare occasione per essere amici: ecco, Marco sta iniziando a capire cosa significa essere luce. Spesso pensiamo che bisogna fare delle grandi cose, invece forse ne bastano alcune piccole e semplici, ma fatte con grande amore''.

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''Le cose di ogni giorno: quando ci svegliamo alla mattina, qualcuno prepara la colazione per noi, quando si va a fare sport, quando si prendono i voti, quando si viene in Parrocchia... Le cose quotidiane, farle con grande amore, metterci dentro tanto della propria vita, tanta energia e tanta passione. Ecco che lì si diventa luce per qualcuno e si brucia d'amore, così ci viene dato anche a noi di essere capaci di amare come Gesù".


L'omelia di don Lorenzo si è quindi conclusa con il racconto dell'ultimo pezzo di storia ai ragazzi. "Il giorno dopo, Marco e Mattia sono al catechismo, all'ultima lezione prima della Cresima, e Lucia, l'educatrice, pone a tutti una domanda: "Chi di voi è stato luce per qualcuno?". Marco non ha dubbi: "Per me Mattia, perché è un mio amico". E quest'ultimo rimane senza parole, perché era convinto del contrario, pensava di dire lui che Marco era luce, perché l'aveva aiutato con i compiti, e invece è accaduto il contrario. E così ecco che tutti siamo chiamati a essere luce gli uni per gli altri: non solo chi riceve un aiuto dà l'opportunità di essere una luce, ma può diventarla egli stesso. Siamo tutti chiamati a essere piccole ma importanti "lampade" che riempiano il nostro mondo di tante belle cose. Vogliamo essere luce gli uni per gli altri? Mettiamocela tutta, il Signore cammina con noi".


Il sindaco Filippo Galbiati

Dopo i momenti dell'offertorio e delle preghiere dei fedeli, durante i quali la comunità ha mostrato il proprio benvenuto al nuovo sacerdote attraverso significativi gesti, al termine dell'eucaristia si sono tenuti diversi interventi per celebrare don Lorenzo. Primo fra tutti quello da parte del Consiglio Pastorale, che ha avuto come portavoce Maria Limonta. "Siamo felici di darti il suo benvenuto in qualità di vicario. In questa Comunità costituita da cinque parrocchie in cammino di comunione, con le fatiche e le positività di questo percorso, gli oratori che ne fanno parte diventeranno la tua nuova casa. Ti è affidato il compito di accompagnare i bambini, i ragazzi e i giovani che la abitano, perché crescano nella fede e maturino nell'amore. Conoscerai volti nuovi, intreccerai nuove relazioni, farai con loro esperienze di preghiera e di svago, di catechesi e di pellegrinaggi, ma anche esperienze di vacanze e attività di gioco condiviso. Li accompagnerai nei momenti felici e nei - speriamo ben pochi - momenti bui a diventare donne e uomini del domani. Ti auguriamo che tu, con i ragazzi e i giovani, possiate essere in questo cammino comune "l'adesso di Dio", come dice Papa Francesco. Ti assicuriamo le preghiere nostre e di tutta la Comunità pastorale, perché il tuo agire fra noi sia riflesso e testimonianza dell'amore di Dio ai giovani e a tutti".


A nome della comunità civile, invece, ha parlato il Sindaco Filippo Galbiati. "Io ti do il benvenuto indossando la fascia non perché voglia distinguermi dagli altri, cosa che mi imbarazza ancora dopo un po' di anni che sono il primo cittadino, ma per lasciarti un messaggio: la società civile di Casatenovo ha bisogno di te, ha bisogno che si lavori insieme, come abbiamo fatto in questi anni e stiamo tuttora cercando di fare grazie a diversi percorsi. Quindi è un benvenuto carico di speranza, che confida in una collaborazione, in confidenza reciproca, per fare qualcosa insieme per questa comunità, così come in questi anni abbiamo cercato con forza di fare" ha affermato il primo cittadino. "Ci sono altre due cose che vorrei dirti: la prima è di non temere la Brianza, perché so che tu arrivi da un altro contesto lombardo, che è l'alto-milanese, e quindi più verso l'idea di città e di metropoli, perciò vorrei invitarti a non credere al pregiudizio di chiusura o di diffidenza di questo territorio. Quello che viene letto in questo modo in realtà era una scarsa nostra propensione alla spavalderia, all'essere poco seri, ma qui siamo capaci di relazioni vere e profonde, siamo capaci di festeggiare assieme, e saremo capaci di accoglierti come meriti. C'è vivacità, c'è voglia di stare assieme. La seconda cosa che ti dico, invece, è un po' più pesante: ti aspetta un compito, quello di condurre la Pastorale Giovanile, e di questi tempi è un impegno molto gravoso. C'è una parola che ti aspetta, carica di inquietudine, ovvero "solitudine": il contrasto a quella dei giovani è la cosa che ti impegnerà di più in questa comunità, il vice sindaco e la giunta, presenti qui oggi, sanno come dal mio osservatorio - anche di medico - in questi anni si sia esasperata in me questa osservazione circa i fenomeni di marginalizzazione delle persone, che perdono relazioni anche nell'età giovanile, e che purtroppo vanno un po' alla deriva, verso percorsi di isolamento e di solitudine. Casatenovo è vivace ma, dobbiamo dircelo, è cambiata negli ultimi decenni: più si aprono gli orizzonti, più si creano processi di isolamento ed emarginazione soprattutto nelle fasce giovanili. Quindi il tuo è un compito sicuramente molto importante, dovrai occuparti sì di queste magliette colorate, ma anche, e questo è il mio augurio per il tuo mandato, soprattutto di chi qui non c'è, dovrai andare in quelle case da cui qualcuno è troppo tempo che non esce. Ti auguro davvero che Casatenovo sia per te carica di soddisfazioni, e la speranza nostra è che la collaborazione fra comunità civile e religiosa cerchi di lasciare sempre persone in contesti di relazioni e sempre meno sole".


Due parole, infine, scritte a nome di tutti i giovani, e pronunciate per l'occasione da Filippo Valnegri. "Sappiamo che l'eredità lasciata dal tuo predecessore don Andrea in qualche modo potrebbe farti percepire una grossa responsabilità, però siamo qui oggi per accoglierti e garantirti il nostro completo sostegno e la nostra disponibilità ad ascoltarti, pronti a lavorare e a divertirci insieme, sicuri, già da come ti abbiamo - da poco - conosciuto, che saranno anni bellissimi, ricchi di esperienze formative, nella fede e nella condivisione". Gli interventi poi si sono conclusi con la consegna di un dono al nuovo sacerdote: un telefono, "per tenerci bene in contatto per le mille attività che ci aspettano".

Ulteriori auguri dei fedeli e dei nuovi amici e qualche parola da parte di don Lorenzo (che ha ringraziato tutti per la presenza e l'organizzazione), hanno quindi concluso il momento di riunione tutti insieme. Spazio dunque alla cena a base di salamelle, patatine e altre specialità, preparate dalla cucina dell'oratorio.
A conclusione della serata, non poteva mancare il taglio della torta in onore di don Lorenzo, per augurargli nel migliore dei modi un inizio di cammino radioso e fertile.
Giulia Guddemi
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