Castello B.za: la dott.ssa Krenn ospite della S.Donato, illustra il lavoro con gli organoidi

''Sei un orgoglio per la nostra comunità''. Così Elena Formenti, assessore alla cultura di Castello di Brianza, ha accolto Veronica Krenn, ricercatrice nata e cresciuta proprio a Castello. ''Realizzato in collaborazione con la biblioteca comunale, questo evento si inserisce in un ciclo di incontri in cui ci concentriamo sui talenti della nostra comunità. Ringraziamo la parrocchia che ci ha concesso l'utilizzo del salone dell'oratorio'' ha aggiunto Maria Antonietta Panzeri, presidente dell'associazione culturale S.Donato.

La ricercatrice Veronica Krenn

Tante erano le persone, di Castello Brianza ma non solo, giunte nel salone dell'oratorio di via Roma per ascoltare la storia della dottoressa Krenn, tornata recentemente a lavorare in Italia dopo tanti anni passati tra Germania e Austria. Dopo il dottorato in Medicina Molecolare, conseguito tra Milano e Dortmund sotto la supervisione del professor Andrea Musacchio, Veronica Krenn ha infatti intrapreso un percorso di post - dottorato nel laboratorio di Jurgen Knoblich presso l'istituto di biotecnologie molecolari di Vienna. Oggi, la dottoressa Krenn è tornata in Italia a seguito della vittoria dell'Early Career Fellowship Programme promosso da Human Technopole.

''È un finanziamento di un milione di euro complessivi in cinque anni. So che può sembrare una cifra enorme ma vi assicuro che tra gli stipendi di tre ricercatori, compreso il mio, e l'attrezzatura ci si sta abbastanza stretti'' ha spiegato la dottoressa Krenn. Il laboratorio in cui lei e il suo gruppo lavoreranno fino al 2027 si trova nell'edificio U3 dell'università Bicocca di Milano. Sia il laboratorio sia il team sono ancora in fase di costruzione. ''Ho selezionato solo una delle mie due collaboratrici per ora. È stata una scelta difficile perché ho ricevuto più di sessanta candidature. Poi arriveranno probabilmente anche delle tesiste'' ha proseguito la dottoressa Krenn. I protagonisti di questo lungo lavoro di ricerca saranno gli organoidi.

Maria Antonietta Panzeri dell'associazione culturale S.Donato

 

''Un organoide è una versione artificiale di un organo. Si prendono cellule staminali umane, si aggregano nel giro di quindici giorni, si mettono in una soluzione gelatinosa poi in un agitatore. In questo modo si riescono a costruire dei prototipi degli organi umani'' ha spiegato la dottoressa Krenn. Il suo lavoro si concentrerà in particolare sul cervello, uno degli organi umani meno conosciuti, e sul suo sviluppo. ''I neuroni che formano il nostro cervello si formano tutti durante la gravidanza. Dopo la nascita possono cambiare le connessioni ma il numero di neuroni rimane sempre uguale fino alla vecchiaia, quando iniziano a diminuire'' ha esordito la dottoressa Krenn prima di entrare nel dettaglio delle sue ricerche ''Sappiamo che fattori ambientali o fattori genetici sfavorevoli durante la gravidanza possono portare all'insorgere di malattie quali il ritardo mentale o l'autismo. Usando gli organoidi vogliamo provare a capire nello specifico come tali fattori impattano sul processo di neurogenesi. Sarebbe indispensabile per poter poi pensare a delle terapie''.

Nonostante la complessità della sfida che la attende, la voce di Veronica Krenn rivelava determinazione ma anche felicità e soddisfazione per l'opportunità che le è stata offerta. ''Mi sento veramente fortunata a poter vivere in un'era dove la tecnologia è in continua e costante evoluzione. La potenzialità degli stessi organoidi è incredibile. Ci permettono di studiare i meccanismi di molte malattie con grande precisione, nonché di testare rapidamente possibili terapie'' ha evidenziato la ricercatrice. Dopo alcune domande sulle staminali e sull'autismo, l'assessore Formenti ha chiesto a Veronica Krenn se in futuro pensa di rimanere in Italia o di tornare all'estero. ''Sono molto contenta di essere rientrata in Italia non lo nego. Certo, all'estero ci sono strutture molto valide, tante possibilità di crescita e salari competitivi. Le norme che regolano la carriera nelle università, inoltre, sono molto più trasparenti'' ha risposto la dottoressa Krenn. Infine, la chiosa: ''Mi hanno dato la possibilità di rientrare in Italia ma non mi hanno dato molti strumenti per impostare un progetto a lungo termine, un percorso che vada oltre i cinque anni del finanziamento. Credo sia un problema di mentalità''.

Veronica Krenn e l'assessore Elena Formenti

La speranza è che con la loro passione, la loro perseveranza e il loro impegno ricercatori come Veronica Krenn possano scardinare almeno alcune delle ottusità della mentalità italiana. Magari con il nostro aiuto di semplici cittadini.
Andrea Besati
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