Barzago: la dr.ssa Baldi di Asst e Padre Cupini parlano di disagio giovanile con La Piazza

L'associazione ''La Piazza'' di Barzago è tornata in campo dopo questi ultimi due anni difficili con un'iniziativa che nel fine settimana ha riscosso grande successo e partecipazione.
Alle ore 18.30 di sabato 17 settembre barzaghesi e non, si sono riuniti in Piazza Garibaldi, nel cuore del paese, per discutere -con ospiti noti ed apprezzati - di ''Salute mentale, disagio giovanile e servizio di ascolto psicologico gratuito'', tematiche talvolta taboo che spesso vengono sottovalutate dalla scuola e dagli adulti.
Un momento di riflessione per unire la comunità e contrastare le solitudini, facendo spazio alla socializzazione e alla condivisione.

I volontari dell'associazione ''La Piazza''

I relatori della serata erano Carmen Baldi, psicologa dell'ASST Lecco e referente dello sportello 15/24 (nuovo progetto di counseling gratuito giovanile), e Padre Angelo Cupini, che opera nella comunità via Gaggio a Chiuso di Lecco.
''Stando ai dati allarmanti diffusi da Sole 24 ore e altre testate, i disturbi mentali sono aumentati del 32% dopo la pandemia e molti ancora non vengono diagnosticati. Un adolescente su cinque soffre di ansia soprattutto per la scuola o per l'incertezza del proprio futuro. Qui entra in gioco la collettività: bisogna far capire che la salute mentale è importante tanto quanto la salute fisica. Non bisogna vergognarsene, per questo siamo qui a promuovere e divulgare un servizio gratuito di counseling attivo a Merate e Lecco'' le parole introduttive di Veronica Tentori per conto dell'associazione ''La Piazza''.

La dottoressa Carmen Baldi e Padre Angelo Cupini

''E' necessario intervenire tempestivamente per quanto riguarda i disagi giovanili, non bisogna perdere tempo. Spesso i ragazzi non hanno fiducia negli psicologi o comunque non hanno disponibilità economica per recarsi in uno studio, per questo motivo siamo noi professionisti che dobbiamo andare nella loro direzione e farci conoscere. Dunque abbiamo creato un'equipe di psicologi che offrono un servizio gratuito per i giovani dai 15 ai 24 anni sul territorio di Lecco e Merate. Grazie a questo accordo fra ASST e Informagiovani siamo riusciti ad avere più di 700 contatti e continua richiesta, questo è indicatore di un disagio importante'' ha detto la dottoressa Baldi. ''La pandemia ha generato tantissima sofferenza soprattutto nel secondo lockdown che ha provocato frustrazione e senso di disistima e fragilità. Tutti postano sui social la parte migliore della propria vita, amano vendere l'immagine ma non reggono il confronto e vivono gli errori come fallimenti. Se noi adulti facessimo il nostro pezzettino di aiuto non ci sarebbe bisogno di prevenzione: dobbiamo star loro vicino e supportarli''.
Successivamente è intervenuto Padre Angelo che da anni lavora con le comunità giovanili e ha assistito ai cambiamenti generazionali anche riguardanti il fenomeno delle tossicodipendenze.

''Negli anni Sessanta c'è stato il primo festival alternativo su Lecco in cui ha iniziato a diffondersi il fenomeno delle dipendenze; è stato un periodo molto difficile quello. Negli anni 80-90 poi, i ragazzi erano pieni di rabbia: conflitti con i genitori, partenze senza ritorni e tanto consumo di sostanze. All'inizio degli anni 2000 ha cominciato ad esserci un vero e proprio piacere nel consumo di droghe e proprio in quel periodo è nata ''La casa sul pozzo'', uno spazio dove abitare insieme e che sensibilizza l'opinione pubblica perché questa si faccia carico della vita dei giovani partendo dai problemi del disadattamento e dell'emarginazione minorile e giovanile, affinchè si arrivi a ripensare e riformulare le stesse logiche di vita''.

A sinistra Veronica Tentori

Padre Cupini ha proseguito parlando delle dipendenze attuali: ''negli ultimi anni alcuni indicatori mi hanno colpito fortemente: il fatto che si passi la notte a comunicare con i mezzi che abbiamo (social media) e il giorno a dormire con difficoltà e a non uscire di casa. I social per molti ragazzi stanno diventando l'elemento fondamentale su cui costruire il loro modello di vita. 7mila giovani sono in panchina, si sentono schiacciati, bisogna reinventare un nuovo pezzo di società e la comunità deve aiutarli, capirli e stare loro vicino trasmettendo il vero contenuto della vita per un'esistenza serena''.
Interventi intensi e di grande riflessione grazie ai quali gli ospiti hanno aperto gli occhi a tutto il pubblico presente. Il pomeriggio si è concluso con un apericena a buffet per tutti i partecipanti offerto dai volontari del sodalizio, che con grande impegno hanno preparato dei piatti davvero gustosi.
M.T.
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